La Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), fin dalla sua istituzione nel 1952, interpreta il diritto dell'UE per garantire che sia applicato allo stesso modo in tutti gli Stati membri e dirime le controversie giuridiche tra governi nazionali e istituzioni dell'UE. Può essere adita, in talune circostanze, anche da singoli cittadini, imprese o organizzazioni allo scopo di intraprendere un'azione legale contro un'istituzione dell'UE o uno Stato membro qualora ritengano che abbia in qualche modo violato i loro diritti. Un istituto fondamentale al fine di garantire il rispetto del diritto UE è l'efficacia diretta. L'elaborato è essenzialmente diviso in due parti. La prima, partendo da una sintesi circa le origini di questo istituto (attraverso l'analisi di importanti sentenze che hanno contribuito alla sua nascita), ci soffermeremo sulle funzioni e i ruoli di quest’ultimo all'interno del diritto dell'Unione. Dopodiché ne analizzeremo la struttura e gli eventuali limiti che incontra in particolare nei confronti delle direttive, nello specifico nei confronti del divieto di efficacia diretta orizzontale di quest'ultime. Successivamente l'esame si concentrerà sull'efficacia diretta circa i principi generali dell'ordinamento UE e i diritti fondamentali garantiti dalla Carta. Infine andremo ad analizzare gli escamotage ideati dalla Corte e la sua giurisprudenza al fine di aggirare tale divieto. La seconda parte, invece, è caratterizzata dall’esame di una recente causa presentata alla Corte di giustizia proprio su questo istituto fondamentale e i suoi rapporti con le direttive e il divieto dell’efficacia diretta orizzontale di quest’ultime. L’elaborato andrà a ripercorrere le vicende e le questioni pregiudiziali, successivamente si andranno ad analizzare le conclusioni dell’Avvocato Generale e la decisione della Corte sul caso. L’ultima parte infine si conclude con un confronto tra le conclusioni dell’Avvocato Generale e la sentenza della Corte, evidenziando le eventuali discrepanze tra le due e fornendo alcuni pareri personali e spunti di riflessione.
L'efficacia diretta e gli effetti delle pronunce di inadempimento: la causa C-261/20, Thelen Technopark Berlin
TOLOMEO, RAUL
2021/2022
Abstract
La Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), fin dalla sua istituzione nel 1952, interpreta il diritto dell'UE per garantire che sia applicato allo stesso modo in tutti gli Stati membri e dirime le controversie giuridiche tra governi nazionali e istituzioni dell'UE. Può essere adita, in talune circostanze, anche da singoli cittadini, imprese o organizzazioni allo scopo di intraprendere un'azione legale contro un'istituzione dell'UE o uno Stato membro qualora ritengano che abbia in qualche modo violato i loro diritti. Un istituto fondamentale al fine di garantire il rispetto del diritto UE è l'efficacia diretta. L'elaborato è essenzialmente diviso in due parti. La prima, partendo da una sintesi circa le origini di questo istituto (attraverso l'analisi di importanti sentenze che hanno contribuito alla sua nascita), ci soffermeremo sulle funzioni e i ruoli di quest’ultimo all'interno del diritto dell'Unione. Dopodiché ne analizzeremo la struttura e gli eventuali limiti che incontra in particolare nei confronti delle direttive, nello specifico nei confronti del divieto di efficacia diretta orizzontale di quest'ultime. Successivamente l'esame si concentrerà sull'efficacia diretta circa i principi generali dell'ordinamento UE e i diritti fondamentali garantiti dalla Carta. Infine andremo ad analizzare gli escamotage ideati dalla Corte e la sua giurisprudenza al fine di aggirare tale divieto. La seconda parte, invece, è caratterizzata dall’esame di una recente causa presentata alla Corte di giustizia proprio su questo istituto fondamentale e i suoi rapporti con le direttive e il divieto dell’efficacia diretta orizzontale di quest’ultime. L’elaborato andrà a ripercorrere le vicende e le questioni pregiudiziali, successivamente si andranno ad analizzare le conclusioni dell’Avvocato Generale e la decisione della Corte sul caso. L’ultima parte infine si conclude con un confronto tra le conclusioni dell’Avvocato Generale e la sentenza della Corte, evidenziando le eventuali discrepanze tra le due e fornendo alcuni pareri personali e spunti di riflessione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/139511