Introduction: The progressive aging of the population has led to an increase in cases of dementia. To date, however, there is no effective drug: a treatment able to restore memory and other cognitive functions that have been lost, or to completely block the degenerative process. Research has therefore focused on nonpharmacological treatment (TNP) and analyzing the most recent developments in the field of cybertherapy. Objective: Review of the literature on cybertherapy: Virtual Immersive Telepresence (TIV) for the recovery of cognitive abilities in particular in Alzheimer’s disease. Selecting articles that answer the following questions: • can VR (virtual reality) help to identify and diagnose patients with cognitive impairment early? • can VR be included in non-pharmacological therapy for the regaining of cognitive abilities in patients with dementia? • what are the pros and cons of VR used with dementia patients? Materials and methods: It was made a review of primary and secondary literature on Pubmed, Cochrane Library, PsycInfo e ScienceDirect. The bibliographic research focused on the critical review of scientific researches of the last eight years. Eighteen articles were selected as matching the criterions of selection. Results: Four systematic reviews, one mixed-method research, one meta-analysis, two observational comparative studies, seven randomised controlled studies, one crossover study and two pilot studies were identified. Discussion: Studies have shown the possibility of using Virtual Reality in recognizing and diagnosing in advance patients with cognitive impairment in particular MCI (Mild Cognitive Impairment). RV can be inserted as a nonpharmacological therapy for the recovery of cognitive skills, but we need to broaden the studies on what may be the guidelines to be implemented according to the person assisted on which I carry out my action. The pros to using cybertherapy range from economic issues, to patient safety and improvements in cognitive abilities. The unfavorable factors found are often related to the incorrect use of the devices or not appropriate to the person assisted on which you go to intervene. Factors that can be resolved through guidelines on device use. Conclusions: Modern rehabilitation focuses on strengthening residual skills and finding new skills for the patient in order to bring him back into his social environment with the best possible quality of life; that is why his needs and those of his family are at the heart of the whole process. In these contexts, the nurse “accompanies” the individual towards the greatest possible degree of autonomy, placing him at the center of the care process, with functions of substitution, help and support. It encourages them to maintain and improve the autonomy they have achieved by means of information and education. On the use of VR it is necessary to identify objective ways to detect the real improvement and to create guidelines on the use of devices related to the person being assisted. The foundations already laid are sound, however, indicating favourable aspects on the use of VR. The use of different devices does not require specific skills and could therefore be used by any healthcare professional depending on its purpose. Nurses can carry out their investigations, identify rehabilitation interventions and finally, through scales, evaluate progress and deterioration in cognitive areas, with the aim of achieving the maximum degree of autonomy possible. Keywords: cybertherapy, dementia, alzheimer disease, virtual reality, cognitive abilities.
Introduzione: L’invecchiamento progressivo della popolazione ha portato ad un incremento dei casi di demenza. Ad oggi non esiste nessun farmaco efficace in grado di restituire la memoria e le altre funzioni cognitive che sono state perse, né di bloccare completamente il processo degenerativo. La ricerca si è, quindi, concentrata sul trattamento non farmacologico (TNP) e analizzando i più recenti sviluppi nel campo della cyberterapia. Obiettivo: Revisione della letteratura sulla cyberterapia: la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV) per il recupero delle abilità cognitive in particolare nella malattia di Alzheimer. Selezionando articoli che rispondessero ai seguenti quesiti: • può la RV (Realtà Virtuale) aiutare a riconoscere e diagnosticare in anticipo i pazienti con decadimento cognitivo? • la RV può essere inserita nella terapia non farmacologica per il recupero delle abilità cognitive nei pazienti con demenza? • quali sono i pro e i contro della RV utilizzata con i pazienti affetti da demenza? Materiali e Metodi: È stata effettuata una revisione della letteratura primaria e secondaria nelle banche dati Pubmed, Cochrane Library, PsycInfo e ScienceDirect. La ricerca bibliografica si è concentrata sulla lettura critica degli studi degli ultimi otto anni. Sono stati selezionati diciotto articoli che corrispondevano ai criteri di selezione. Risultati: Sono stati reperiti: quattro revisioni sistematiche, una ricerca con metodo misto, una metanalisi, due studi osservazionale comparativo, sette studi controllati randomizzati, uno studio crossover e due studi pilota. Discussione: Gli studi hanno evidenziato la possibilità di utilizzare la Realtà Virtuale nel riconoscere e diagnosticare in anticipo i pazienti con decadimento cognitivo in particolare gli MCI (Mild Cognitive Impairment). La RV può essere inserita come terapia non farmacologica per il recupero della abilità cognitive ma bisogna allargare gli studi su quelli che possono essere le linee guida da attuare in base alla persona assistita sulla quale svolgo la mia azione. I pro nell’utilizzo della cyberterapia spaziano da questione economiche, alla sicurezza del paziente e ai miglioramenti nelle abilità cognitive. I fattori