L’obiettivo di questa tesi è quello di fornire una visione generalizzata della teoria di Hallin e Mancini riguardo i diversi modelli dei sistemi mediatici che caratterizzati i Paesi Europei e non solo. I modelli definiti dai due autori sono: il modello Mediterraneo o Pluralista-Polarizzato, il Modello dell’Europa continentale: Democratico-Corporativo e infine il Modello Liberale di Gran Bretagna e America. La teoria di Hallin e Mancini è sicuramente una delle idee fondanti della ricerca empirica in campo mediatico, ma certamente non è il punto di arrivo, in quanto fornisce una prima infarinatura generale dei modelli mediatici dell’Europa Occidentale, senza andare però ad analizzare i paesi dell’Europa orientale, o di altre parti del mondo, a causa di una difficoltà nel reperire i dati. Queste mancanze verranno poi, in parte, risolte da ulteriori ricerche, successive al 2004 (anno di pubblicazione del libro), che andranno sia a modificare alcune variabili prese in considerazione dai due autori (soprattutto la variabile: Stato) e sia ad applicare questo sistema di suddivisione agli stati dell’Europa Orientale. Questo scardinerà di fatto l’idea originale di Hallin e Mancini secondo cui l’applicazione di questa suddivisione ai paesi Europei Orientali sarebbe stata impossibile a causa delle differenze in campo economico ,sociale, politico e culturale tra i due blocchi continentali. Ricordiamo che una degli assunti fondamentali della teoria di Hallin e Mancini è sicuramente l’omogeneità che deve caratterizzare i diversi paesi presi in considerazione: stessa storia, stesso sviluppo economico, sociale e politico, anche se in tempi diversi, stessa cultura fondante ecc. Sicuramente una delle variabili principali è la variabile: Stato che, dopo le modifiche del 2007, acquisisce un nuovo ruolo all’interno del sistema, ovvero quello di: Variabile Multidimensionale. A differenza di come era stata concepita da Hallin e Mancini, la variabile “Ruolo dello Stato”, non è più solo una variabile che rappresenta un enorme insieme di interventi statali estremamente eterogenei tra loro, ma è un insieme di variabili che danno una visione generale di tutto l’intervento statale, cosa che aiuta ad avere una suddivisione più precisa tra i modelli. A seguito di ciò, ci si chiede quali siano queste variabili, e come queste vengano implementate. Infine, uno dei temi centrali , non solo della teoria di Hallin e Mancini, ma anche della teoria mediatica in generale è: il futuro dei modelli mediatici verso una omogeneizzazione con il Modello Liberale, sia per il Modello Mediterraneo o Pluralista-Polarizzato, sia per il Modello Democratico Corporativo dell’Europa centrale. Questo processo di omogeneizzazione è portato avanti da molti fenomeni, tra cui : Il liberalismo, la globalizzazione e soprattutto l’americanizzazione. Ma bisogna anche considerare che esistono dei forti eventi opposti che limitato e in parte rallentano questa omogeneizzazione, che da molti è definita come il futuro naturale dei modelli, mentre da altri è fortemente criticato.
Il modello di Hallin e Mancini : studio , variazione temporale e discussione della schematizzazione dei sistemi mediatici europei.
FIORETTI, GIOVANNI FRANCESCO
2021/2022
Abstract
L’obiettivo di questa tesi è quello di fornire una visione generalizzata della teoria di Hallin e Mancini riguardo i diversi modelli dei sistemi mediatici che caratterizzati i Paesi Europei e non solo. I modelli definiti dai due autori sono: il modello Mediterraneo o Pluralista-Polarizzato, il Modello dell’Europa continentale: Democratico-Corporativo e infine il Modello Liberale di Gran Bretagna e America. La teoria di Hallin e Mancini è sicuramente una delle idee fondanti della ricerca empirica in campo mediatico, ma certamente non è il punto di arrivo, in quanto fornisce una prima infarinatura generale dei modelli mediatici dell’Europa Occidentale, senza andare però ad analizzare i paesi dell’Europa orientale, o di altre parti del mondo, a causa di una difficoltà nel reperire i dati. Queste mancanze verranno poi, in parte, risolte da ulteriori ricerche, successive al 2004 (anno di pubblicazione del libro), che andranno sia a modificare alcune variabili prese in considerazione dai due autori (soprattutto la variabile: Stato) e sia ad applicare questo sistema di suddivisione agli stati dell’Europa Orientale. Questo scardinerà di fatto l’idea originale di Hallin e Mancini secondo cui l’applicazione di questa suddivisione ai paesi Europei Orientali sarebbe stata impossibile a causa delle differenze in campo economico ,sociale, politico e culturale tra i due blocchi continentali. Ricordiamo che una degli assunti fondamentali della teoria di Hallin e Mancini è sicuramente l’omogeneità che deve caratterizzare i diversi paesi presi in considerazione: stessa storia, stesso sviluppo economico, sociale e politico, anche se in tempi diversi, stessa cultura fondante ecc. Sicuramente una delle variabili principali è la variabile: Stato che, dopo le modifiche del 2007, acquisisce un nuovo ruolo all’interno del sistema, ovvero quello di: Variabile Multidimensionale. A differenza di come era stata concepita da Hallin e Mancini, la variabile “Ruolo dello Stato”, non è più solo una variabile che rappresenta un enorme insieme di interventi statali estremamente eterogenei tra loro, ma è un insieme di variabili che danno una visione generale di tutto l’intervento statale, cosa che aiuta ad avere una suddivisione più precisa tra i modelli. A seguito di ciò, ci si chiede quali siano queste variabili, e come queste vengano implementate. Infine, uno dei temi centrali , non solo della teoria di Hallin e Mancini, ma anche della teoria mediatica in generale è: il futuro dei modelli mediatici verso una omogeneizzazione con il Modello Liberale, sia per il Modello Mediterraneo o Pluralista-Polarizzato, sia per il Modello Democratico Corporativo dell’Europa centrale. Questo processo di omogeneizzazione è portato avanti da molti fenomeni, tra cui : Il liberalismo, la globalizzazione e soprattutto l’americanizzazione. Ma bisogna anche considerare che esistono dei forti eventi opposti che limitato e in parte rallentano questa omogeneizzazione, che da molti è definita come il futuro naturale dei modelli, mentre da altri è fortemente criticato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/139122