Sin dall’antichità i filosofi hanno cercato di delineare il concetto di immaginazione, fino a poter ammettere, parafrasando Aristotele, che l’immaginazione si può dire in molti modi. Il primo compito che mi prefiggo in questa tesi è trattare dell’immaginazione quale forma creativa, che crea il proprio oggetto, il quale non è colto come esistente. Per sostenere questo mi ricondurrò alla tesi della “neutralizzazione delle posizioni d’essere” del filosofo E.Husserl: ciò che caratterizza gli oggetti dell’immaginazione è il fatto che non li si cerchi nella realtà. Infatti Husserl e altri filosofi sostengono che nei giochi di finzione si debbano mettere da parte problemi inerenti alla credenza sull’esistenza o la non esistenza di quello che si immagina. A questo punto porrò a contrasto della tesi husserliana la nozione di “make Believe” di K.Walton, sottolineando come, anche questa prospettiva, non soddisfi la tesi di Husserl. Nella seconda parte mi concentrerò sul ruolo dell’immaginazione nel dominio della creatività, dopo aver chiarito la definizione stessa di creatività e alcuni suoi elementi caratteristici. In questa sede prenderò in considerazione le tesi dei filosofi R.Stokes e B.Gaut e in particolar modo il motivo per cui l’immaginazione è adatta nei processi creativi denominati “attivi”. Nella terza ed ultima parte tratterò dell’importanza dell’immaginazione nei giochi di finzione in età infantile. Mi concentrerò sul pensiero dello psicologo Lev Semënovič Vygotskij al fine di mostrare come l’immaginazione, intesa in questa sede come attività creativa, sia in grado di trasformare la realtà stessa combinando elementi dell’esperienza e dandone una configurazione nuova propriamente mentale.

L'immaginazione creativa

ARLEO, GIULIA
2021/2022

Abstract

Sin dall’antichità i filosofi hanno cercato di delineare il concetto di immaginazione, fino a poter ammettere, parafrasando Aristotele, che l’immaginazione si può dire in molti modi. Il primo compito che mi prefiggo in questa tesi è trattare dell’immaginazione quale forma creativa, che crea il proprio oggetto, il quale non è colto come esistente. Per sostenere questo mi ricondurrò alla tesi della “neutralizzazione delle posizioni d’essere” del filosofo E.Husserl: ciò che caratterizza gli oggetti dell’immaginazione è il fatto che non li si cerchi nella realtà. Infatti Husserl e altri filosofi sostengono che nei giochi di finzione si debbano mettere da parte problemi inerenti alla credenza sull’esistenza o la non esistenza di quello che si immagina. A questo punto porrò a contrasto della tesi husserliana la nozione di “make Believe” di K.Walton, sottolineando come, anche questa prospettiva, non soddisfi la tesi di Husserl. Nella seconda parte mi concentrerò sul ruolo dell’immaginazione nel dominio della creatività, dopo aver chiarito la definizione stessa di creatività e alcuni suoi elementi caratteristici. In questa sede prenderò in considerazione le tesi dei filosofi R.Stokes e B.Gaut e in particolar modo il motivo per cui l’immaginazione è adatta nei processi creativi denominati “attivi”. Nella terza ed ultima parte tratterò dell’importanza dell’immaginazione nei giochi di finzione in età infantile. Mi concentrerò sul pensiero dello psicologo Lev Semënovič Vygotskij al fine di mostrare come l’immaginazione, intesa in questa sede come attività creativa, sia in grado di trasformare la realtà stessa combinando elementi dell’esperienza e dandone una configurazione nuova propriamente mentale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/139302