sfavorevoli riscontrati sono spesso correlati all’utilizzo non corretto dei dispositivi o non appropriato alla persona assistita su cui si va ad intervenire. Fattori risolvibili grazie a delle linee guida sull’utilizzo dei device. Conclusioni: La moderna riabilitazione punta sul potenziamento delle abilità residue e sulla ricerca di nuove abilità per il paziente al fine di ricondurlo nel proprio ambiente sociale con la migliore qualità di vita possibile; è per questo che le sue esigenze e quelle della sua famiglia sono al centro di tutto il processo. L’infermiere in questi contesti “accompagna” l’individuo verso il grado maggiore di autonomia possibile, ponendolo al centro del processo assistenziale, con funzioni di sostituzione, aiuto, sostegno. Lo stimola a mantenere e migliorare l’autonomia raggiunta con interventi di tipo informativo ed educativo. Sull’utilizzo della RV bisogna individuare modalità oggettive che rilevino il reale miglioramento e la creazione di linee guida sull’utilizzo dei device correlato alla persona assistita. Le basi già messe risultano solide, però, indicando aspetti favorevoli sull’utilizzo della RV. L’utilizzo dei diversi device non richiedono competenze specifiche e potrebbero essere, quindi, utilizzati da qualsiasi professionista sanitario in base al suo obiettivo. L’infermiere può eseguire i suoi accertamenti, individuare degli interventi di riabilitazione ed infine, attraverso delle scale, valutare i progressi e i peggioramenti nelle aree cognitive, avendo come fine il raggiungimento del massimo grado di autonomia possibile. Parole chiave: cybertherapy, dementia, alzheimer disease, virtual reality, cognitive abilities
Cyberterapia: la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV) per il recupero delle abilità cognitive
ERIS, MARIA
2019/2020
Abstract
Introduzione: L’invecchiamento progressivo della popolazione ha portato ad un incremento dei casi di demenza. Ad oggi non esiste nessun farmaco efficace in grado di restituire la memoria e le altre funzioni cognitive che sono state perse, né di bloccare completamente il processo degenerativo. La ricerca si è, quindi, concentrata sul trattamento non farmacologico (TNP) e analizzando i più recenti sviluppi nel campo della cyberterapia. Obiettivo: Revisione della letteratura sulla cyberterapia: la Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV) per il recupero delle abilità cognitive in particolare nella malattia di Alzheimer. Selezionando articoli che rispondessero ai seguenti quesiti: • può la RV (Realtà Virtuale) aiutare a riconoscere e diagnosticare in anticipo i pazienti con decadimento cognitivo? • la RV può essere inserita nella terapia non farmacologica per il recupero delle abilità cognitive nei pazienti con demenza? • quali sono i pro e i contro della RV utilizzata con i pazienti affetti da demenza? Materiali e Metodi: È stata effettuata una revisione della letteratura primaria e secondaria nelle banche dati Pubmed, Cochrane Library, PsycInfo e ScienceDirect. La ricerca bibliografica si è concentrata sulla lettura critica degli studi degli ultimi otto anni. Sono stati selezionati diciotto articoli che corrispondevano ai criteri di selezione. Risultati: Sono stati reperiti: quattro revisioni sistematiche, una ricerca con metodo misto, una metanalisi, due studi osservazionale comparativo, sette studi controllati randomizzati, uno studio crossover e due studi pilota. Discussione: Gli studi hanno evidenziato la possibilità di utilizzare la Realtà Virtuale nel riconoscere e diagnosticare in anticipo i pazienti con decadimento cognitivo in particolare gli MCI (Mild Cognitive Impairment). La RV può essere inserita come terapia non farmacologica per il recupero della abilità cognitive ma bisogna allargare gli studi su quelli che possono essere le linee guida da attuare in base alla persona assistita sulla quale svolgo la mia azione. I pro nell’utilizzo della cyberterapia spaziano da questione economiche, alla sicurezza del paziente e ai miglioramenti nelle abilità cognitive. I fattori sfavorevoli riscontrati sono spesso correlati all’utilizzo non corretto dei dispositivi o non appropriato alla persona assistita su cui si va ad intervenire. Fattori risolvibili grazie a delle linee guida sull’utilizzo dei device. Conclusioni: La moderna riabilitazione punta sul potenziamento delle abilità residue e sulla ricerca di nuove abilità per il paziente al fine di ricondurlo nel proprio ambiente sociale con la migliore qualità di vita possibile; è per questo che le sue esigenze e quelle della sua famiglia sono al centro di tutto il processo. L’infermiere in questi contesti “accompagna” l’individuo verso il grado maggiore di autonomia possibile, ponendolo al centro del processo assistenziale, con funzioni di sostituzione, aiuto, sostegno. Lo stimola a mantenere e migliorare l’autonomia raggiunta con interventi di tipo informativo ed educativo. Sull’utilizzo della RV bisogna individuare modalità oggettive che rilevino il reale miglioramento e la creazione di linee guida sull’utilizzo dei device correlato alla persona assistita. Le basi già messe risultano solide, però, indicando aspetti favorevoli sull’utilizzo della RV. L’utilizzo dei diversi device non richiedono competenze specifiche e potrebbero essere, quindi, utilizzati da qualsiasi professionista sanitario in base al suo obiettivo. L’infermiere può eseguire i suoi accertamenti, individuare degli interventi di riabilitazione ed infine, attraverso delle scale, valutare i progressi e i peggioramenti nelle aree cognitive, avendo come fine il raggiungimento del massimo grado di autonomia possibile. Parole chiave: cybertherapy, dementia, alzheimer disease, virtual reality, cognitive abilitiesFile | Dimensione | Formato | |
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