Le acque marine profonde rappresentano il più esteso bioma della Terra e la biodiversità stimata di questi ambienti è tra le più alte. Esempi di ecosistemi marini profondi sono i cold-water coral banks, biocostruzioni di carbonato di calcio depositate da cnidari dell’ordine Scleractinia, che creano complessi habitat tridimensionali, che sono fonte di sostentamento, ma anche luoghi di rifugio e nursery per numerose specie bentoniche e bento-nectoniche. I CWCs vivono in condizioni di totale assenza di luce, per questa ragione non presentano la simbiosi con le zooxantelle, alghe unicellulari fotosintetiche che forniscono nutrimento tramite i prodotti della fotosintesi e determinano le vivaci colorazioni dei reefs tropicali. Le fonti di nutrimento dei CWCs sono zooplancton, fitoplancton e POM (particulate organic matter), che raggiungono il substrato in cui si trovano i banks grazie alle forti correnti di fondo, caratteristiche delle regioni in cui crescono. Sono distribuiti principalmente nell’Oceano Atlantico Settentrionale, ma sono anche presenti nell’Oceano Pacifico, Indiano, e nel Mar Mediterraneo. Il banco di Santa Maria di Leuca (SML), situato al largo delle coste della Puglia a nord del Mar Ionio, rappresenta un raro esempio di living Lophelia-Madrepora coral mounds del Mediterraneo. Il numero di taxa presenti in quest’area è estremamente elevato, in quanto le biocostruzioni rappresentano un importante hotspot di biodiversità. Nonostante il banco di SML sia un’Area Marina di Reperimento (Area Marina Protetta non ancora istituita), l’impatto antropico è comunque evidente: diversi studi hanno mostrato danni meccanici alle strutture scheletriche dovuti alla pesca a strascico, riduzione dell’abbondanza di pesci a causa della pesca intensiva e la presenza di rifiuti di ogni genere sui fondali. Oltre a fattori locali, anche il problema globale dell’acidificazione dei mari compromette lo sviluppo degli scheletri carbonatici. La tutela di questi ambienti è complessa, ma fondamentale per evitare la perdita di biodiversità nei nostri mari.
Cold-Water Coral banks: biodiversità, ruolo ecologico e conservazione
ALLA, ERINDA
2021/2022
Abstract
Le acque marine profonde rappresentano il più esteso bioma della Terra e la biodiversità stimata di questi ambienti è tra le più alte. Esempi di ecosistemi marini profondi sono i cold-water coral banks, biocostruzioni di carbonato di calcio depositate da cnidari dell’ordine Scleractinia, che creano complessi habitat tridimensionali, che sono fonte di sostentamento, ma anche luoghi di rifugio e nursery per numerose specie bentoniche e bento-nectoniche. I CWCs vivono in condizioni di totale assenza di luce, per questa ragione non presentano la simbiosi con le zooxantelle, alghe unicellulari fotosintetiche che forniscono nutrimento tramite i prodotti della fotosintesi e determinano le vivaci colorazioni dei reefs tropicali. Le fonti di nutrimento dei CWCs sono zooplancton, fitoplancton e POM (particulate organic matter), che raggiungono il substrato in cui si trovano i banks grazie alle forti correnti di fondo, caratteristiche delle regioni in cui crescono. Sono distribuiti principalmente nell’Oceano Atlantico Settentrionale, ma sono anche presenti nell’Oceano Pacifico, Indiano, e nel Mar Mediterraneo. Il banco di Santa Maria di Leuca (SML), situato al largo delle coste della Puglia a nord del Mar Ionio, rappresenta un raro esempio di living Lophelia-Madrepora coral mounds del Mediterraneo. Il numero di taxa presenti in quest’area è estremamente elevato, in quanto le biocostruzioni rappresentano un importante hotspot di biodiversità. Nonostante il banco di SML sia un’Area Marina di Reperimento (Area Marina Protetta non ancora istituita), l’impatto antropico è comunque evidente: diversi studi hanno mostrato danni meccanici alle strutture scheletriche dovuti alla pesca a strascico, riduzione dell’abbondanza di pesci a causa della pesca intensiva e la presenza di rifiuti di ogni genere sui fondali. Oltre a fattori locali, anche il problema globale dell’acidificazione dei mari compromette lo sviluppo degli scheletri carbonatici. La tutela di questi ambienti è complessa, ma fondamentale per evitare la perdita di biodiversità nei nostri mari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/140168