The current thesis aims at investigating why and how the Vichy regime (1940-1944) promoted the concept of a "new Europe", unified under Nazi's aegis. In researching the vision of Europe of this particular historical period it is interesting to investigate the political thinking of Marshal Petain and the other members of the French collaborationist government, as well as the Europeanist militance of its intellectuals. Firstly, historical conditions that allowed the introduction of the European theme in collaborationist France are analyzed, particularly by dwelling briefly on Vichy regime's consolidation process. In the attempt to understand the instrumentalization of the European idea orchestrated by Hitler, we analyse the hegemonic Nazi project, the so called "New European order". Afterwards, we explore the vision of Europe that was elaborated by Marshal Petain, who ignored the Hitlerian will of transforming France in one of the satellites of the Germanic Empire, and perceived the construction of the "new Europe" as the chance to restore the nation's lost prestige. As a consequence, we observe how the idea of Europe has served for a cultural and political "regeneration" project for France. However, the Europeanist indoctrination can't just be reduced to the propaganda manoeuvre organized by the Vichy regime. In fact, Europe arose the genuine interest of several collaborationist intellectuals. After observing the historic motivations that contributed to create the illusion of a Nazi-fascist continental revival, meaning the shared perception of a cultural, political and moral decline of France and of the whole of Europe, the research proceeds by analysing the Europeanist works of some of the most influent spokesmen of the regime. The Europeanist militantism is firstly analyzed from a political perspective, by observing the thought of the intellectuals who supported the birth of a National socialist federal or confederal Europe. Consequently, we examine the commitment of Pierre Drieu la Rochelle to create the "United States of Europe" and of Alphone de Châteaubriant, to unify European populations, also by the creation of the "Collaboration" group, which promoted a new continental order through a "European civil war". The work of Robert Brasillach, victim and supporter of the illusion of a European unifying fascism, is equally important. At last, we observe the thought of Marcel Déat and the activity of its "National Popular Union" to create a "socialist" Europe. Secondly, we observe the economic theory of the Europeanist collaborationists. The economic, customs and monetary union was primarily promoted by the writer and economist Francis Delaisi. Furthermore, the conceptual elaboration of a European "economic socialism" by Marcel Déat is analyzed. Finally, we dwell on the work of François Perroux, the collaborationist theorist of the European monetary federalism. In the end, we question the uprooting of the collaborationist Europeanism and the emergence of a new one in the immediate post-World War II period. After analysing the disillusion of French collaborationists provoked by the defeat of Nazism, we describe the events faced by the mentioned intellectuals. In particular, the cultural epuration that took place in France is clearly represented by the processes against them. Indeed, the construction of the European unity will start again this time by relying on the movements and values of the Resistance.
La presente tesi mira a indagare perché e in che modo il regime di Vichy (1940- 1944) ha promosso l’idea di una "nuova Europa", unificata sotto l'egida nazista. Alfine di ricostruire la visione dell’Europa durante questo particolare frangente storico è interessante soffermarsi sul pensiero politico del maresciallo Pétain, incarnazione del regime collaborazionista francese, e sul militantismo europeista degli intellettuali ad esso affiliati. Innanzitutto, si procede all’analisi delle condizioni storiche che hanno favorito l’introduzione del tema europeo nella Francia collaborazionista. Nell’intento di capire la strumentalizzazione della questione europea orchestrata da Hitler, si esamina il progetto egemonico nazista: la costituzione del cosiddetto “Nuovo ordine europeo”. In seguito, si approfondisce la visione di Europa elaborata dal maresciallo Pétain, il quale percepisce la costruzione di una "nuova Europa" come la possibilità di restituire alla nazione il prestigio perduto. Di conseguenza, si osserva come l’idea di Europa sia servita da rivestimento per un processo di “rigenerazione” culturale e politica della Francia. A questo proposito, si indaga l’impresa propagandistica ufficiale, in particolare nell’ambito editoriale. Tuttavia, l’indottrinamento europeistico non può essere meramente ridotto alla propaganda organizzata dal regime di Vichy, avendo l’Europa suscitato il vivo interesse di numerosi intellettuali collaborazionisti. Dopo aver osservato le motivazioni storiche che hanno partecipato al radicamento dell’illusione di una rinascita continentale nazifascista, - ossia la condivisa percezione di una decadenza culturale, politica e morale della Francia e più generalmente dell’Europa intera-, la ricerca procede quindi analizzando le opere europeiste di alcuni dei portavoce più influenti del regime. Il militantismo europeista viene analizzato in un primo tempo da un punto di vista politico, studiando il pensiero degli intellettuali a favore della nascita di un’Europa nazionalsocialista federale o confederale. A questo proposito si esamina l’impegno di Pierre Drieu la Rochelle per la costituzione degli “Stati Uniti d’Europa” e di Alphonse de Châteaubriant, creatore del gruppo “Collaboration”, promotore di un nuovo ordine continentale attraverso una “guerra civile europea”. Altrettanto importante è il lavoro svolto da RobertBrasillach, vittima e sostenitore dell’illusione di un fascismo europeo unificatore. Da ultimo, si affronta il pensiero di Marcel Déat e l’attività del movimento “Rassemblement National Populaire” da questi fondato a favore dell'istituzione di un’Europa “socialista”. In un secondo tempo si osserva la teorizzazione economica dei collaborazionisti europeisti. L’unione economica, doganale e monetaria è innanzitutto promossa dallo scrittore ed economista Francis Delaisi. Inoltre, ci si sofferma sul lavoro svolto da François Perroux, teorico collaborazionista del federalismo monetario europeo. Viene infine preso in esame lo sradicamento dell’europeismo collaborazionista e l’emergere di un europeismo nuovo nell'immediato secondo dopoguerra. Dopo aver osservato la disillusione europea conseguente alla sconfitta del nazismo, si descrivono le vicende affrontate dagli intellettuali sopracitati. In particolare, i processi intentati contro di essi testimoniano dell’epurazione culturale avvenuta in Francia. La costruzione dell’unità europea ripartirà infatti affidandosi ai movimenti della Resistenza.
