Le migrazioni sono un fenomeno caratteristico della specie umana in quanto tale. In epoca contemporanea, subiscono una criminalizzazione crescente: nella loro disciplina il diritto civile amministrativo si fonde con il diritto penale, la cui finalità primaria è proteggere la società dai crimini. Tale fenomeno prende il nome di Crimmigration e ha come esito politiche che regolano gli ingressi entro lo Stato sempre più restrittive, al fine di proteggerne i cittadini e soddisfare la loro richiesta di maggiore sicurezza. Coloro che oltrepassano il confine senza esserne autorizzati sono etichettati come pericolosi per l’ordine pubblico. La presente dissertazione tratta del processo di Crimmigration appena descritto, servendosi di un impianto teorico derivante dall’analisi e dal confronto delle prospettive di più autori, impegnatisi nell’approfondimento di tale fenomeno. Dopo aver fornito un quadro generale utile a comprendere come tale processo si sia evoluto a livello sovranazionale e nazionale, con le implicazioni che ciò ha comportato lette in prospettiva sociologica, propongo l’applicazione critica delle teorie prese in esame al caso della città di Ventimiglia, realtà di confine attraversata da migranti da sempre. Le recenti risposte dei diversi attori sociali ai fenomeni migratori che la attraversano rendono Ventimiglia un’importante cartina tornasole per leggere con maggiore chiarezza dinamiche presenti a livello sovralocale. Tra queste risposte mi focalizzo su quella, avanzata nel 2021, di istituire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Ventimiglia. Si tratta di una proposta non accantonata e che, considerando le derive in cui versa il paese visto l’esito delle elezioni del settembre 2022, si avvicina ancor di più a divenire realtà. Con gli strumenti della sociologia delle migrazioni, della sociologia del diritto e della sociologia della devianza l’obiettivo ultimo di questa ricerca è evidenziare le criticità di questo progetto facendo luce, per quanto possibile data la sua intrinseca opacità, sulla realtà dei CPR e ponendola in correlazione con quella locale della città di Ventimiglia. L’organizzazione di ognuno dei capitoli procede dal generale al particolare, affiancando la realtà osservabile a riflessioni teoriche da essa derivabili. Infine, in un’ottica più generale, tutto il lavoro mira a decostruire l’idea di immigrato irregolare come nemico pubblico della società autoctona in ragione della presunta pericolosità sociale che lo contraddistinguerebbe, dimostrando la natura socialmente costruita e stereotipata di tale figura.
Crimmigration a Ventimiglia: il migrante come "nemico", nel limbo tra ipotesi di trattenimento forzato e solidarietà ostacolata
ARICÒ, GIULIA
2021/2022
Abstract
Le migrazioni sono un fenomeno caratteristico della specie umana in quanto tale. In epoca contemporanea, subiscono una criminalizzazione crescente: nella loro disciplina il diritto civile amministrativo si fonde con il diritto penale, la cui finalità primaria è proteggere la società dai crimini. Tale fenomeno prende il nome di Crimmigration e ha come esito politiche che regolano gli ingressi entro lo Stato sempre più restrittive, al fine di proteggerne i cittadini e soddisfare la loro richiesta di maggiore sicurezza. Coloro che oltrepassano il confine senza esserne autorizzati sono etichettati come pericolosi per l’ordine pubblico. La presente dissertazione tratta del processo di Crimmigration appena descritto, servendosi di un impianto teorico derivante dall’analisi e dal confronto delle prospettive di più autori, impegnatisi nell’approfondimento di tale fenomeno. Dopo aver fornito un quadro generale utile a comprendere come tale processo si sia evoluto a livello sovranazionale e nazionale, con le implicazioni che ciò ha comportato lette in prospettiva sociologica, propongo l’applicazione critica delle teorie prese in esame al caso della città di Ventimiglia, realtà di confine attraversata da migranti da sempre. Le recenti risposte dei diversi attori sociali ai fenomeni migratori che la attraversano rendono Ventimiglia un’importante cartina tornasole per leggere con maggiore chiarezza dinamiche presenti a livello sovralocale. Tra queste risposte mi focalizzo su quella, avanzata nel 2021, di istituire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio a Ventimiglia. Si tratta di una proposta non accantonata e che, considerando le derive in cui versa il paese visto l’esito delle elezioni del settembre 2022, si avvicina ancor di più a divenire realtà. Con gli strumenti della sociologia delle migrazioni, della sociologia del diritto e della sociologia della devianza l’obiettivo ultimo di questa ricerca è evidenziare le criticità di questo progetto facendo luce, per quanto possibile data la sua intrinseca opacità, sulla realtà dei CPR e ponendola in correlazione con quella locale della città di Ventimiglia. L’organizzazione di ognuno dei capitoli procede dal generale al particolare, affiancando la realtà osservabile a riflessioni teoriche da essa derivabili. Infine, in un’ottica più generale, tutto il lavoro mira a decostruire l’idea di immigrato irregolare come nemico pubblico della società autoctona in ragione della presunta pericolosità sociale che lo contraddistinguerebbe, dimostrando la natura socialmente costruita e stereotipata di tale figura.File | Dimensione | Formato | |
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