This short research work carried out for the first level final exam. It's empirical and it's structured on different degrees of analysis. It presents a general theme: the relationship between the media and the use of DSA children (children with special educational needs and disabilities (SEND)). In the first chapter, there is the history of dyslexia from the observations of the early 1900s, that explains how this problem is related to visual or auditory skills, and then to demonstrate at a later stage, that it's not a "pathology", but only a difficulty of sequentiality. The first sub-chapter deals with legislative recognition and support policies for the disadvantaged child in Italy. The second sub-chapter compares two different ideologies of thought. The first one focuses on the methods used to overcome and offset the deficit, or how the media can be considered as auxiliary to facilitate; the other current is centered on how the mind can be used as a targeted tool for enabling cognitive skills. The second chapter presents the central part of the whole research, consisting in an interview with children aged between nine and fifteen years old, to whom has been placed a corpus of 15 questions of different genres and nature, to get to the central point of the work, inherent in the analysis of the relationship they have with digital media and not: radio, phone, smartphone, tablet, personal computer, video games, television, cinema, books, comics and newspapers. All is recorded and transcribed following the normal technical used in this type of analysis.
Questo breve lavoro di ricerca svolto per la prova finale di I livello è di carattere empirico e viene strutturato su differenti gradi d'analisi. Esso presenta come tematica generale il rapporto tra i bambini con DSA e i media che essi utilizzano. Inizialmente, nel primo capitolo, si delinea un quadro generale sulla storia della dislessia, partendo da osservazioni dei primi anni del '900, che evidenziano come questo problema sia legato alle capacità visive o uditive, per poi dimostrare in una fase successiva, che non si tratta di una ¿patologia¿, ma soltanto di una difficoltà di sequenzialità. Il primo sottocapitolo tratta del riconoscimento legislativo della dislessia in Italia e delle politiche di sostegno a favore del bambino dislessico. Il secondo sottocapitolo mette a confronto due approcci teorici e clinici differenti nel trattamento attuale della dislessia. Il primo si sofferma sui metodi adoperati per sopperire e compensare il deficit: in questa tradizione i media possano essere considerati ausili di facilitazione; l'altra corrente è, invece, incentrata su come la mente possa essere usata come attrezzo mirato di abilitazione delle capacità cognitive, anche nei soggetti dislessici. Il secondo capitolo presenta la parte centrale dell'intera ricerca, consistente nell'analisi delle interviste da me fatte a un gruppo di bambini e ragazzi dislessici dai nove ai quindici anni, ai quali è stato posto un corpus di 15 domande di diverso genere e natura, che spaziano dalla vita quotidiana, scolastica e familiare, per poi giungere sino al fulcro del lavoro, inerente l'analisi del rapporto che essi intrattengono sia con media di tipo digitale, che non: radio, cellulare, smartphone, tablet, personal computer, video giochi, televisione, cinema, libri, fumetti e giornali. Il tutto è stato registrato e trascritto seguendo i normali canoni tecnici usati in questo tipo di analisi.
Dislessia e Media. Una ricognizione sull'esperienza di un gruppo di bambini dislessici.
SANTILLO, GIULIA
2016/2017
Abstract
Questo breve lavoro di ricerca svolto per la prova finale di I livello è di carattere empirico e viene strutturato su differenti gradi d'analisi. Esso presenta come tematica generale il rapporto tra i bambini con DSA e i media che essi utilizzano. Inizialmente, nel primo capitolo, si delinea un quadro generale sulla storia della dislessia, partendo da osservazioni dei primi anni del '900, che evidenziano come questo problema sia legato alle capacità visive o uditive, per poi dimostrare in una fase successiva, che non si tratta di una ¿patologia¿, ma soltanto di una difficoltà di sequenzialità. Il primo sottocapitolo tratta del riconoscimento legislativo della dislessia in Italia e delle politiche di sostegno a favore del bambino dislessico. Il secondo sottocapitolo mette a confronto due approcci teorici e clinici differenti nel trattamento attuale della dislessia. Il primo si sofferma sui metodi adoperati per sopperire e compensare il deficit: in questa tradizione i media possano essere considerati ausili di facilitazione; l'altra corrente è, invece, incentrata su come la mente possa essere usata come attrezzo mirato di abilitazione delle capacità cognitive, anche nei soggetti dislessici. Il secondo capitolo presenta la parte centrale dell'intera ricerca, consistente nell'analisi delle interviste da me fatte a un gruppo di bambini e ragazzi dislessici dai nove ai quindici anni, ai quali è stato posto un corpus di 15 domande di diverso genere e natura, che spaziano dalla vita quotidiana, scolastica e familiare, per poi giungere sino al fulcro del lavoro, inerente l'analisi del rapporto che essi intrattengono sia con media di tipo digitale, che non: radio, cellulare, smartphone, tablet, personal computer, video giochi, televisione, cinema, libri, fumetti e giornali. Il tutto è stato registrato e trascritto seguendo i normali canoni tecnici usati in questo tipo di analisi.File | Dimensione | Formato | |
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