L'idea di Europa all'epoca di Vichy e nel pensiero degli intellettuali collaborazionisti
VALVO, IRENE
2021/2022
Abstract
La presente tesi mira a indagare perché e in che modo il regime di Vichy (1940- 1944) ha promosso l’idea di una "nuova Europa", unificata sotto l'egida nazista. Alfine di ricostruire la visione dell’Europa durante questo particolare frangente storico è interessante soffermarsi sul pensiero politico del maresciallo Pétain, incarnazione del regime collaborazionista francese, e sul militantismo europeista degli intellettuali ad esso affiliati. Innanzitutto, si procede all’analisi delle condizioni storiche che hanno favorito l’introduzione del tema europeo nella Francia collaborazionista. Nell’intento di capire la strumentalizzazione della questione europea orchestrata da Hitler, si esamina il progetto egemonico nazista: la costituzione del cosiddetto “Nuovo ordine europeo”. In seguito, si approfondisce la visione di Europa elaborata dal maresciallo Pétain, il quale percepisce la costruzione di una "nuova Europa" come la possibilità di restituire alla nazione il prestigio perduto. Di conseguenza, si osserva come l’idea di Europa sia servita da rivestimento per un processo di “rigenerazione” culturale e politica della Francia. A questo proposito, si indaga l’impresa propagandistica ufficiale, in particolare nell’ambito editoriale. Tuttavia, l’indottrinamento europeistico non può essere meramente ridotto alla propaganda organizzata dal regime di Vichy, avendo l’Europa suscitato il vivo interesse di numerosi intellettuali collaborazionisti. Dopo aver osservato le motivazioni storiche che hanno partecipato al radicamento dell’illusione di una rinascita continentale nazifascista, - ossia la condivisa percezione di una decadenza culturale, politica e morale della Francia e più generalmente dell’Europa intera-, la ricerca procede quindi analizzando le opere europeiste di alcuni dei portavoce più influenti del regime. Il militantismo europeista viene analizzato in un primo tempo da un punto di vista politico, studiando il pensiero degli intellettuali a favore della nascita di un’Europa nazionalsocialista federale o confederale. A questo proposito si esamina l’impegno di Pierre Drieu la Rochelle per la costituzione degli “Stati Uniti d’Europa” e di Alphonse de Châteaubriant, creatore del gruppo “Collaboration”, promotore di un nuovo ordine continentale attraverso una “guerra civile europea”. Altrettanto importante è il lavoro svolto da RobertBrasillach, vittima e sostenitore dell’illusione di un fascismo europeo unificatore. Da ultimo, si affronta il pensiero di Marcel Déat e l’attività del movimento “Rassemblement National Populaire” da questi fondato a favore dell'istituzione di un’Europa “socialista”. In un secondo tempo si osserva la teorizzazione economica dei collaborazionisti europeisti. L’unione economica, doganale e monetaria è innanzitutto promossa dallo scrittore ed economista Francis Delaisi. Inoltre, ci si sofferma sul lavoro svolto da François Perroux, teorico collaborazionista del federalismo monetario europeo. Viene infine preso in esame lo sradicamento dell’europeismo collaborazionista e l’emergere di un europeismo nuovo nell'immediato secondo dopoguerra. Dopo aver osservato la disillusione europea conseguente alla sconfitta del nazismo, si descrivono le vicende affrontate dagli intellettuali sopracitati. In particolare, i processi intentati contro di essi testimoniano dell’epurazione culturale avvenuta in Francia. La costruzione dell’unità europea ripartirà infatti affidandosi ai movimenti della Resistenza.File | Dimensione | Formato | |
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