I probiotici sono dei microrganismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio ed un vantaggio per la salute dell’ospite. Sono importanti perché promuovono lo stato di salute e di benessere di un individuo e possono ridurre la gravità e la durata delle infezioni attraverso la produzione di molecole che interagiscono con l’ospite, o attraverso il trasferimento degli stessi microrganismi in siti diversi d’azione. Le caratteristiche principali dei probiotici sono: essere innocui per l’ospite, sopravvivere alle condizioni dell’ambiente gastrointestinale, aderire alle cellule della parete intestinale, produrre batteriocine e competere con microrganismi. I più frequenti meccanismi d’azione sono: adesione alla mucosa intestinale, induzione delle variazioni nell’ambiente intestinale, riparazione della permeabilità intestinale e il potenziamento della risposta immunitaria intestinale. I prebiotici, per quanto possano assomigliare ai probiotici, sono in realtà delle sostanze alimentari non digeribili che vengono riconosciute e metabolizzate dai microrganismi simbionti intestinali, i quali ricavano l’energia per il loro sviluppo, per la produzione di composti come gli acidi a catena corta e per influenzare positivamente sullo stato di salute dell’ospite. I probiotici fungini sono particolarmente versatili, in quanto hanno molte applicazioni: promuovono lo stato di salute in quanto probiotici (ruolo bioterapeutico), migliorano la qualità degli alimenti, hanno capacità nutraceutiche, e possono produrre composti bioattivi di diverso tipo, applicazione e funzione. Essi hanno dunque attività differenti (antibatterica, antimicotica, anti-tossigenica), portando ad effetti specifici in base al lievito e alle relative caratteristiche. Per quanto rappresentino una porzione limitata dei probiotici, i lieviti probiotici più diffusi appartengono al genere Saccharomyces, tra i quali Saccharomyces boulardii. Il lievito Saccharomyces boulardii CNCM I-745 è stato il primo ad essere impiegato come lievito probiotico, il quale viene spesso impiegato per il trattamento di infezioni di natura diversa. I lieviti probiotici hanno un ruolo nella definizione della qualità degli alimenti e delle bevande, contribuendo alla produzione di cibi e bevande con caratteristiche organolettiche che rendono il prodotto più appetibile, con metaboliti per individui con particolari malattie e con effetto probiotico vero e proprio. Oltre al contributo sulla qualità, i lieviti probiotici contribuiscono all’aumento dei valori nutrizionali tramite l’arricchimento degli alimenti e l’eliminazione di composti indesiderati, così come contribuiscono a migliorare le caratteristiche farmaceutiche, costituendo integratori alimentari per prevenire e trattare delle malattie e di promuovere lo stato di benessere dell’ospite. In un esperimento in vivo, il probiotico S. boulardii ha dimostrato di colonizzare intestini trattati con antibiotici, in quanto somministrando un cocktail di antibiotici in topi NMRI si è osservato che diminuiva la complessità e la numerosità batterica del loro microbiota, portando ad una numerosità e tempo di permanenza più elevati del lievito, utile per lo studio di eventuali applicazioni terapeutiche del lievito.

I PROBIOTICI FUNGINI: APPROFONDIMENTI SULLE FUNZIONI E SUGLI EFFETTI

LA PLACA, CHIARA
2021/2022

Abstract

I probiotici sono dei microrganismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio ed un vantaggio per la salute dell’ospite. Sono importanti perché promuovono lo stato di salute e di benessere di un individuo e possono ridurre la gravità e la durata delle infezioni attraverso la produzione di molecole che interagiscono con l’ospite, o attraverso il trasferimento degli stessi microrganismi in siti diversi d’azione. Le caratteristiche principali dei probiotici sono: essere innocui per l’ospite, sopravvivere alle condizioni dell’ambiente gastrointestinale, aderire alle cellule della parete intestinale, produrre batteriocine e competere con microrganismi. I più frequenti meccanismi d’azione sono: adesione alla mucosa intestinale, induzione delle variazioni nell’ambiente intestinale, riparazione della permeabilità intestinale e il potenziamento della risposta immunitaria intestinale. I prebiotici, per quanto possano assomigliare ai probiotici, sono in realtà delle sostanze alimentari non digeribili che vengono riconosciute e metabolizzate dai microrganismi simbionti intestinali, i quali ricavano l’energia per il loro sviluppo, per la produzione di composti come gli acidi a catena corta e per influenzare positivamente sullo stato di salute dell’ospite. I probiotici fungini sono particolarmente versatili, in quanto hanno molte applicazioni: promuovono lo stato di salute in quanto probiotici (ruolo bioterapeutico), migliorano la qualità degli alimenti, hanno capacità nutraceutiche, e possono produrre composti bioattivi di diverso tipo, applicazione e funzione. Essi hanno dunque attività differenti (antibatterica, antimicotica, anti-tossigenica), portando ad effetti specifici in base al lievito e alle relative caratteristiche. Per quanto rappresentino una porzione limitata dei probiotici, i lieviti probiotici più diffusi appartengono al genere Saccharomyces, tra i quali Saccharomyces boulardii. Il lievito Saccharomyces boulardii CNCM I-745 è stato il primo ad essere impiegato come lievito probiotico, il quale viene spesso impiegato per il trattamento di infezioni di natura diversa. I lieviti probiotici hanno un ruolo nella definizione della qualità degli alimenti e delle bevande, contribuendo alla produzione di cibi e bevande con caratteristiche organolettiche che rendono il prodotto più appetibile, con metaboliti per individui con particolari malattie e con effetto probiotico vero e proprio. Oltre al contributo sulla qualità, i lieviti probiotici contribuiscono all’aumento dei valori nutrizionali tramite l’arricchimento degli alimenti e l’eliminazione di composti indesiderati, così come contribuiscono a migliorare le caratteristiche farmaceutiche, costituendo integratori alimentari per prevenire e trattare delle malattie e di promuovere lo stato di benessere dell’ospite. In un esperimento in vivo, il probiotico S. boulardii ha dimostrato di colonizzare intestini trattati con antibiotici, in quanto somministrando un cocktail di antibiotici in topi NMRI si è osservato che diminuiva la complessità e la numerosità batterica del loro microbiota, portando ad una numerosità e tempo di permanenza più elevati del lievito, utile per lo studio di eventuali applicazioni terapeutiche del lievito.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
898237_tesilaplacachiara.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.25 MB
Formato Adobe PDF
1.25 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/139675