La suggestione per l'avvio di questo lavoro era sorta dalla lettura di svariati racconti fantastici, nei quali uno stravolgimento delle norme governanti sintassi e discorso riusciva a incrinare la fiducia nell'oggetto loro referente, nonché ad insinuare dubbi rispetto alle stesse modalità di rappresentazione del reale proprie della coscienza umana. Chiedendosi se questo processo fosse realizzabile anche per via di un linguaggio in grado di incorporare narrazione e immagine - il fumetto - è stato necessario allargare l'area di interesse all'ambito delle teorie della traduzione intersemiotica, nonché alle qualità del sistema semiotico di arrivo ed alle categorie con cui è possibile descriverlo. La filosofia della traduzione individuata come adatta nel trasporre gli effetti di senso di un'opera ad un'altra dal linguaggio completamente differente è quella di una traduzione espressivamente funzionale, nella quale sono accettabili processi di negoziazione volti a preservare alcuni segni pertinenti perdendone altri. Alberto Breccia agisce esattamente in quest'ottica nel trasporre The tell-tale heart e Informe sobre ciegos, nelle quali il focus è circoscritto ad un solo aspetto del testo iniziale, i cui effetti di senso risultano così amplificati ed estesi. Egli rinuncia alla complessità della trama e del linguaggio scritto - o li riduce notevolmente -  condensandone tutta la portata emotiva nell'immagine. Non si tratta, però, di un'immagine statica, isolata; l'immagine di Breccia non può svincolarsi dalla sequenzialità tipica del fumetto, poiché ogni vignetta diventa leggibile in relazione alle altre e alla composizione stessa - creando una rete di rimandi in grado di distruggere, trasformare e ricostruire il senso durante la lettura. Il fantastico di Breccia, coerentemente con quanto esplicitato nel primo capitolo di questa tesi, si può dunque pienamente definire un ¿fantastico del discorso¿. È infatti tramite il linguaggio stesso del fumetto che egli ricrea le dinamiche psicologiche proprie del genere: in esso si incarna una visione dubbiosa e critica non solo del contenuto della realtà, ma della forma stessa con cui l'uomo la organizza.

fantastico e narrativa grafica. Trasposizioni di racconti fantastici nei fumetti di Alberto Breccia.

BECHIS, ELEONORA
2016/2017

Abstract

La suggestione per l'avvio di questo lavoro era sorta dalla lettura di svariati racconti fantastici, nei quali uno stravolgimento delle norme governanti sintassi e discorso riusciva a incrinare la fiducia nell'oggetto loro referente, nonché ad insinuare dubbi rispetto alle stesse modalità di rappresentazione del reale proprie della coscienza umana. Chiedendosi se questo processo fosse realizzabile anche per via di un linguaggio in grado di incorporare narrazione e immagine - il fumetto - è stato necessario allargare l'area di interesse all'ambito delle teorie della traduzione intersemiotica, nonché alle qualità del sistema semiotico di arrivo ed alle categorie con cui è possibile descriverlo. La filosofia della traduzione individuata come adatta nel trasporre gli effetti di senso di un'opera ad un'altra dal linguaggio completamente differente è quella di una traduzione espressivamente funzionale, nella quale sono accettabili processi di negoziazione volti a preservare alcuni segni pertinenti perdendone altri. Alberto Breccia agisce esattamente in quest'ottica nel trasporre The tell-tale heart e Informe sobre ciegos, nelle quali il focus è circoscritto ad un solo aspetto del testo iniziale, i cui effetti di senso risultano così amplificati ed estesi. Egli rinuncia alla complessità della trama e del linguaggio scritto - o li riduce notevolmente -  condensandone tutta la portata emotiva nell'immagine. Non si tratta, però, di un'immagine statica, isolata; l'immagine di Breccia non può svincolarsi dalla sequenzialità tipica del fumetto, poiché ogni vignetta diventa leggibile in relazione alle altre e alla composizione stessa - creando una rete di rimandi in grado di distruggere, trasformare e ricostruire il senso durante la lettura. Il fantastico di Breccia, coerentemente con quanto esplicitato nel primo capitolo di questa tesi, si può dunque pienamente definire un ¿fantastico del discorso¿. È infatti tramite il linguaggio stesso del fumetto che egli ricrea le dinamiche psicologiche proprie del genere: in esso si incarna una visione dubbiosa e critica non solo del contenuto della realtà, ma della forma stessa con cui l'uomo la organizza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/140780