La relazione finale affronta il tema dei paesaggi rurali terrazzati di interesse storico. Inizialmente è stato analizzato il contesto dei paesaggi rurali che sono testimoni storici di civiltà, specchio delle diverse identità culturali e, se gestiti e valorizzati, forniscono diversi servizi ecosistemici. Successivamente sono stati esaminati i principali strumenti di valorizzazione a livello internazionale e nazionale fra cui la World Heritage List (WHL) dell’UNESCO, il programma Globally Important Agricultural Heritage Systems (GIAHS) della FAO e il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali. Tutti questi strumenti danno importanza al mantenimento dell’integrità dei siti. In seguito, ci si è concentrati sui paesaggi terrazzati. I terrazzamenti sono sistemazioni idraulico-agrarie che incrementano la superficie di terreno coltivabile, favoriscono l’infiltrazione dell’acqua nel terreno limitando l’erosione del suolo, aumentano la resa delle colture, preservano la biodiversità e producono paesaggi che contribuiscono allo sviluppo turistico in aree marginali. Il fenomeno più importante osservato a seguito dell’abbandono dei terrazzamenti è il cedimento del muro a secco. Fra le cause si annoverano: la formazione del bosco di invasione, la pendenza del versante e la tessitura del suolo. Infine, sono stati analizzati due paesaggi terrazzati italiani come casi studio: i terrazzamenti a vite dell’Alto Eporediese (Piemonte, Torino) e i terrazzamenti a vite e ulivo del Sito UNESCO “Porto Venere, Cinque Terre e le Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)” (Liguria, La Spezia). Nel primo caso, la vite è allevata con la tecnica tradizionale della pergola alta in cui l’elemento storico caratteristico è rappresentato dalle colonne in pietra. La varietà coltivata sull’85% della superficie vitata totale è il Nebbiolo. Nonostante quest’area sia candidata all’iscrizione al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, non manca il fenomeno dell’abbandono che ha portato alla formazione del bosco di invasione e ad un aumento del rischio idrogeologico. Per quest’area è necessario incentivare ulteriormente il turismo esperienziale. Il secondo sito è stato iscritto alla WHL nel 1997. La vite e l’ulivo coprono l’87% della superficie totale terrazzata. La vite è allevata con la tecnica della pergola bassa. È caratteristica la presenza di monorotaie a cremagliera usate principalmente per il trasporto dell’uva raccolta, simbolo di una continua evoluzione del territorio in linea con le esigenze della comunità. La presenza di boschi di invasione, l’elevata pendenza dei versanti e dei piani di coltivazione rendono quest’area vulnerabile da un punto di vista idrogeologico. In quest’area la pressione turistica elevata rende necessario lo sviluppo di politiche che promuovano un turismo esperienziale più indirizzato alla valorizzazione del patrimonio bio-culturale del luogo. L’analisi di questi due casi studio ha permesso di ripercorrere i punti principali affrontati nella relazione, sottolineando la natura fortemente antropica dei paesaggi terrazzati e la loro importanza sotto molti punti di vista, sempre più minacciata dai fenomeni di degrado, nonostante la presenza di strumenti di tutela e valorizzazione.

I paesaggi rurali terrazzati come patrimonio bio-culturale da valorizzare

BAUDUCCO, VITTORIO
2021/2022

Abstract

La relazione finale affronta il tema dei paesaggi rurali terrazzati di interesse storico. Inizialmente è stato analizzato il contesto dei paesaggi rurali che sono testimoni storici di civiltà, specchio delle diverse identità culturali e, se gestiti e valorizzati, forniscono diversi servizi ecosistemici. Successivamente sono stati esaminati i principali strumenti di valorizzazione a livello internazionale e nazionale fra cui la World Heritage List (WHL) dell’UNESCO, il programma Globally Important Agricultural Heritage Systems (GIAHS) della FAO e il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali. Tutti questi strumenti danno importanza al mantenimento dell’integrità dei siti. In seguito, ci si è concentrati sui paesaggi terrazzati. I terrazzamenti sono sistemazioni idraulico-agrarie che incrementano la superficie di terreno coltivabile, favoriscono l’infiltrazione dell’acqua nel terreno limitando l’erosione del suolo, aumentano la resa delle colture, preservano la biodiversità e producono paesaggi che contribuiscono allo sviluppo turistico in aree marginali. Il fenomeno più importante osservato a seguito dell’abbandono dei terrazzamenti è il cedimento del muro a secco. Fra le cause si annoverano: la formazione del bosco di invasione, la pendenza del versante e la tessitura del suolo. Infine, sono stati analizzati due paesaggi terrazzati italiani come casi studio: i terrazzamenti a vite dell’Alto Eporediese (Piemonte, Torino) e i terrazzamenti a vite e ulivo del Sito UNESCO “Porto Venere, Cinque Terre e le Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)” (Liguria, La Spezia). Nel primo caso, la vite è allevata con la tecnica tradizionale della pergola alta in cui l’elemento storico caratteristico è rappresentato dalle colonne in pietra. La varietà coltivata sull’85% della superficie vitata totale è il Nebbiolo. Nonostante quest’area sia candidata all’iscrizione al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, non manca il fenomeno dell’abbandono che ha portato alla formazione del bosco di invasione e ad un aumento del rischio idrogeologico. Per quest’area è necessario incentivare ulteriormente il turismo esperienziale. Il secondo sito è stato iscritto alla WHL nel 1997. La vite e l’ulivo coprono l’87% della superficie totale terrazzata. La vite è allevata con la tecnica della pergola bassa. È caratteristica la presenza di monorotaie a cremagliera usate principalmente per il trasporto dell’uva raccolta, simbolo di una continua evoluzione del territorio in linea con le esigenze della comunità. La presenza di boschi di invasione, l’elevata pendenza dei versanti e dei piani di coltivazione rendono quest’area vulnerabile da un punto di vista idrogeologico. In quest’area la pressione turistica elevata rende necessario lo sviluppo di politiche che promuovano un turismo esperienziale più indirizzato alla valorizzazione del patrimonio bio-culturale del luogo. L’analisi di questi due casi studio ha permesso di ripercorrere i punti principali affrontati nella relazione, sottolineando la natura fortemente antropica dei paesaggi terrazzati e la loro importanza sotto molti punti di vista, sempre più minacciata dai fenomeni di degrado, nonostante la presenza di strumenti di tutela e valorizzazione.
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