Primo Levi nel suo libro “la tavola periodica” disse: “nel 1944, non esisteva il polietilene, che avrebbe fatto comodo: flessibile, leggero, impermeabile. Purtroppo, è anche incorruttibile. Forse per questo il Padre Eterno, esperto in polimerizzazioni, si è astenuto dal brevettarlo: a Lui le cose incorruttibili non piacciono”. Come sottolineato dalla frase di Primo Levi la plastica ha numerosi vantaggi ed utilizzi nella tecnica umana, purtroppo uno dei principali vantaggi, la sua non degradabilità è anche uno dei principali svantaggi per quanto riguarda l’impatto ambientale. La normativa europea si sta attivando negli ultimi anni per ridurne la produzione, in particolare delle plastiche monouso, cercando di incentivare nuove tecnologie che permettano di avere un materiale simile, senza gli svantaggi legati alla plastica sintetica. Negli ultimi anni moltissimi brevetti e ricerche si sono concentrate nello sviluppo di bioplastiche: ovvero partendo da polimeri naturali ottenere in maniera economicamente ed industrialmente sostenibile materiali naturali con proprietà simili alla plastica. Partendo dalle vie biosintetiche e dai metaboliti naturalmente prodotti da diversi organismi si sta cercando di ottimizzare i processi ed i microorganismi utilizzati. Nell’ambito di questa tesi verranno prese in esame alcune delle bioplastiche utilizzate ad oggi, alcuni microrganismi in grado di produrle, i parametri da monitorare per una corretta sintesi e gli effettivi limiti delle diverse tecnologie produttive. La tesi affronta i passaggi necessari per ottenere nuovi polimeri tramite l’utilizzo di scarti organici delle industrie alimentari e i microrganismi impiegati in questo processo nell’ambito della circular economy. Infine, visto il crescente interesse nelle bioplastiche, sarà presentata la situazione globale e verrà esaminato un esempio di azienda innovativa per la produzione di bioplastica.

Bioplastiche: microorganismi per la valorizzazione degli scarti organici

MANCINI, ENRICO
2021/2022

Abstract

Primo Levi nel suo libro “la tavola periodica” disse: “nel 1944, non esisteva il polietilene, che avrebbe fatto comodo: flessibile, leggero, impermeabile. Purtroppo, è anche incorruttibile. Forse per questo il Padre Eterno, esperto in polimerizzazioni, si è astenuto dal brevettarlo: a Lui le cose incorruttibili non piacciono”. Come sottolineato dalla frase di Primo Levi la plastica ha numerosi vantaggi ed utilizzi nella tecnica umana, purtroppo uno dei principali vantaggi, la sua non degradabilità è anche uno dei principali svantaggi per quanto riguarda l’impatto ambientale. La normativa europea si sta attivando negli ultimi anni per ridurne la produzione, in particolare delle plastiche monouso, cercando di incentivare nuove tecnologie che permettano di avere un materiale simile, senza gli svantaggi legati alla plastica sintetica. Negli ultimi anni moltissimi brevetti e ricerche si sono concentrate nello sviluppo di bioplastiche: ovvero partendo da polimeri naturali ottenere in maniera economicamente ed industrialmente sostenibile materiali naturali con proprietà simili alla plastica. Partendo dalle vie biosintetiche e dai metaboliti naturalmente prodotti da diversi organismi si sta cercando di ottimizzare i processi ed i microorganismi utilizzati. Nell’ambito di questa tesi verranno prese in esame alcune delle bioplastiche utilizzate ad oggi, alcuni microrganismi in grado di produrle, i parametri da monitorare per una corretta sintesi e gli effettivi limiti delle diverse tecnologie produttive. La tesi affronta i passaggi necessari per ottenere nuovi polimeri tramite l’utilizzo di scarti organici delle industrie alimentari e i microrganismi impiegati in questo processo nell’ambito della circular economy. Infine, visto il crescente interesse nelle bioplastiche, sarà presentata la situazione globale e verrà esaminato un esempio di azienda innovativa per la produzione di bioplastica.
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