La lallazione, o babbling, durante le fasi precoci dello sviluppo comportamentale gioca un ruolo fondamentale nel consentire ai giovani di praticare il repertorio vocale adulto, in primati umani e non umani. Il babbling è ancora poco studiato ma è un fenomeno di vitale importanza per le prime fasi dell’apprendimento vocale (anche noto come vocal learning) dei mammiferi ed è stato recentemente dimostrato in alcune specie di chirotteri. Il vocal learning è la capacità di apprendere suoni grazie all’imitazione e all’interazione con altri individui, conspecifici o meno, e con l’ambiente. Questo è un fenomeno raro, presente in pochi ordini animali: uccelli, proboscidati (elefanti), carnivori (pinnipedi), primati e chirotteri. I pipistrelli rappresentano un ottimo organismo modello per lo studio comparativo con gli esseri umani per via della facilità di osservazione di alcune specie, della vicinanza filogenetica, dell’ampio spettro vocale e dei vari gradi di socialità presenti in specie diverse. Il repertorio vocale dei chirotteri è formato da suoni utilizzati per l’ecolocazione e per la comunicazione sociale. I suoni utilizzati per la comunicazione sono specie-specifici, ma il metodo di apprendimento è lo stesso e consiste nella modificazione delle vocalizzazioni apprese tramite l’ascolto di conspecifici. Il babbling avviene nei primi stadi di sviluppo e consiste in una fase in cui i piccoli esplorano e incrementano le loro capacità vocali tramite la riproduzione ripetuta di vocalizzazioni decontestualizzate. La riproduzione delle call degli adulti, o parte di essi, permette ai chirotteri di rafforzare la muscolatura vocale e creare dei collegamenti a livello neurosensoriale. I principali studi su questo fenomeno nei pipistrelli sono focalizzati su Saccopteryx bilineata, un chirottero americano di piccole dimensioni che presenta un repertorio vocale molto esteso. I piccoli di questa specie attraversano una fase di pre-babbling in cui emettono solamente richiami di isolamento, iniziano la fase di babbling intorno alle 3 settimane di vita e raggiungono 1/3 del loro repertorio vocale intorno alle 10 settimane. Piccoli di entrambi i sessi emettono sia suoni emessi sia dalle femmine adulte, sia suoni che appartengono esclusivamente al repertorio dei maschi adulti, come trilli di corteggiamento e canti territoriali. A differenza degli adulti, che utilizzano le tipologie vocali in modo contesto-specifico, i piccoli combinano varie tipologie in sequenze vocali miste che vengono emesse indipendentemente dal contesto e senza alcuna sollecitazione esterna. Il repertorio vocale dei piccoli è composto sia da protosillabe indifferenziate sia da sillabe simili a quelle degli adulti (adult-like) il cui apprendimento non è lineare ma consiste in un’improvvisa espansione dell’utilizzo di alcune sillabe a scapito di altre già apprese. La presenza del babbling negli umani e di vocalizzazioni babbling-like in primati non-umani e pipistrelli suggerisce l’evoluzione di questo comportamento in specie in cui il repertorio vocale adulto è complesso e il suo ruolo nel consentire ai piccoli di acquisire un repertorio adulto funzionale. In conclusione, lo studio di questo fenomeno è estremamente importante. Consente infatti di costruire una solida base che permetta di effettuare analisi comparative con gli esseri umani e, di conseguenza di far luce sull’evoluzione del babbling e del vocal learning nei mammiferi.
Il babbling nei pipistrelli
SACCO, ALESSIA
2021/2022
Abstract
La lallazione, o babbling, durante le fasi precoci dello sviluppo comportamentale gioca un ruolo fondamentale nel consentire ai giovani di praticare il repertorio vocale adulto, in primati umani e non umani. Il babbling è ancora poco studiato ma è un fenomeno di vitale importanza per le prime fasi dell’apprendimento vocale (anche noto come vocal learning) dei mammiferi ed è stato recentemente dimostrato in alcune specie di chirotteri. Il vocal learning è la capacità di apprendere suoni grazie all’imitazione e all’interazione con altri individui, conspecifici o meno, e con l’ambiente. Questo è un fenomeno raro, presente in pochi ordini animali: uccelli, proboscidati (elefanti), carnivori (pinnipedi), primati e chirotteri. I pipistrelli rappresentano un ottimo organismo modello per lo studio comparativo con gli esseri umani per via della facilità di osservazione di alcune specie, della vicinanza filogenetica, dell’ampio spettro vocale e dei vari gradi di socialità presenti in specie diverse. Il repertorio vocale dei chirotteri è formato da suoni utilizzati per l’ecolocazione e per la comunicazione sociale. I suoni utilizzati per la comunicazione sono specie-specifici, ma il metodo di apprendimento è lo stesso e consiste nella modificazione delle vocalizzazioni apprese tramite l’ascolto di conspecifici. Il babbling avviene nei primi stadi di sviluppo e consiste in una fase in cui i piccoli esplorano e incrementano le loro capacità vocali tramite la riproduzione ripetuta di vocalizzazioni decontestualizzate. La riproduzione delle call degli adulti, o parte di essi, permette ai chirotteri di rafforzare la muscolatura vocale e creare dei collegamenti a livello neurosensoriale. I principali studi su questo fenomeno nei pipistrelli sono focalizzati su Saccopteryx bilineata, un chirottero americano di piccole dimensioni che presenta un repertorio vocale molto esteso. I piccoli di questa specie attraversano una fase di pre-babbling in cui emettono solamente richiami di isolamento, iniziano la fase di babbling intorno alle 3 settimane di vita e raggiungono 1/3 del loro repertorio vocale intorno alle 10 settimane. Piccoli di entrambi i sessi emettono sia suoni emessi sia dalle femmine adulte, sia suoni che appartengono esclusivamente al repertorio dei maschi adulti, come trilli di corteggiamento e canti territoriali. A differenza degli adulti, che utilizzano le tipologie vocali in modo contesto-specifico, i piccoli combinano varie tipologie in sequenze vocali miste che vengono emesse indipendentemente dal contesto e senza alcuna sollecitazione esterna. Il repertorio vocale dei piccoli è composto sia da protosillabe indifferenziate sia da sillabe simili a quelle degli adulti (adult-like) il cui apprendimento non è lineare ma consiste in un’improvvisa espansione dell’utilizzo di alcune sillabe a scapito di altre già apprese. La presenza del babbling negli umani e di vocalizzazioni babbling-like in primati non-umani e pipistrelli suggerisce l’evoluzione di questo comportamento in specie in cui il repertorio vocale adulto è complesso e il suo ruolo nel consentire ai piccoli di acquisire un repertorio adulto funzionale. In conclusione, lo studio di questo fenomeno è estremamente importante. Consente infatti di costruire una solida base che permetta di effettuare analisi comparative con gli esseri umani e, di conseguenza di far luce sull’evoluzione del babbling e del vocal learning nei mammiferi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/139098