This work intends to analyze critical aspects of philosophical consideration that concerns the problem of foundation, of the last grounding, known also as the first principle. The different origin of references (disciplinary frameworks and approaches) reveals the mandatoriness of the problem. This analysis plans to have an heuristic purpose, in order to expand the horizon of the research and not to show specific possible alternative directions, so to support the possibility of doing it, and indeed, its necessity. In the first Chapter the difficulties that Aristotle found in the Γ (fourth) chapter of the Methaphysic are examined, in particular as regards the critical aspects in the enunciation of what should have been for him (and it was considered for a long time) the first ontological, logical and phycological principle, the non-contraddiction one. The indemostrability of this principle will be discussed by the metalogical analysis from Jan Łukasiewicz and by the more classically philosophical considerations by Gennaro Sasso. In the second chapter the theoretical background of the so called classical or standard logic is introduced. Where Aristotle based his principle in order to derive from it a verificationist view, classical logic derives a coherentistic view (that enforce the aristotelian principle) from the verificationism. Nevertheless, due to the indemonstrability of the principle, the logical and semantic verificationism shows analogous problems. This point will be argued by the philosophical reflections of Ludwig Wittgenstein, Gregory Bateson, Willan Van Orman Quine and Sasso again. In the third chapter the self-referential paradox will be proposed as the problem that exemplifies all the cases brought till now, so the paradox as of the foundation (in the double sense of the genitive, both active and reflective). By means of the thought of the complexity in the sociological form presented by Niklas Luhmann (considered mainly for its high theoretical content), the theoretical foundation of the paradox and therefore of the foundation itself as a paradox will be argued. The theory of logical types from Bertrand Russell and the aesthetic criticism from the phenomenology of Maurice Merleau-Ponty will be brought by way of examples. In the fourth and last chapter, by introducing the metaphor itself in the terms of foundation, the issue of the truth will be considered, being aware that the mentioned considerations may only come from some paradoxicality. The starting point will be provided by On truth and lies in a nonmoral sense by Friedrich Nietzsche. The proposed theory could eradicate the ontology-epistemology couple, i.e. the nature-culture one, so by opening up to the possibility, and by arguing the reality of it , without honoring at all the Aristotelian supremacy of actuality respect to potentiality; the perspective is not only of a change in the epistemological pradigm, but also ¿ if not above all - of a change of the ethic and practical paradigm .
Il presente lavoro intende analizzare quei nodi della riflessione filosofica che riguardano il problema della fondazione, del fondamento ultimo o del principio primo che dir si voglia. Un problema che mostra tutta la sua cogenza proprio in virtù dell'eterogeneità dei casi (ambiti disciplinari e approcci) coinvolti. L'elaborato intende avere una portata euristica, ampliare cioè l'orizzonte della ricerca e non indicare specifiche possibili strade alternative da percorrere; intende invece sostenere la possibilità stessa di farlo, e anzi, la necessità di ciò. Nel primo capitolo si prendono in considerazione le difficoltà affrontate da Aristotele nel libro Γ della Metafisica a proposito di quello che appunto doveva essere per lui (e fu per molto tempo considerato) il principio primo, tanto dal punto di vista ontologico, quanto da quello logico e psicologico, vale a dire il principio di non-contraddizione. L'indimostrabilità di questo principio sarà affrontata tramite le analisi metalogiche di Jan Łukasiewicz e quelle più classicamente filosofiche di Gennaro Sasso. Nel secondo capitolo si introducono i presupposti teorici del discorso della logica istituzionale, o standard. Se Aristotele poneva il principio delineando un quadro corrispondentista, la logica pone un quadro corrispondentista per delinearne uno coerentista; siccome però il principio è indimostrabile, il verificazionismo logico-semantico presenta daccapo gli stessi problemi. Si argomenterà prendendo spunto dalle riflessioni di Ludwig Wittgenstein, Gregory Bateson, Willan Van Orman Quine e ancora Gennaro Sasso. Nel terzo capitolo si propone il paradosso dell'autoreferenza come quel problema che caratterizza gli esempi portati fino a questo punto, tematizzando il paradosso come paradosso della fondazione (nel doppio senso del genitivo, sia attivo sia riflessivo). Tramite il pensiero della complessità, declinato nella variante sociologica di Niklas Luhmann (intesa soprattutto nella sua portata teorica), si parlerà di fondazione teorica del paradosso così come, di conseguenza, della fondazione stessa come paradosso. Si porteranno casi esemplificativi, quali la teoria dei tipi logici di Bertrand Russell e le analisi estetologiche tratte dalla fenomenologia di Maurice Merleau-ponty. Nel quarto e ultimo capitolo si affronta la questione della verità, introducendo la metafora nei termini di una fondazione, di un fondamento ultimo o di un principio primo, nella consapevolezza che queste operazioni possano avvenire solo sullo sfondo di una certa paradossalità. Lo spunto sarà offerto da Su verità e menzogna in senso extramorale di Friedrich Nietzsche. La tesi sostenuta può scardinare i binomi ontologia-epistemologia o natura-cultura ed aprire al piano della possibilità, senza rispettare in alcun modo il primato aristotelico dell'atto rispetto alla potenza; la prospettiva non è solo quella di un cambiamento del paradigma epistemologico, ma anche ¿ se non soprattutto ¿ di un cambiamento del paradigma etico-pratico.
