La gestione dei popolamenti forestali interessati da incendi di elevata severità, soprattutto nel caso di superfici percorse di notevole estensione, richiede specifiche conoscenze sull'ecologia delle specie presenti e sul potenziale impatto ecologico delle tecniche applicate. Tuttavia molto spesso tale presupposto fondamentale rimane disatteso. La valutazione delle più opportune scelte di intervento selvicolturale acquisisce inoltre un'importanza strategica soprattutto in ambienti caratterizzati da un regime di incendio in evoluzione verso condizioni di maggiore frequenza, intensità e dimensione degli eventi di disturbo, così come previsto dagli scenari di cambiamento climatico e di uso del suolo a livello globale. Una delle pratiche di gestione più comunemente e universalmente adottate dopo un incendio è il salvage logging, tecnica che prevede l'asportazione delle piante morte o danneggiate in seguito all'evento di disturbo. Tale pratica è stata storicamente applicata come intervento di routine dalle amministrazioni forestali in molte parti del mondo, nonostante l'intenso dibattito sollevato negli ultimi decenni dalla comunità scientifica sulla sua reale efficacia. Recentemente sono stati realizzati diversi studi volti a far luce sull'impatto ecologico determinato sull'ecosistema dal salvage logging. Alla luce dei risultati dei primi lavori di ricerca prodotti su questa tematica, sempre più spesso si stanno sperimentando interventi alternativi, di severità inferiore rispetto al salvage logging, potenzialmente in grado di simulare o assecondare le dinamiche naturali di ricostituzione. L'analisi critica delle letteratura scientifica condotta ha permesso di evidenziare come il salvage logging si configuri spesso come un ulteriore disturbo, in questo caso di natura antropica, a carico del popolamento, il cui impatto si combina con quello del disturbo naturale. La relazione finale presenta un approfondimento sul salvage logging, ed in particolare ne confronta gli effetti in popolamenti caratterizzati da condizioni ecologiche e stazionali molto diverse (ecosistemi mediterranei, ecosistemi boreali ed ecosistemi Alpini). Inoltre si approfondiscono alcune nuove tecniche di gestione post-incendio che possono sostituire il taglio di sgombero, i cui effetti negativi sembrano essere sensibilmente ridotti. Per le diverse tecniche di intervento si analizzano le implicazioni a carico delle rinnovazione forestale (ad es. in termini di densità, composizione specifica, struttura), sulla biodiversità vegetale e animale, sulle interazioni con disturbi successivi. Dai casi studio analizzati emerge come l'attuazione di interventi post-incendio che comportino un'alterazione a carico di biological legacies di riconosciuta importanza ecologica, quali gli elementi di necromassa, debba essere valutata attentamente. Inoltre la gestione attiva post-disturbo deve essere limitata ai contesti in cui risulti necessario intervenire al fine di facilitare o accelerare la ricostituzione dell'ecosistema, senza tuttavia interferire con i processi di successione naturale.

Effetti del salvage logging in foreste percorse da incendi di elevata severità

GIORDANA, NICOLÒ
2015/2016

Abstract

La gestione dei popolamenti forestali interessati da incendi di elevata severità, soprattutto nel caso di superfici percorse di notevole estensione, richiede specifiche conoscenze sull'ecologia delle specie presenti e sul potenziale impatto ecologico delle tecniche applicate. Tuttavia molto spesso tale presupposto fondamentale rimane disatteso. La valutazione delle più opportune scelte di intervento selvicolturale acquisisce inoltre un'importanza strategica soprattutto in ambienti caratterizzati da un regime di incendio in evoluzione verso condizioni di maggiore frequenza, intensità e dimensione degli eventi di disturbo, così come previsto dagli scenari di cambiamento climatico e di uso del suolo a livello globale. Una delle pratiche di gestione più comunemente e universalmente adottate dopo un incendio è il salvage logging, tecnica che prevede l'asportazione delle piante morte o danneggiate in seguito all'evento di disturbo. Tale pratica è stata storicamente applicata come intervento di routine dalle amministrazioni forestali in molte parti del mondo, nonostante l'intenso dibattito sollevato negli ultimi decenni dalla comunità scientifica sulla sua reale efficacia. Recentemente sono stati realizzati diversi studi volti a far luce sull'impatto ecologico determinato sull'ecosistema dal salvage logging. Alla luce dei risultati dei primi lavori di ricerca prodotti su questa tematica, sempre più spesso si stanno sperimentando interventi alternativi, di severità inferiore rispetto al salvage logging, potenzialmente in grado di simulare o assecondare le dinamiche naturali di ricostituzione. L'analisi critica delle letteratura scientifica condotta ha permesso di evidenziare come il salvage logging si configuri spesso come un ulteriore disturbo, in questo caso di natura antropica, a carico del popolamento, il cui impatto si combina con quello del disturbo naturale. La relazione finale presenta un approfondimento sul salvage logging, ed in particolare ne confronta gli effetti in popolamenti caratterizzati da condizioni ecologiche e stazionali molto diverse (ecosistemi mediterranei, ecosistemi boreali ed ecosistemi Alpini). Inoltre si approfondiscono alcune nuove tecniche di gestione post-incendio che possono sostituire il taglio di sgombero, i cui effetti negativi sembrano essere sensibilmente ridotti. Per le diverse tecniche di intervento si analizzano le implicazioni a carico delle rinnovazione forestale (ad es. in termini di densità, composizione specifica, struttura), sulla biodiversità vegetale e animale, sulle interazioni con disturbi successivi. Dai casi studio analizzati emerge come l'attuazione di interventi post-incendio che comportino un'alterazione a carico di biological legacies di riconosciuta importanza ecologica, quali gli elementi di necromassa, debba essere valutata attentamente. Inoltre la gestione attiva post-disturbo deve essere limitata ai contesti in cui risulti necessario intervenire al fine di facilitare o accelerare la ricostituzione dell'ecosistema, senza tuttavia interferire con i processi di successione naturale.
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