Questa ricerca nasce dall'intento di analizzare il concetto del Male nella tradizione medievale bizantina soprattutto in riferimento all'opera di uno degli intellettuali che più e meglio ne hanno caratterizzato la storia, Michele Psello. Bisanzio e la sua popolazione, infatti, vivono il Male come un elemento connaturato alla vita quotidiana, un agente imprevedibile con cui si ha costantemente a che fare e che, spesso, ha la meglio. Le riflessioni teologiche sul tema del Male e del Maligno si sviluppano così parallelamente alle rappresentazioni popolari come due binari che non si incontrano mai; mentre il popolo illetterato viene edotto sul tema dalla Chiesa attraverso l'omiletica, le rappresentazioni sacre e i racconti popolari, alcuni dotti dell'epoca si dedicano all'analisi dell'azione del demonio alla luce di tradizioni e sviluppi complessi ed incomprensibili ai più. In questa cornice si inserisce il Timoteo ovvero l'opera nella quale Psello analizza non solo l'azione del Diavolo ma anche le sue caratteristiche alla luce dell'insegnamento neoplatonico che suddivide i demoni in sei diverse categorie, ognuna caratterizzata da una specificità che ne influenza l'agire ed il sentire. Nell'analisi di questo testo non solo si è fatto riferimento ai personaggi citati dall'autore stesso nel dialogo ma anche e soprattutto alle numerose eresie accusate di avere come oggetto di venerazione il demonio e delle forme di lotta al maligno che hanno interessato il medioevo orientale così come quello occidentale. Alla ricerca di questa costante, che è il Male nel suo senso più ampio, si è dato largo spazio alle forme di rappresentazione utilizzate nei secoli per delinearne i connotati quali per esempio l'arte, la pittura, il teatro e la letteratura.

Aspetti della demonologia di Michele Psello

MARTELLI, ELISABETTA DAFNE GIORGIA
2009/2010

Abstract

Questa ricerca nasce dall'intento di analizzare il concetto del Male nella tradizione medievale bizantina soprattutto in riferimento all'opera di uno degli intellettuali che più e meglio ne hanno caratterizzato la storia, Michele Psello. Bisanzio e la sua popolazione, infatti, vivono il Male come un elemento connaturato alla vita quotidiana, un agente imprevedibile con cui si ha costantemente a che fare e che, spesso, ha la meglio. Le riflessioni teologiche sul tema del Male e del Maligno si sviluppano così parallelamente alle rappresentazioni popolari come due binari che non si incontrano mai; mentre il popolo illetterato viene edotto sul tema dalla Chiesa attraverso l'omiletica, le rappresentazioni sacre e i racconti popolari, alcuni dotti dell'epoca si dedicano all'analisi dell'azione del demonio alla luce di tradizioni e sviluppi complessi ed incomprensibili ai più. In questa cornice si inserisce il Timoteo ovvero l'opera nella quale Psello analizza non solo l'azione del Diavolo ma anche le sue caratteristiche alla luce dell'insegnamento neoplatonico che suddivide i demoni in sei diverse categorie, ognuna caratterizzata da una specificità che ne influenza l'agire ed il sentire. Nell'analisi di questo testo non solo si è fatto riferimento ai personaggi citati dall'autore stesso nel dialogo ma anche e soprattutto alle numerose eresie accusate di avere come oggetto di venerazione il demonio e delle forme di lotta al maligno che hanno interessato il medioevo orientale così come quello occidentale. Alla ricerca di questa costante, che è il Male nel suo senso più ampio, si è dato largo spazio alle forme di rappresentazione utilizzate nei secoli per delinearne i connotati quali per esempio l'arte, la pittura, il teatro e la letteratura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/14074