Pronunciare (è) l'extralogico
VIGLIONE, MICHELE
2016/2017
Abstract
Il presente lavoro intende analizzare quei nodi della riflessione filosofica che riguardano il problema della fondazione, del fondamento ultimo o del principio primo che dir si voglia. Un problema che mostra tutta la sua cogenza proprio in virtù dell'eterogeneità dei casi (ambiti disciplinari e approcci) coinvolti. L'elaborato intende avere una portata euristica, ampliare cioè l'orizzonte della ricerca e non indicare specifiche possibili strade alternative da percorrere; intende invece sostenere la possibilità stessa di farlo, e anzi, la necessità di ciò. Nel primo capitolo si prendono in considerazione le difficoltà affrontate da Aristotele nel libro Γ della Metafisica a proposito di quello che appunto doveva essere per lui (e fu per molto tempo considerato) il principio primo, tanto dal punto di vista ontologico, quanto da quello logico e psicologico, vale a dire il principio di non-contraddizione. L'indimostrabilità di questo principio sarà affrontata tramite le analisi metalogiche di Jan Łukasiewicz e quelle più classicamente filosofiche di Gennaro Sasso. Nel secondo capitolo si introducono i presupposti teorici del discorso della logica istituzionale, o standard. Se Aristotele poneva il principio delineando un quadro corrispondentista, la logica pone un quadro corrispondentista per delinearne uno coerentista; siccome però il principio è indimostrabile, il verificazionismo logico-semantico presenta daccapo gli stessi problemi. Si argomenterà prendendo spunto dalle riflessioni di Ludwig Wittgenstein, Gregory Bateson, Willan Van Orman Quine e ancora Gennaro Sasso. Nel terzo capitolo si propone il paradosso dell'autoreferenza come quel problema che caratterizza gli esempi portati fino a questo punto, tematizzando il paradosso come paradosso della fondazione (nel doppio senso del genitivo, sia attivo sia riflessivo). Tramite il pensiero della complessità, declinato nella variante sociologica di Niklas Luhmann (intesa soprattutto nella sua portata teorica), si parlerà di fondazione teorica del paradosso così come, di conseguenza, della fondazione stessa come paradosso. Si porteranno casi esemplificativi, quali la teoria dei tipi logici di Bertrand Russell e le analisi estetologiche tratte dalla fenomenologia di Maurice Merleau-ponty. Nel quarto e ultimo capitolo si affronta la questione della verità, introducendo la metafora nei termini di una fondazione, di un fondamento ultimo o di un principio primo, nella consapevolezza che queste operazioni possano avvenire solo sullo sfondo di una certa paradossalità. Lo spunto sarà offerto da Su verità e menzogna in senso extramorale di Friedrich Nietzsche. La tesi sostenuta può scardinare i binomi ontologia-epistemologia o natura-cultura ed aprire al piano della possibilità, senza rispettare in alcun modo il primato aristotelico dell'atto rispetto alla potenza; la prospettiva non è solo quella di un cambiamento del paradigma epistemologico, ma anche ¿ se non soprattutto ¿ di un cambiamento del paradigma etico-pratico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/140766