Questo lavoro nasce dal linguaggio, dal fascino che il termine¿El ghorba¿ (esilio, fuga, ricerca,) ha suscitato, e dall'importanza sociale e culturale che ha tra i migranti marocchini. A Torino quella marocchina è la seconda nazionalità, la migrazione in Europa e Italia infatti inizia negli anni 1970 in seguito alla crisi economica. Le dinamiche di integrazione, rappresentazione, e di confronto culturale che questa ricerca intende indagare hanno origine in quartieri come Porta Palazzo, Barriera di Milano o San Salvario, nei quali il dibattito politico-sociale della migrazione è sempre vivo. La metodologia usata si compone di approfondimenti bibliografici e interviste qualitative condotte con la partecipazione di alcuni cittadini marocchini residenti a Torino. Partendo dalla terminologia araba ¿El Ghorba¿, e dalle numerose declinazioni che ha avuto, e che ha ogniqualvolta si intraprenda, direttamente o meno, un progetto migratorio, si è cercato di analizzare il fenomeno pensandolo come ¿migrazione¿ ancor prima di ¿immigrazione¿. Il contesto di partenza è dunque complementare a quello di arrivo. Il filosofo e sociologo franco algerino Abdelmalek Sayad (1933- 1998) parla in ¿La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle illusioni dell'emigrato¿, della ¿doppia assenza¿, un conflitto per il quale il migrante vive costantemente il paradosso di essere fuori luogo, un concetto che invita ad approfondirne gli aspetti socioculturali e il linguaggio. Dopo una cronostoria della migrazione marocchina, vengono analizzati, tramite le interviste, l' impatto che el ghorba ha avuto nella società di arrivo, affrontando il tema del lavoro, le prospettive di integrazione e convivenza, e le conseguenze della partenza, dell'arrivo, e del senso di esilio che è presente in entrambi. Le immagini che ingranano il circuito migratorio vengono comprese entro questo paradosso dell'emigrato, per cui egli è assente sia dalla società di partenza che da quella di arrivo, escluso dalle categorie del politico, una ¿non persona¿ (Dal Lago) riflettend l'importanza delle dinamiche sociali, personali e collettive che ne derivano. Le riflessioni proposte mirano ad osservare la complessità del fenomeno che ovunque, e in questo caso a Torino, pone delle questioni profonde alla società in generale: la migrazione è infatti un'esperienza totale, un investimento sociale e personale che non si esaurisce nel momento in cui si concretizza, al contrario si riproduce in forme sempre vive nel presente individuale e collettivo.

Discorsi su El ghorba: immagini e storie della migrazione marocchina a Torino

FERRARI, CECILIA
2016/2017

Abstract

Questo lavoro nasce dal linguaggio, dal fascino che il termine¿El ghorba¿ (esilio, fuga, ricerca,) ha suscitato, e dall'importanza sociale e culturale che ha tra i migranti marocchini. A Torino quella marocchina è la seconda nazionalità, la migrazione in Europa e Italia infatti inizia negli anni 1970 in seguito alla crisi economica. Le dinamiche di integrazione, rappresentazione, e di confronto culturale che questa ricerca intende indagare hanno origine in quartieri come Porta Palazzo, Barriera di Milano o San Salvario, nei quali il dibattito politico-sociale della migrazione è sempre vivo. La metodologia usata si compone di approfondimenti bibliografici e interviste qualitative condotte con la partecipazione di alcuni cittadini marocchini residenti a Torino. Partendo dalla terminologia araba ¿El Ghorba¿, e dalle numerose declinazioni che ha avuto, e che ha ogniqualvolta si intraprenda, direttamente o meno, un progetto migratorio, si è cercato di analizzare il fenomeno pensandolo come ¿migrazione¿ ancor prima di ¿immigrazione¿. Il contesto di partenza è dunque complementare a quello di arrivo. Il filosofo e sociologo franco algerino Abdelmalek Sayad (1933- 1998) parla in ¿La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle illusioni dell'emigrato¿, della ¿doppia assenza¿, un conflitto per il quale il migrante vive costantemente il paradosso di essere fuori luogo, un concetto che invita ad approfondirne gli aspetti socioculturali e il linguaggio. Dopo una cronostoria della migrazione marocchina, vengono analizzati, tramite le interviste, l' impatto che el ghorba ha avuto nella società di arrivo, affrontando il tema del lavoro, le prospettive di integrazione e convivenza, e le conseguenze della partenza, dell'arrivo, e del senso di esilio che è presente in entrambi. Le immagini che ingranano il circuito migratorio vengono comprese entro questo paradosso dell'emigrato, per cui egli è assente sia dalla società di partenza che da quella di arrivo, escluso dalle categorie del politico, una ¿non persona¿ (Dal Lago) riflettend l'importanza delle dinamiche sociali, personali e collettive che ne derivano. Le riflessioni proposte mirano ad osservare la complessità del fenomeno che ovunque, e in questo caso a Torino, pone delle questioni profonde alla società in generale: la migrazione è infatti un'esperienza totale, un investimento sociale e personale che non si esaurisce nel momento in cui si concretizza, al contrario si riproduce in forme sempre vive nel presente individuale e collettivo.
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