Hazelnut is a very widespread food in the human consumption, either raw or roasted and as an ingredient in processed food matrices. It has beneficial effects for health but its allergic reactions are steadily increasing, especially in childhood. The hazelnut plant is from Minor Asia and belongs to the Betulaceae family. The species of the common hazelnut is the Corylus avellana, which has assumed great importance in Italy since the nineteenth century. The world's first producer is Turkey (555.000 ton/yr), the second is Italy with 110.000 ton/yr. The fruit is a dicles, with wooden pericarp and oily seed, which is brown at the end of ripening. The ripe fruit presents a high content of unsaturated fatty acids, vitamins and polyphenols along with other minor components such as iron, calcium and phosphorus. It is the seventh most important crop in world production, investing a major role in the economy. In recent years, an expansion of hazelnut allergy is going on, which has been shown immutable during the years, especially in children. Reactions due to its consumption range from simple oral allergic syndrome to severe reactions such as swelling of the lips and throat and anaphylactic shock. There are several models to evaluate different symptoms: the gold standard for this analysis is the "Double Blind Placebo Controlled Challenge" together with the observation of the clinical state: they are supported by simpler procedures such as the "Skin Prick Test (SPT)", specific IgE identification or oral provocation test. The current guidelines for the management of this type of allergy don't provide specific recommendations, such as the timing when hazelnuts have to be introduced into the diet, and no longer they recommend the denial of them during pregnancy. In addition, they advise to avoid their ingestion in case of sensitization to allergenic molecules present in them and to intervene using adrenaline for the most serious reactions. This allergy appears with different symptoms between adults, which have milder reactions and present a correlation with the allergy to birch pollen, and children, who show more severe allergic reactions. Another difference between these two groups consists on methods of predicting symptoms: SPT with hazelnut extracts in children and oral symptoms in adults. There is a distinction between two types of hazelnut allergy: the one related to pollen allergy and the one not related to it. The first was observed predominantly in adults and is generally characterized by an oral allergic syndrome. The second typology generally presents potential life-threatening reactions. The allergenic molecules of the hazelnut, classified biochemically as proteins or glycoproteins, have been recognized in 10 groups: Cor a 1, Cor a 2, Cor a 8, Cor a 9, Cor a 11, Cor a 12, Cor a 13, Cor a 14. The concentration of these molecules in food is strongly influenced by the transformation processes on food matrices during production and preservation. The methods of detection and quantification of these allergens in food matrices are constantly evolving and there is no harmonization about the most correct methodology to verify the conformity of the labelling. Some methods used are: ELISA, biosensors and mass spectrometry. In a diagnosis of the hazelnut allergy, it is therefore necessary to consider the age of the patients, the correlation or not with that to the pollen and to evaluate the best method of prediction of symptoms.

