La teoria della finanza aziendale fornisce molteplici strumenti e criteri per determinare il valore di un’impresa e/o effettuare decisioni di investimento. Alla base di questi metodi, per rendere valide determinare assunzioni si parte da presupposti e ipotesi, come ad esempio l’efficienza dei mercati e la piena razionalità degli agenti economici volti alla massimizzazione dell’utilità attesa. In ottica di investimento e, quindi, alla costruzione di un portafoglio di titoli, è necessario individuare la giusta composizione per ponderare il rischio complessivo. In questo contesto, la diversificazione di un portafoglio ha l’obbiettivo di studiare analiticamente l’allocazione delle securities ed i relativi pesi in un portafoglio di investimenti al fine di considerare solamente le attività che generano una combinazione efficiente. Ci sono numerosi fattori che hanno un impatto diretto sulla costruzione di un portafoglio diversificato, quali, per esempio, la scelta del settore d’investimento, dell’asset class e dei titoli. In un contesto più aperto, è necessario tenere in considerazione anche le variabili macroeconomiche, perché hanno anche loro un impatto diretto sui prezzi. Questo elaborato ha molteplici obbiettivi. In primo luogo, si parte da un’analisi generica dei criteri che determinano il valore di un’impresa e si definisce quali sono i “driver del valore” che stimolano la capacità di un’azienda e ne incrementano il valore globale. In secondo luogo, svolgendo un’analisi su modelli basati sul concetto di rischio sistematico, tasso di crescita, tasso di ritenzione degli utili e tasso di distribuzione dei dividendi si vogliono mettere in luce i punti di forza e le carenze di tre differenti strategie di investimento: value investing, growth investing e dividend investing. In terzo luogo, si vuole mostrare quali sono i key factors che permettono di effettuare la scelta dei pesi di aziende in relazione ad un portafoglio con un rischio definito ed un rendimento atteso e in questo contesto verranno analizzate e descritte le teorie principali, quali Capital Asset Pricing Model (CAPM), l’Arbitrage Pricing Theory (APT) e quella introdotta da Markowitz nel suo paper intitolato “Portfolio selection”, adattandole ad evidenze empiriche legate ai propri limiti ed alle necessità del mondo reale. L’obbiettivo di questo studio e delle analisi svolte è quello di fornire un quadro chiaro e completo sulle teorie finanziarie che determinano la scelta, la valutazione e l’allocazione di titoli in portafoglio, evidenziandone i limiti ed i punti di forza e suggerendo teorie alternative per limitare questo gap.
Analisi nella gestione di un portafoglio: i limiti e i punti di forza delle teorie finanziarie
BARBERO, LORENZO
2021/2022
Abstract
La teoria della finanza aziendale fornisce molteplici strumenti e criteri per determinare il valore di un’impresa e/o effettuare decisioni di investimento. Alla base di questi metodi, per rendere valide determinare assunzioni si parte da presupposti e ipotesi, come ad esempio l’efficienza dei mercati e la piena razionalità degli agenti economici volti alla massimizzazione dell’utilità attesa. In ottica di investimento e, quindi, alla costruzione di un portafoglio di titoli, è necessario individuare la giusta composizione per ponderare il rischio complessivo. In questo contesto, la diversificazione di un portafoglio ha l’obbiettivo di studiare analiticamente l’allocazione delle securities ed i relativi pesi in un portafoglio di investimenti al fine di considerare solamente le attività che generano una combinazione efficiente. Ci sono numerosi fattori che hanno un impatto diretto sulla costruzione di un portafoglio diversificato, quali, per esempio, la scelta del settore d’investimento, dell’asset class e dei titoli. In un contesto più aperto, è necessario tenere in considerazione anche le variabili macroeconomiche, perché hanno anche loro un impatto diretto sui prezzi. Questo elaborato ha molteplici obbiettivi. In primo luogo, si parte da un’analisi generica dei criteri che determinano il valore di un’impresa e si definisce quali sono i “driver del valore” che stimolano la capacità di un’azienda e ne incrementano il valore globale. In secondo luogo, svolgendo un’analisi su modelli basati sul concetto di rischio sistematico, tasso di crescita, tasso di ritenzione degli utili e tasso di distribuzione dei dividendi si vogliono mettere in luce i punti di forza e le carenze di tre differenti strategie di investimento: value investing, growth investing e dividend investing. In terzo luogo, si vuole mostrare quali sono i key factors che permettono di effettuare la scelta dei pesi di aziende in relazione ad un portafoglio con un rischio definito ed un rendimento atteso e in questo contesto verranno analizzate e descritte le teorie principali, quali Capital Asset Pricing Model (CAPM), l’Arbitrage Pricing Theory (APT) e quella introdotta da Markowitz nel suo paper intitolato “Portfolio selection”, adattandole ad evidenze empiriche legate ai propri limiti ed alle necessità del mondo reale. L’obbiettivo di questo studio e delle analisi svolte è quello di fornire un quadro chiaro e completo sulle teorie finanziarie che determinano la scelta, la valutazione e l’allocazione di titoli in portafoglio, evidenziandone i limiti ed i punti di forza e suggerendo teorie alternative per limitare questo gap.File | Dimensione | Formato | |
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