L'argomento centrale del mio elaborato è l'antipolitica nelle sue mutevoli forme, intesa sia come fenomeno populista e demagogico sia come possibile potere ricostruttivo. L'antipolitica è un registro discorsivo utilizzato da vari personaggi pubblici come politici e giornalisti basato sull'opposizione radicale alle istituzioni politiche e al tradizionale sistema dei partiti. Questo sentimento di avversione spontaneo e generalizzato contro la politica è molto diffuso nel panorama mondiale. Il mio intento è quello di mettere a fuoco in questa mia tesi gli effetti dell'antipolitica in Italia, le diverse forme che ha e in particolare il potenziale comunicativo intrinseco che può manifestarsi in populismo e tecniche demagogiche. Un'attenzione costante verrà data ai metodi di diffusione mediatica e il loro ruolo chiave nei processi comunicativi che danno voce ai leader carismatici. È importante quindi analizzare il peso non indifferente che il web e la televisione hanno nelle vite delle persone che costituiscono, in teoria, il corpo elettorale, incidendo già alla base sulla volontà di votare o meno. Quindi si discuterà sul fenomeno della video-politica, una forma di propaganda in sintonia con la natura dei mezzi di comunicazione ma che il più delle volte è utilizzata per nascondere lacune ideologiche. Grazie agli studi del professor Sartori viene chiarita questa, ancora in atto, rivoluzione multimediale che trasforma l'homo sapiens in homo videns. Questo è dovuto ad un processo in cui la parola, base ed essenza della politica, viene spodestata dall'immagine. Vedremo anche il volto di un'antipolitica volta a costruire una nuova classe politica richiedendo un diverso esercizio di potere e gestione della cosa pubblica. Un'antipolitica del genere ha un confine molto tenue rispetto al populismo; la differenza sostanziale si può verificare solo dalla praticabilità e dalla prospettiva a lungo termine dei progetti politici, quindi dalla serietà gestionale del movimento o partito a cui fanno capo i leader che vogliono colmare la distanza presente nel rapporto cittadino-classe politica. Il mio interesse a riguardo nasce appunto dall'aver notato durante il percorso universitario come in questo particolare periodo storico la situazione politica sia mutata particolarmente rispetto al secolo scorso. Se precedentemente le macro-divisioni in ambito politico potevano essere evidenziate in antagonismi storici come fascismo-comunismo, liberismo-socialismo e monarchia-repubblica oggi a mio avviso a livello sociale si nota in maniera palese come la divisione sostanziale si verifichi nell' interesse o meno verso la politica sostanziale. Il dualismo principale in un periodo di grande sfiducia verso la classe politica dirigente è quindi antipolitica-politica. Il fenomeno più significativo di questa consolidata avversione è la triste bassa affluenza alle urne elettorali che sarebbe ulteriormente grave se non fosse per alcuni partiti e movimenti come il Movimento 5 stelle capeggiato dal comico Beppe Grillo che cavalcano la pericolosa tigre della insoddisfazione popolare. In questo modo le forze antipolitiche prendono forma e possono essere analizzate facendo riferimento al contesto storico studiando così fenomeni populistici e demagogici che prendono vitalità dall'inefficienza della gestione pubblica. Il mio elaborato sarà composto da 3 capitoli con l'obiettivo di mostrare il percorso storico dell'antipolitica e le sue varianti fino ad arrivare alla nostra realtà.
Antipolitica: populismo, leadership e Movimento 5 Stelle
EMMANUELE, GIOVANNI
2015/2016
Abstract
L'argomento centrale del mio elaborato è l'antipolitica nelle sue mutevoli forme, intesa sia come fenomeno populista e demagogico sia come possibile potere ricostruttivo. L'antipolitica è un registro discorsivo utilizzato da vari personaggi pubblici come politici e giornalisti basato sull'opposizione radicale alle istituzioni politiche e al tradizionale sistema dei partiti. Questo sentimento di avversione spontaneo e generalizzato contro la politica è molto diffuso nel panorama mondiale. Il mio intento è quello di mettere a fuoco in questa mia tesi gli effetti dell'antipolitica in Italia, le diverse forme che ha e in particolare il potenziale comunicativo intrinseco che può manifestarsi in populismo e tecniche demagogiche. Un'attenzione costante verrà data ai metodi di diffusione mediatica e il loro ruolo chiave nei processi comunicativi che danno voce ai leader carismatici. È importante quindi analizzare il peso non indifferente che il web e la televisione hanno nelle vite delle persone che costituiscono, in teoria, il corpo elettorale, incidendo già alla base sulla volontà di votare o meno. Quindi si discuterà sul fenomeno della video-politica, una forma di propaganda in sintonia con la natura dei mezzi di comunicazione ma che il più delle volte è utilizzata per nascondere lacune ideologiche. Grazie agli studi del professor Sartori viene chiarita questa, ancora in atto, rivoluzione multimediale che trasforma l'homo sapiens in homo videns. Questo è dovuto ad un processo in cui la parola, base ed essenza della politica, viene spodestata dall'immagine. Vedremo anche il volto di un'antipolitica volta a costruire una nuova classe politica richiedendo un diverso esercizio di potere e gestione della cosa pubblica. Un'antipolitica del genere ha un confine molto tenue rispetto al populismo; la differenza sostanziale si può verificare solo dalla praticabilità e dalla prospettiva a lungo termine dei progetti politici, quindi dalla serietà gestionale del movimento o partito a cui fanno capo i leader che vogliono colmare la distanza presente nel rapporto cittadino-classe politica. Il mio interesse a riguardo nasce appunto dall'aver notato durante il percorso universitario come in questo particolare periodo storico la situazione politica sia mutata particolarmente rispetto al secolo scorso. Se precedentemente le macro-divisioni in ambito politico potevano essere evidenziate in antagonismi storici come fascismo-comunismo, liberismo-socialismo e monarchia-repubblica oggi a mio avviso a livello sociale si nota in maniera palese come la divisione sostanziale si verifichi nell' interesse o meno verso la politica sostanziale. Il dualismo principale in un periodo di grande sfiducia verso la classe politica dirigente è quindi antipolitica-politica. Il fenomeno più significativo di questa consolidata avversione è la triste bassa affluenza alle urne elettorali che sarebbe ulteriormente grave se non fosse per alcuni partiti e movimenti come il Movimento 5 stelle capeggiato dal comico Beppe Grillo che cavalcano la pericolosa tigre della insoddisfazione popolare. In questo modo le forze antipolitiche prendono forma e possono essere analizzate facendo riferimento al contesto storico studiando così fenomeni populistici e demagogici che prendono vitalità dall'inefficienza della gestione pubblica. Il mio elaborato sarà composto da 3 capitoli con l'obiettivo di mostrare il percorso storico dell'antipolitica e le sue varianti fino ad arrivare alla nostra realtà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/140489