La tesi proposta affronta il tema della flessibilità e dei cambiamenti che l'evoluzione normativa ha apportato, in tale direzione, al mercato del lavoro italiano. L'obiettivo è inquadrare quali sono stati gli effetti derivanti dall'apertura alla flessibilità da parte del mondo del lavoro, e cercare di capire se siano stati, in qualche modo, positivi. Negli ultimi decenni, infatti, il mercato del lavoro italiano è andato incontro ad un processo di profonda trasformazione: gli elevati tassi di disoccupazione, la scarsa crescita economica, e le spinte provenienti dall'Unione Europea hanno portato ad un drastico cambiamento delle regole che presiedevano al funzionamento del nostro mercato. Le teorie economiche dominanti imputavano alla forte rigidità del mercato del lavoro italiano, suffragata anche da diversi studi dell'OCSE sull'elevato indice EPL , la principale causa di un'economia stagnante e di una disoccupazione crescente. Dagli anni novanta in poi, entra così a far parte del panorama europeo il concetto di Flexicurity; questa strategia, promossa anche dalle principali istituzioni europee, mira a rilanciare e stimolare occupazione e produttività attraverso l'adozione di interventi che permettano di combinare flessibilità sul mercato del lavoro ad un adeguato e valido sistema di protezione del lavoratore. Nel primo capitolo verrà analizzata l'evoluzione del mercato del lavoro europeo e la transizione compiuta verso un modello di mercato del lavoro flessibile, passando per l'illustrazione, generica, delle basi teoriche poste a sostegno dell'apertura del mercato del lavoro al paradigma della flessibilità; il fine è cercare di chiarire quali sono state le ragioni delle politiche attuate in Italia e a quali effetti hanno portato le scelte operate dal Governo. Il secondo capitolo proseguirà, dunque, con l'analisi dei diversi interventi normativi che hanno contribuito al cambiamento del mercato del lavoro italiano a partire dal 1997, anno in cui vengono messi in atto i primi radicali interventi, con l'introduzione della legge Treu. Proseguendo, con l'analisi delle modifiche normative apportate dalla legge Biagi, si cercherà di delineare quali sono stati gli effetti parziali delle prime liberalizzazioni del mercato del lavoro intervenute, prevalentemente, sulla proliferazione di forme contrattuali atipiche per cercare di aumentare la flessibilità in entrata e stimolare così l'occupazione. Nell'ultima parte del capitolo verranno, invece, introdotti i recenti interventi sul mercato del lavoro: la legge Fornero (2012) e il Jobs Act (2015). Soffermandoci sull'evoluzione della tutela della disciplina dei licenziamenti operata a favore della flessibilità in uscita, verranno analizzate nello specifico le novità normative apportate dal Jobs act tra le quali, sicuramente, la più importante è stata l'introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti. L'ultima sezione sarà interamente dedicata all'analisi dei risultati ottenuti, a tre anni di distanza, dalla riforma Jobs Act. Si cercherà di inquadrare il fenomeno nella più ampia congiuntura economica europea che, a partire dal 2014, ha presentato un miglioramento e si cercherà di chiarire qual è stato il ruolo avuto dalla decontribuzione sull'andamento dei contratti a tempo indeterminato. La tesi si propone l'obiettivo di far luce sugli effetti che hanno prodotto, fino ad ora, il susseguirsi delle diverse liberalizzazioni sul mercato del lavoro.
Riforme e flessibilità nel mercato del lavoro italiano
MELIS, LORENZO
2016/2017
Abstract
La tesi proposta affronta il tema della flessibilità e dei cambiamenti che l'evoluzione normativa ha apportato, in tale direzione, al mercato del lavoro italiano. L'obiettivo è inquadrare quali sono stati gli effetti derivanti dall'apertura alla flessibilità da parte del mondo del lavoro, e cercare di capire se siano stati, in qualche modo, positivi. Negli ultimi decenni, infatti, il mercato del lavoro italiano è andato incontro ad un processo di profonda trasformazione: gli elevati tassi di disoccupazione, la scarsa crescita economica, e le spinte provenienti dall'Unione Europea hanno portato ad un drastico cambiamento delle regole che presiedevano al funzionamento del nostro mercato. Le teorie economiche dominanti imputavano alla forte rigidità del mercato del lavoro italiano, suffragata anche da diversi studi dell'OCSE sull'elevato indice EPL , la principale causa di un'economia stagnante e di una disoccupazione crescente. Dagli anni novanta in poi, entra così a far parte del panorama europeo il concetto di Flexicurity; questa strategia, promossa anche dalle principali istituzioni europee, mira a rilanciare e stimolare occupazione e produttività attraverso l'adozione di interventi che permettano di combinare flessibilità sul mercato del lavoro ad un adeguato e valido sistema di protezione del lavoratore. Nel primo capitolo verrà analizzata l'evoluzione del mercato del lavoro europeo e la transizione compiuta verso un modello di mercato del lavoro flessibile, passando per l'illustrazione, generica, delle basi teoriche poste a sostegno dell'apertura del mercato del lavoro al paradigma della flessibilità; il fine è cercare di chiarire quali sono state le ragioni delle politiche attuate in Italia e a quali effetti hanno portato le scelte operate dal Governo. Il secondo capitolo proseguirà, dunque, con l'analisi dei diversi interventi normativi che hanno contribuito al cambiamento del mercato del lavoro italiano a partire dal 1997, anno in cui vengono messi in atto i primi radicali interventi, con l'introduzione della legge Treu. Proseguendo, con l'analisi delle modifiche normative apportate dalla legge Biagi, si cercherà di delineare quali sono stati gli effetti parziali delle prime liberalizzazioni del mercato del lavoro intervenute, prevalentemente, sulla proliferazione di forme contrattuali atipiche per cercare di aumentare la flessibilità in entrata e stimolare così l'occupazione. Nell'ultima parte del capitolo verranno, invece, introdotti i recenti interventi sul mercato del lavoro: la legge Fornero (2012) e il Jobs Act (2015). Soffermandoci sull'evoluzione della tutela della disciplina dei licenziamenti operata a favore della flessibilità in uscita, verranno analizzate nello specifico le novità normative apportate dal Jobs act tra le quali, sicuramente, la più importante è stata l'introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti. L'ultima sezione sarà interamente dedicata all'analisi dei risultati ottenuti, a tre anni di distanza, dalla riforma Jobs Act. Si cercherà di inquadrare il fenomeno nella più ampia congiuntura economica europea che, a partire dal 2014, ha presentato un miglioramento e si cercherà di chiarire qual è stato il ruolo avuto dalla decontribuzione sull'andamento dei contratti a tempo indeterminato. La tesi si propone l'obiettivo di far luce sugli effetti che hanno prodotto, fino ad ora, il susseguirsi delle diverse liberalizzazioni sul mercato del lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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