Nonostante le difficoltà degli ultimi anni legate alla crisi economica, il consumo di birra in Italia è in lieve crescita rispetto agli anni precedenti, a seguito di un decennio in cui il consumo della bevanda è rimasto sostanzialmente stabile. Le principali novità legate alla parziale ripresa del settore sono da attribuire all'esplosione del fenomeno della birra artigianale, favorito dalla progressiva evoluzione ed adeguamento della legge italiana agli sviluppi del settore. Il mercato della birra italiano è però fortemente legato all'importazione di materie prime dall'estero, in particolare di orzo da malto. Infatti sul totale delle aziende italiane del settore, il 69% importa dall'estero malti normali e speciali, e solamente il 27% utilizza malto nostrano, molto spesso non proveniente dal territorio regionale dove è poi successivamente impiegato nel processo produttivo. In Italia si coltivano circa 280.000 ha di orzo, di cui solo 30.000 circa sono seminati con orzo da birra su contratto di coltivazione, per una produzione di circa 100.000 t, assorbita quasi del tutto da due grandi malterie industriali. Le varietà da malto di alta qualità coltivate in Italia sono per lo più originarie del Nord Europa, dove le condizioni climatiche, caratterizzate da inverni rigidi ed estati temperate e con piogge regolari, hanno indotto una preferenza per le varietà primaverili. In Italia però tali varietà sono poco competitive da un punto di vista produttivo rispetto agli orzi ad uso zootecnico o ad altre colture autunno-vernine. Di conseguenza il principale areale di produzione dell'orzo da birra è il Centro-Sud dove sono dislocate le principali malterie italiane, con una semina generalmente condotta dalla seconda metà di novembre ai primi giorni di gennaio. L'obiettivo di questa tesi è quello di descrivere i parametri qualitativi necessari per la produzione di orzo da birra e affrontare quale possa essere l'effetto delle condizioni ambientali, delle caratteristiche varietali e della tecnica agronomica sulla produttività e la qualità della coltura. Dall'analisi dei risultati dell'ultimo quinquennio delle prove di confronto varietale nazionali si evince la buona potenzialità produttiva e qualitativa dell'orzo da birra in semina autunnale al Centro-Sud, sebbene buoni risultati qualitativi sono stati ottenuti anche al Centro-Nord in semina primaverile.Tuttavia, i livelli produttivi del Centro Nord risultano poco competitivi con quelli delle cultivar a destinazione d'uso zootecnica, a semina autunnale. Per gli areali fertili della Pianura Padana servirebbe l'individuazione di genotipi adatti alla semina autunnale e con una buona resistenza al freddo. Sulla tecnica agronomica sono stati analizzati i fattori agronomici maggiormente influenzanti la produttività e la qualità dell'orzo da birra: il momento di semina in funzione dell'areale di coltivazione, la gestione della fertilizzazione azotata e la difesa fungicida della coltura dalle principali avversità biotiche.Tali indicazioni hanno permesso di individuare le linee guida agronomiche più importanti la coltivazione dell'orzo da malto in Italia, al fine di ottenere un prodotto adeguato alle richieste della filiera produttiva. Un aumento della competitività del settore può quindi derivare da una crescita della produzione della coltura nei diversi areali nazionali, che possa sostenere la realizzazione di prodotti Made in Italy, e dei microbirrifici artigianali.
Orzo e birra italiana: opportunità del mercato e qualità delle produzioni
CARGNINO, ALESSANDRO
2016/2017
Abstract
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni legate alla crisi economica, il consumo di birra in Italia è in lieve crescita rispetto agli anni precedenti, a seguito di un decennio in cui il consumo della bevanda è rimasto sostanzialmente stabile. Le principali novità legate alla parziale ripresa del settore sono da attribuire all'esplosione del fenomeno della birra artigianale, favorito dalla progressiva evoluzione ed adeguamento della legge italiana agli sviluppi del settore. Il mercato della birra italiano è però fortemente legato all'importazione di materie prime dall'estero, in particolare di orzo da malto. Infatti sul totale delle aziende italiane del settore, il 69% importa dall'estero malti normali e speciali, e solamente il 27% utilizza malto nostrano, molto spesso non proveniente dal territorio regionale dove è poi successivamente impiegato nel processo produttivo. In Italia si coltivano circa 280.000 ha di orzo, di cui solo 30.000 circa sono seminati con orzo da birra su contratto di coltivazione, per una produzione di circa 100.000 t, assorbita quasi del tutto da due grandi malterie industriali. Le varietà da malto di alta qualità coltivate in Italia sono per lo più originarie del Nord Europa, dove le condizioni climatiche, caratterizzate da inverni rigidi ed estati temperate e con piogge regolari, hanno indotto una preferenza per le varietà primaverili. In Italia però tali varietà sono poco competitive da un punto di vista produttivo rispetto agli orzi ad uso zootecnico o ad altre colture autunno-vernine. Di conseguenza il principale areale di produzione dell'orzo da birra è il Centro-Sud dove sono dislocate le principali malterie italiane, con una semina generalmente condotta dalla seconda metà di novembre ai primi giorni di gennaio. L'obiettivo di questa tesi è quello di descrivere i parametri qualitativi necessari per la produzione di orzo da birra e affrontare quale possa essere l'effetto delle condizioni ambientali, delle caratteristiche varietali e della tecnica agronomica sulla produttività e la qualità della coltura. Dall'analisi dei risultati dell'ultimo quinquennio delle prove di confronto varietale nazionali si evince la buona potenzialità produttiva e qualitativa dell'orzo da birra in semina autunnale al Centro-Sud, sebbene buoni risultati qualitativi sono stati ottenuti anche al Centro-Nord in semina primaverile.Tuttavia, i livelli produttivi del Centro Nord risultano poco competitivi con quelli delle cultivar a destinazione d'uso zootecnica, a semina autunnale. Per gli areali fertili della Pianura Padana servirebbe l'individuazione di genotipi adatti alla semina autunnale e con una buona resistenza al freddo. Sulla tecnica agronomica sono stati analizzati i fattori agronomici maggiormente influenzanti la produttività e la qualità dell'orzo da birra: il momento di semina in funzione dell'areale di coltivazione, la gestione della fertilizzazione azotata e la difesa fungicida della coltura dalle principali avversità biotiche.Tali indicazioni hanno permesso di individuare le linee guida agronomiche più importanti la coltivazione dell'orzo da malto in Italia, al fine di ottenere un prodotto adeguato alle richieste della filiera produttiva. Un aumento della competitività del settore può quindi derivare da una crescita della produzione della coltura nei diversi areali nazionali, che possa sostenere la realizzazione di prodotti Made in Italy, e dei microbirrifici artigianali.File | Dimensione | Formato | |
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