La nocciola è un alimento molto diffuso nel consumo umano, sia cruda che tostata oppure come ingrediente nelle matrici alimentari trasformate. Ha effetti benefici per la salute ma le sue reazioni allergiche sono in costante aumento, soprattutto nell'età infantile. La pianta della nocciola è originaria dell'Asia Minore e appartiene alla famiglia delle Betulaceae. La specie della nocciola comune è la Corylus avellana, che ha assunto importanza in Italia a partire dal XIX secolo. Il primo produttore mondiale è la Turchia (555.000 tonnellate/anno), il secondo l'Italia con 110.000 tonnellate/anno. Il frutto è un diclesio, con pericarpo legnoso e seme oleoso, che si presenta di colore marrone al termine della maturazione. Il frutto maturo presenta un elevato contenuto di acidi grassi insaturi, vitamine e polifenoli insieme ad altri componenti minori come ferro, calcio e fosforo. È la 7° coltura più rilevante nella produzione mondiale, rivestendo quindi un ruolo importante nell'economia. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un'espansione dell'allergia alla nocciola, che si è mostrata immutabile durante gli anni, soprattutto nei bambini. Le reazioni vanno dalla semplice sindrome allergica orale fino a reazioni gravi come gonfiore alle labbra e gola e shock anafilattico. Per valutare i diversi sintomi esistono vari modelli: il gold standard per quest'analisi è la ¿Double Blind Placebo Controlled Challenge¿ insieme all'osservazione del quadro clinico, supportati da procedimenti più semplici come il ¿Skin Prick Test (SPT)¿, la ricerca delle IgE specifiche o il test di provocazione orale. Le attuali linee guida riguardo la gestione di questo tipo di allergia non forniscono specifiche raccomandazioni riguardo la tempistica con cui introdurre le nocciole nella dieta e non raccomandano più la rinuncia di esse durante la gravidanza, inoltre consigliano di evitare di assumerle nel caso si sia sensibilizzati alle molecole allergeniche presenti in esse e di intervenire utilizzando adrenalina per le reazioni più gravi. Quest'allergia si manifesta con sintomi differenti tra gli adulti, che presentano reazioni più lievi e in concomitanza con l'allergia al polline di betulla, e i bambini, che mostrano invece reazioni allergiche più gravi. Un'altra differenza tra questi due gruppi consiste nei metodi di previsione dei sintomi: SPT con estratti di nocciola nei bambini e sintomi orali negli adulti. Esiste una distinzione tra due tipologie di allergia alla nocciola: quella correlata con l'allergia al polline e quella non correlata ad essa. La prima è stata osservata prevalentemente negli adulti ed è in genere caratterizzata da una sindrome allergica orale. La seconda tipologia presenta generalmente potenziali reazioni pericolose per la vita. Le molecole allergeniche della nocciola, classificate biochimicamente come proteine o glicoproteine, sono stata riconosciute in 10 gruppi: Cor a 1, Cor a 2, Cor a 8, Cor a 9, Cor a 11, Cor a 12, Cor a 13, Cor a 14. La concentrazione di queste molecole all'interno degli alimenti è fortemente influenzata dai processi di trasformazione cui vanno incontro le matrici alimentari durante la produzione e la conservazione. I metodi di rilevazione e quantificazione di questi allergeni nelle matrici alimentari sono in continua evoluzione e non esiste un'armonizzazione per quanto riguarda la metodologia più corretta a verificare la conformità dell'etichettatura. Tra questi metodi vengono utilizzati: ELISA, biosensori e spettrometria di massa. In una diagnosi dell'allergia alla nocciola bisogna quindi considerare l'età dei pazienti, la correlazione o meno con quella al polline e valutare il miglior metodo di previsione dei sintomi.

