Negli ultimi è aumentata l’importanza dell’utilizzo di tecniche genetiche e genomiche nell’ambito di progetti di conservazione delle specie a rischio di estinzione, in quanto consentono di risolvere le incertezze tassonimiche e di avere una informazione più precisa sulla diversità genetica che caratterizza la popolazione o la specie studiata. In questa tesi ho analizzato due programmi di conservazione di due specie diverse, per evidenziare il contributo fornito dalla genetica. Il primo programma riguardava lo studio della diversità genetica della popolazione di tartarughe verdi, Chelonia mydas, presenti nel Mediterraneo. Da un primo studio, effettuato tramite l’utilizzo di microsatelliti, è emerso che le popolazioni mediterranee analizzate mostravano una maggiore diversità genetica (da 0,54 in Turchia a 0,93 a Israele), rispetto a quella registrata in studi precedenti. Un altro studio, condotto sempre sulle tartarughe verdi nella regione indo-pacifica, ha permesso di identificare una nuova unità di gestione presente nelle isole Xisha, caratterizzata da una maggiore diversità genetica rispetto a quella osservata in popolazioni presenti in altre regioni circostanti. L’altro programma di conservazione che ho analizzato riguarda quello legato alla salvaguardia delle tigri, Panthera tigris. Molto importante è stata la risoluzione della filogenesi di questa specie e in particolare la scoperta della stretta relazione tra la tigre dell’Amur, Panthera tigris altaica, e la tigre del Caspio, Panthera tigris virgata, estinta nel suo areale negli anni ’70. È stato osservato che le due sottospecie differiscono per un singolo nucleotide a livello dell’aplotipo più diffuso nelle tigri dell’Amur. Anche la tigre dell’Amur presenta una bassa diversità genetica rispetto a tutte le altre sottospecie. Questa bassa diversità genetica sembra essere ascrivibile a fenomeni di inbreeding; infatti, uno studio effettuato in Cina ha rilevato, per questa sottospecie, coefficienti di inbreeding che vanno da moderati ad elevati. Infine, anche la tigre Indiana, Panthera tigris tigris, che presenta anch’essa elevati livelli del coefficiente di inbreeding, è a rischio di estinzione, nonostante i numerosi sforzi attuati per la sua conservazione. I programmi di conservazione citati hanno beneficiato dell’uso della genetica per poter conoscere meglio la struttura della popolazione e capire meglio quali aspetti devono essere migliorati. Molto probabilmente con l’aumentare delle informazioni genetiche e lo sviluppo delle tecniche genetiche, si potranno avere dei dati sempre più precisi.

Genetica della conservazione: tutela delle tartarughe verdi, Chelonia mydas, della tigre dell’Amur, Panthera tigris altaica, della tigre del Caspio, Panthera tigris virgata, e della tigre Indiana, Panthera tigris tigris

DI NUNNO, CRYSTAL
2021/2022

Abstract

Negli ultimi è aumentata l’importanza dell’utilizzo di tecniche genetiche e genomiche nell’ambito di progetti di conservazione delle specie a rischio di estinzione, in quanto consentono di risolvere le incertezze tassonimiche e di avere una informazione più precisa sulla diversità genetica che caratterizza la popolazione o la specie studiata. In questa tesi ho analizzato due programmi di conservazione di due specie diverse, per evidenziare il contributo fornito dalla genetica. Il primo programma riguardava lo studio della diversità genetica della popolazione di tartarughe verdi, Chelonia mydas, presenti nel Mediterraneo. Da un primo studio, effettuato tramite l’utilizzo di microsatelliti, è emerso che le popolazioni mediterranee analizzate mostravano una maggiore diversità genetica (da 0,54 in Turchia a 0,93 a Israele), rispetto a quella registrata in studi precedenti. Un altro studio, condotto sempre sulle tartarughe verdi nella regione indo-pacifica, ha permesso di identificare una nuova unità di gestione presente nelle isole Xisha, caratterizzata da una maggiore diversità genetica rispetto a quella osservata in popolazioni presenti in altre regioni circostanti. L’altro programma di conservazione che ho analizzato riguarda quello legato alla salvaguardia delle tigri, Panthera tigris. Molto importante è stata la risoluzione della filogenesi di questa specie e in particolare la scoperta della stretta relazione tra la tigre dell’Amur, Panthera tigris altaica, e la tigre del Caspio, Panthera tigris virgata, estinta nel suo areale negli anni ’70. È stato osservato che le due sottospecie differiscono per un singolo nucleotide a livello dell’aplotipo più diffuso nelle tigri dell’Amur. Anche la tigre dell’Amur presenta una bassa diversità genetica rispetto a tutte le altre sottospecie. Questa bassa diversità genetica sembra essere ascrivibile a fenomeni di inbreeding; infatti, uno studio effettuato in Cina ha rilevato, per questa sottospecie, coefficienti di inbreeding che vanno da moderati ad elevati. Infine, anche la tigre Indiana, Panthera tigris tigris, che presenta anch’essa elevati livelli del coefficiente di inbreeding, è a rischio di estinzione, nonostante i numerosi sforzi attuati per la sua conservazione. I programmi di conservazione citati hanno beneficiato dell’uso della genetica per poter conoscere meglio la struttura della popolazione e capire meglio quali aspetti devono essere migliorati. Molto probabilmente con l’aumentare delle informazioni genetiche e lo sviluppo delle tecniche genetiche, si potranno avere dei dati sempre più precisi.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
930093_dinunno_crystal_tesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 717.17 kB
Formato Adobe PDF
717.17 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/139561