Il processo di digitalizzazione della realtà continua a portare profonde trasformazioni in ambito giuridico. Negli ultimi decenni si sono svolti vigorosi dibattiti legali e teorici attorno a temi e questioni completamente nuovi. Si è cercato di trovare delle soluzioni a questi problemi, ricorrendo talvolta a interpretazioni innovative e ampie di disposizioni legislative preesistenti, riscoprendo e conformandosi all'uso delle persone fisiche ormai iperconnesse, e talvolta impegnandosi nella ricerca, nella scoperta e quindi nella creazione di nuovi ordinamenti giuridici da zero plasmati sulla figura dell’ente telematico e sulle esigenze di tutela di questo. L'uso massiccio di Internet ha portato ad una rinnovata attenzione sui cosiddetti diritti della personalità, ovvero un insieme di diritti di carattere giuridico assoluto, necessari, personalissimi, originari, non patrimoniali, indisponibili, imprescrittibili, irrinunciabili e non trasmissibili, che mirano a salvaguardare e garantire le ragioni fondamentali della vita umana e dello sviluppo fisico e mentale. Nuove pratiche di scrittura, comunicazione e diffusione delle informazioni influenzano il modo in cui ci comportiamo, pensiamo e quindi influiscono sul modo in cui esistiamo. L’instaurarsi di una società iperconnessa rielabora il modo in cui si plasmano, si intrecciano e si svolgono le relazioni sociali tra le persone e l’ambiente in cui vivono. La realtà è aumentata da un'ampia gamma di fattori tecnologici e strumenti che filtrano le percezioni della realtà. Il risultato è una community dove ogni elemento social è caratterizzato da una storia personale, pubblicamente accessibile e difficile da cancellare con un solo click. Prima della diffusione del web, con sempre più connessioni mobili, il mondo in cui si viveva (inteso come un sistema di oggetti e di relazioni) era incline a dimenticare, sentendo così il bisogno di progettare tecniche di archiviazione che non permettessero ad importanti frammenti di vissuto di cadere nell’oblio. Oggi, invece, una società "high-tech" è caratterizzata dalla registrazione istantanea e permanente, spesso automatica, del processo stesso di scrittura (messaggi, email, post, tweet, like, commenti, articoli, ecc.) e dalla navigazione. La persistenza delle informazioni raccolte è stata anche determinata dalla riduzione dei costi di archiviazione, che rende possibile l’ archiviazione di grandi quantità di dati in comode pagine web, apparentemente ben organizzate, portando ad una memoria della rete infinita e senza tempo che tutto memorizza e nulla dimentica. In questo contesto, c'è un urgente bisogno per le persone ovvero il diritto ad essere dimenticati. L'oblio diventa una necessità, determinata dal riscatto di un passato eccessivamente persecutorio. Ecco, quindi l’introduzione del diritto all'oblio, fornendo uno strumento giuridico che consente al soggetto di riacquistare la privacy. Prima la giurisprudenza, poi i legislatori comunitari vedono il passare del tempo come un parametro importante da valutare per limitare la libertà di informare ed essere informati. Di conseguenza, il trattamento dei dati personali da parte dei media perde nel tempo la sua originaria legittimità, con il risultato che le informazioni non rispondendo più al bisogno di conoscenza del pubblico vengono rimosse dalla memoria di Internet.
Diritto all'oblio
DAL ZUFFO, LETIZIA
2021/2022
Abstract
Il processo di digitalizzazione della realtà continua a portare profonde trasformazioni in ambito giuridico. Negli ultimi decenni si sono svolti vigorosi dibattiti legali e teorici attorno a temi e questioni completamente nuovi. Si è cercato di trovare delle soluzioni a questi problemi, ricorrendo talvolta a interpretazioni innovative e ampie di disposizioni legislative preesistenti, riscoprendo e conformandosi all'uso delle persone fisiche ormai iperconnesse, e talvolta impegnandosi nella ricerca, nella scoperta e quindi nella creazione di nuovi ordinamenti giuridici da zero plasmati sulla figura dell’ente telematico e sulle esigenze di tutela di questo. L'uso massiccio di Internet ha portato ad una rinnovata attenzione sui cosiddetti diritti della personalità, ovvero un insieme di diritti di carattere giuridico assoluto, necessari, personalissimi, originari, non patrimoniali, indisponibili, imprescrittibili, irrinunciabili e non trasmissibili, che mirano a salvaguardare e garantire le ragioni fondamentali della vita umana e dello sviluppo fisico e mentale. Nuove pratiche di scrittura, comunicazione e diffusione delle informazioni influenzano il modo in cui ci comportiamo, pensiamo e quindi influiscono sul modo in cui esistiamo. L’instaurarsi di una società iperconnessa rielabora il modo in cui si plasmano, si intrecciano e si svolgono le relazioni sociali tra le persone e l’ambiente in cui vivono. La realtà è aumentata da un'ampia gamma di fattori tecnologici e strumenti che filtrano le percezioni della realtà. Il risultato è una community dove ogni elemento social è caratterizzato da una storia personale, pubblicamente accessibile e difficile da cancellare con un solo click. Prima della diffusione del web, con sempre più connessioni mobili, il mondo in cui si viveva (inteso come un sistema di oggetti e di relazioni) era incline a dimenticare, sentendo così il bisogno di progettare tecniche di archiviazione che non permettessero ad importanti frammenti di vissuto di cadere nell’oblio. Oggi, invece, una società "high-tech" è caratterizzata dalla registrazione istantanea e permanente, spesso automatica, del processo stesso di scrittura (messaggi, email, post, tweet, like, commenti, articoli, ecc.) e dalla navigazione. La persistenza delle informazioni raccolte è stata anche determinata dalla riduzione dei costi di archiviazione, che rende possibile l’ archiviazione di grandi quantità di dati in comode pagine web, apparentemente ben organizzate, portando ad una memoria della rete infinita e senza tempo che tutto memorizza e nulla dimentica. In questo contesto, c'è un urgente bisogno per le persone ovvero il diritto ad essere dimenticati. L'oblio diventa una necessità, determinata dal riscatto di un passato eccessivamente persecutorio. Ecco, quindi l’introduzione del diritto all'oblio, fornendo uno strumento giuridico che consente al soggetto di riacquistare la privacy. Prima la giurisprudenza, poi i legislatori comunitari vedono il passare del tempo come un parametro importante da valutare per limitare la libertà di informare ed essere informati. Di conseguenza, il trattamento dei dati personali da parte dei media perde nel tempo la sua originaria legittimità, con il risultato che le informazioni non rispondendo più al bisogno di conoscenza del pubblico vengono rimosse dalla memoria di Internet.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
916008_tesicompletadalzuffo.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.05 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/139306