Con il termine folati o vitamina B9 si indicano alcuni composti correlati strutturalmente con l'acido pteroilglutammico. Fin dagli anni '30 del secolo scorso è noto il loro effetto benefico nei confronti dell'anemia megaloblastica, ma è solo in tempi recenti che, ad una loro carenza nella dieta alimentare sono stati associati numerosi disturbi nei neonati quali la spina bifida, l'anencefalia, malattie cardiovascolari e neuropsichiatriche. Sono coinvolti metabolicamente nella biosintesi dell'RNA e del DNA e il loro ruolo è quello di accettare, trasportare e donare un carbonio 1 (C1) originato dal catabolismo della serina, della glicina, dell'istidina o delle purine. I folati naturali sono presenti in numerosi alimenti e tra i più ricchi ritroviamo il fegato e i reni degli animali, i vegetali a foglia verde e i legumi. Sono caratterizzati da una bassa stabilità e da una bassa biodisponibilità. Per questo motivo è fondamentale avere particolare cura sia nella conservazione, sia nei metodi e nei tempi di cottura degli alimenti ricchi in vitamina B9. Lo scarso consumo di vegetali crudi e l'aumento dei consumi di cibi conservati ha fatto sì che vi fosse un incremento della carenza di questi composti nella dieta umana e come risoluzione al problema si è iniziato a consigliare l'assunzione di folati di derivazione sintetica sottoforma di integratori vitaminici. L'unico composto rappresentante questo gruppo è l'acido folico, vitamina idrosolubile caratterizzata da una elevata stabilità e biodisponibilità. Date le sue caratteristiche, dalla seconda metà degli anni '90 del secolo scorso, gli Stati Uniti e il Canada resero obbligatoria la pratica della fortificazione delle farine: tutte le farine ed i cereali non sottoposti a trasformazione destinati al mercato interno dovevano e devono tutt'ora essere addizionati con una dose di acido folico. Gli effetti della fortificazione furono postivi e venne accertata una diminuzione dal 20 al 50% di nascite complicate da difetti del tubo neurale. Nonostante gli effetti benefici apportati, l'assunzione di un coenzima non naturale potrebbe dar luogo a lungo termine ad effetti biologici indesiderati e numerosi studi in atto lo starebbero dimostrando. Per questo motivo, nessun Paese membro dell'Unione Europea ha attuato questo piano. Maggiore attenzione è pertanto rivolta ai folati naturali presenti in frutta e verdura che possono essere consumati freschi. In questa direzione , per esempio, vanno gli studi condotti sul contenuto di folati in diverse varietà e specie di kiwi condotte presso Chimica agraria del Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell'Università di Torino. Sulla base dei primi risultati, nella scelta varietale in fase di impianto, oltre alla resistenza ad alcune note patologie del kiwi, può essere considerato il maggior contenuto di vitamina B9 che è stato riscontrato in alcune varietà e che potrebbe assicurare buona parte del fabbisogno giornaliero. La produzione di kiwi ad alto contenuto di vitamine biodisponibili potrebbe essere un nuovo orizzonte per un settore che negli ultimi anni ha subito gravi danni a causa della diffusione dello Pseudomonas Syringae e del fenomeno della ¿moria del kiwi¿.

RIFORNIMENTI DI FOLATI NELL'ALIMENTAZIONE UMANA: UNA REVIEW

MANA, GIACOMO
2016/2017

Abstract

Con il termine folati o vitamina B9 si indicano alcuni composti correlati strutturalmente con l'acido pteroilglutammico. Fin dagli anni '30 del secolo scorso è noto il loro effetto benefico nei confronti dell'anemia megaloblastica, ma è solo in tempi recenti che, ad una loro carenza nella dieta alimentare sono stati associati numerosi disturbi nei neonati quali la spina bifida, l'anencefalia, malattie cardiovascolari e neuropsichiatriche. Sono coinvolti metabolicamente nella biosintesi dell'RNA e del DNA e il loro ruolo è quello di accettare, trasportare e donare un carbonio 1 (C1) originato dal catabolismo della serina, della glicina, dell'istidina o delle purine. I folati naturali sono presenti in numerosi alimenti e tra i più ricchi ritroviamo il fegato e i reni degli animali, i vegetali a foglia verde e i legumi. Sono caratterizzati da una bassa stabilità e da una bassa biodisponibilità. Per questo motivo è fondamentale avere particolare cura sia nella conservazione, sia nei metodi e nei tempi di cottura degli alimenti ricchi in vitamina B9. Lo scarso consumo di vegetali crudi e l'aumento dei consumi di cibi conservati ha fatto sì che vi fosse un incremento della carenza di questi composti nella dieta umana e come risoluzione al problema si è iniziato a consigliare l'assunzione di folati di derivazione sintetica sottoforma di integratori vitaminici. L'unico composto rappresentante questo gruppo è l'acido folico, vitamina idrosolubile caratterizzata da una elevata stabilità e biodisponibilità. Date le sue caratteristiche, dalla seconda metà degli anni '90 del secolo scorso, gli Stati Uniti e il Canada resero obbligatoria la pratica della fortificazione delle farine: tutte le farine ed i cereali non sottoposti a trasformazione destinati al mercato interno dovevano e devono tutt'ora essere addizionati con una dose di acido folico. Gli effetti della fortificazione furono postivi e venne accertata una diminuzione dal 20 al 50% di nascite complicate da difetti del tubo neurale. Nonostante gli effetti benefici apportati, l'assunzione di un coenzima non naturale potrebbe dar luogo a lungo termine ad effetti biologici indesiderati e numerosi studi in atto lo starebbero dimostrando. Per questo motivo, nessun Paese membro dell'Unione Europea ha attuato questo piano. Maggiore attenzione è pertanto rivolta ai folati naturali presenti in frutta e verdura che possono essere consumati freschi. In questa direzione , per esempio, vanno gli studi condotti sul contenuto di folati in diverse varietà e specie di kiwi condotte presso Chimica agraria del Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell'Università di Torino. Sulla base dei primi risultati, nella scelta varietale in fase di impianto, oltre alla resistenza ad alcune note patologie del kiwi, può essere considerato il maggior contenuto di vitamina B9 che è stato riscontrato in alcune varietà e che potrebbe assicurare buona parte del fabbisogno giornaliero. La produzione di kiwi ad alto contenuto di vitamine biodisponibili potrebbe essere un nuovo orizzonte per un settore che negli ultimi anni ha subito gravi danni a causa della diffusione dello Pseudomonas Syringae e del fenomeno della ¿moria del kiwi¿.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/140900