Allergeni nella nocciola

MASTROMONACO, GIULIA
2016/2017

Abstract

La nocciola è un alimento molto diffuso nel consumo umano, sia cruda che tostata oppure come ingrediente nelle matrici alimentari trasformate. Ha effetti benefici per la salute ma le sue reazioni allergiche sono in costante aumento, soprattutto nell'età infantile. La pianta della nocciola è originaria dell'Asia Minore e appartiene alla famiglia delle Betulaceae. La specie della nocciola comune è la Corylus avellana, che ha assunto importanza in Italia a partire dal XIX secolo. Il primo produttore mondiale è la Turchia (555.000 tonnellate/anno), il secondo l'Italia con 110.000 tonnellate/anno. Il frutto è un diclesio, con pericarpo legnoso e seme oleoso, che si presenta di colore marrone al termine della maturazione. Il frutto maturo presenta un elevato contenuto di acidi grassi insaturi, vitamine e polifenoli insieme ad altri componenti minori come ferro, calcio e fosforo. È la 7° coltura più rilevante nella produzione mondiale, rivestendo quindi un ruolo importante nell'economia. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un'espansione dell'allergia alla nocciola, che si è mostrata immutabile durante gli anni, soprattutto nei bambini. Le reazioni vanno dalla semplice sindrome allergica orale fino a reazioni gravi come gonfiore alle labbra e gola e shock anafilattico. Per valutare i diversi sintomi esistono vari modelli: il gold standard per quest'analisi è la ¿Double Blind Placebo Controlled Challenge¿ insieme all'osservazione del quadro clinico, supportati da procedimenti più semplici come il ¿Skin Prick Test (SPT)¿, la ricerca delle IgE specifiche o il test di provocazione orale. Le attuali linee guida riguardo la gestione di questo tipo di allergia non forniscono specifiche raccomandazioni riguardo la tempistica con cui introdurre le nocciole nella dieta e non raccomandano più la rinuncia di esse durante la gravidanza, inoltre consigliano di evitare di assumerle nel caso si sia sensibilizzati alle molecole allergeniche presenti in esse e di intervenire utilizzando adrenalina per le reazioni più gravi. Quest'allergia si manifesta con sintomi differenti tra gli adulti, che presentano reazioni più lievi e in concomitanza con l'allergia al polline di betulla, e i bambini, che mostrano invece reazioni allergiche più gravi. Un'altra differenza tra questi due gruppi consiste nei metodi di previsione dei sintomi: SPT con estratti di nocciola nei bambini e sintomi orali negli adulti. Esiste una distinzione tra due tipologie di allergia alla nocciola: quella correlata con l'allergia al polline e quella non correlata ad essa. La prima è stata osservata prevalentemente negli adulti ed è in genere caratterizzata da una sindrome allergica orale. La seconda tipologia presenta generalmente potenziali reazioni pericolose per la vita. Le molecole allergeniche della nocciola, classificate biochimicamente come proteine o glicoproteine, sono stata riconosciute in 10 gruppi: Cor a 1, Cor a 2, Cor a 8, Cor a 9, Cor a 11, Cor a 12, Cor a 13, Cor a 14. La concentrazione di queste molecole all'interno degli alimenti è fortemente influenzata dai processi di trasformazione cui vanno incontro le matrici alimentari durante la produzione e la conservazione. I metodi di rilevazione e quantificazione di questi allergeni nelle matrici alimentari sono in continua evoluzione e non esiste un'armonizzazione per quanto riguarda la metodologia più corretta a verificare la conformità dell'etichettatura. Tra questi metodi vengono utilizzati: ELISA, biosensori e spettrometria di massa. In una diagnosi dell'allergia alla nocciola bisogna quindi considerare l'età dei pazienti, la correlazione o meno con quella al polline e valutare il miglior metodo di previsione dei sintomi.
ITA
Hazelnut is a very widespread food in the human consumption, either raw or roasted and as an ingredient in processed food matrices. It has beneficial effects for health but its allergic reactions are steadily increasing, especially in childhood. The hazelnut plant is from Minor Asia and belongs to the Betulaceae family. The species of the common hazelnut is the Corylus avellana, which has assumed great importance in Italy since the nineteenth century. The world's first producer is Turkey (555.000 ton/yr), the second is Italy with 110.000 ton/yr. The fruit is a dicles, with wooden pericarp and oily seed, which is brown at the end of ripening. The ripe fruit presents a high content of unsaturated fatty acids, vitamins and polyphenols along with other minor components such as iron, calcium and phosphorus. It is the seventh most important crop in world production, investing a major role in the economy. In recent years, an expansion of hazelnut allergy is going on, which has been shown immutable during the years, especially in children. Reactions due to its consumption range from simple oral allergic syndrome to severe reactions such as swelling of the lips and throat and anaphylactic shock. There are several models to evaluate different symptoms: the gold standard for this analysis is the "Double Blind Placebo Controlled Challenge" together with the observation of the clinical state: they are supported by simpler procedures such as the "Skin Prick Test (SPT)", specific IgE identification or oral provocation test. The current guidelines for the management of this type of allergy don't provide specific recommendations, such as the timing when hazelnuts have to be introduced into the diet, and no longer they recommend the denial of them during pregnancy. In addition, they advise to avoid their ingestion in case of sensitization to allergenic molecules present in them and to intervene using adrenaline for the most serious reactions. This allergy appears with different symptoms between adults, which have milder reactions and present a correlation with the allergy to birch pollen, and children, who show more severe allergic reactions. Another difference between these two groups consists on methods of predicting symptoms: SPT with hazelnut extracts in children and oral symptoms in adults. There is a distinction between two types of hazelnut allergy: the one related to pollen allergy and the one not related to it. The first was observed predominantly in adults and is generally characterized by an oral allergic syndrome. The second typology generally presents potential life-threatening reactions. The allergenic molecules of the hazelnut, classified biochemically as proteins or glycoproteins, have been recognized in 10 groups: Cor a 1, Cor a 2, Cor a 8, Cor a 9, Cor a 11, Cor a 12, Cor a 13, Cor a 14. The concentration of these molecules in food is strongly influenced by the transformation processes on food matrices during production and preservation. The methods of detection and quantification of these allergens in food matrices are constantly evolving and there is no harmonization about the most correct methodology to verify the conformity of the labelling. Some methods used are: ELISA, biosensors and mass spectrometry. In a diagnosis of the hazelnut allergy, it is therefore necessary to consider the age of the patients, the correlation or not with that to the pollen and to evaluate the best method of prediction of symptoms.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/140895