Ancora oggi viviamo i postumi di una crisi iniziata nel 2007, che dal punto di vista sia finanziario che economico sconvolse il mondo intero. Questo processo iniziò nel 2000 con la bolla immobiliare, in cui i prezzi degli stabili erano in continuo aumento, e culminò col processo della cartolarizzazione, un meccanismo attraverso cui le banche trasferivano il rischio dei mutui ad altri operatori finanziari. Queste situazioni sottovalutate fecero esplodere la bolla, ed in poco tempo, i tassi dei mutui aumentarono vertiginosamente, rendendo questi ultimi sempre più costosi e difficili da ripagare. L'effetto eclatante, fu quello della difficoltà delle società finanziarie in crisi di liquidità, infatti si registrarono le prime perdite legate ai Subprime. I primi provvedimenti furono presi dalle banche centrali, che con una manovra di politica monetaria espansiva, abbassarono i tassi d'interesse facendo in modo che fossero agevolate le concessioni di credito, anche se comunque, non servì a fermare la crisi. Questa catastrofe finanziaria trascinò al fondo anche il colosso Lehman Brothers, la quarta banca di investimenti più importante al mondo. Questo gruppo finanziario, che dal 1850 aveva iniziato la sua scalata inarrestabile da negozio di prodotti tessili fino a diventare un gigante da 600 miliardi di titoli e uno staff di più di 25 mila persone, venne spazzata dal mercato, lo stesso che dominò per un secolo. La crisi divenne economica, e dilagò anche in Europa, infatti nei due anni a venire, si verificò un crollo drastico del PIL in numerosi paesi del mondo, soprattutto in quelli più avanzati. L'impatto di questa recessione fu sentito anche dal sistema bancario italiano (anche se fu meno intenso rispetto le altre economie). La resistenza del sistema bancario italiano alla crisi è dovuta anche grazie alla presenza di norme severe e di una vigilanza più rigida. A seguito del fallimento della Lehman Brothers venne avviato un monitoraggio sulle esposizioni delle banche italiane nei confronti dei principali gruppi bancari internazionali. Le conseguenze di questa enorme crisi portarono alla chiusura di migliaia di aziende, soprattutto nel settore automobilistico e manifatturiero. Inoltre venne anche registrato un calo dei consumi, infatti stiamo vivendo una fase recessiva in cui gli investimenti sono paralizzati, ed il tasso di disoccupazione è in forte aumento.

La crisi finanziaria del 2007 e le conseguenze sull'economia mondiale

CASTALDO, DANIELE
2017/2018

Abstract

Ancora oggi viviamo i postumi di una crisi iniziata nel 2007, che dal punto di vista sia finanziario che economico sconvolse il mondo intero. Questo processo iniziò nel 2000 con la bolla immobiliare, in cui i prezzi degli stabili erano in continuo aumento, e culminò col processo della cartolarizzazione, un meccanismo attraverso cui le banche trasferivano il rischio dei mutui ad altri operatori finanziari. Queste situazioni sottovalutate fecero esplodere la bolla, ed in poco tempo, i tassi dei mutui aumentarono vertiginosamente, rendendo questi ultimi sempre più costosi e difficili da ripagare. L'effetto eclatante, fu quello della difficoltà delle società finanziarie in crisi di liquidità, infatti si registrarono le prime perdite legate ai Subprime. I primi provvedimenti furono presi dalle banche centrali, che con una manovra di politica monetaria espansiva, abbassarono i tassi d'interesse facendo in modo che fossero agevolate le concessioni di credito, anche se comunque, non servì a fermare la crisi. Questa catastrofe finanziaria trascinò al fondo anche il colosso Lehman Brothers, la quarta banca di investimenti più importante al mondo. Questo gruppo finanziario, che dal 1850 aveva iniziato la sua scalata inarrestabile da negozio di prodotti tessili fino a diventare un gigante da 600 miliardi di titoli e uno staff di più di 25 mila persone, venne spazzata dal mercato, lo stesso che dominò per un secolo. La crisi divenne economica, e dilagò anche in Europa, infatti nei due anni a venire, si verificò un crollo drastico del PIL in numerosi paesi del mondo, soprattutto in quelli più avanzati. L'impatto di questa recessione fu sentito anche dal sistema bancario italiano (anche se fu meno intenso rispetto le altre economie). La resistenza del sistema bancario italiano alla crisi è dovuta anche grazie alla presenza di norme severe e di una vigilanza più rigida. A seguito del fallimento della Lehman Brothers venne avviato un monitoraggio sulle esposizioni delle banche italiane nei confronti dei principali gruppi bancari internazionali. Le conseguenze di questa enorme crisi portarono alla chiusura di migliaia di aziende, soprattutto nel settore automobilistico e manifatturiero. Inoltre venne anche registrato un calo dei consumi, infatti stiamo vivendo una fase recessiva in cui gli investimenti sono paralizzati, ed il tasso di disoccupazione è in forte aumento.
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