Questa tesi tratterà di una nuova realtà sempre più presente nelle nostre vite, ma che di fatto altro non è che la conseguente evoluzione di ciò che viviamo già da tempo. Tutti abbiamo uno smartphone, uno strumento che ci serve molto più che a telefonare, poiché dentro c’è tutta la nostra vita: i nostri soldi, le nostre relazioni, i nostri sentimenti e desideri… perderlo vuol pertanto dire perdere tutto. Oggigiorno, quindi, guardare alla società presupponendo una distanza tra vita reale e vita digitale, può significare adottare uno sguardo poco realistico che si può ritenere quantomeno obsoleto. Facendo un riassunto molto semplicistico dell’evoluzione della rete individuiamo tre fasi: Il Web 1, che potremmo definire con il termine Read, in questa fase principalmente gli utenti potevano solo navigare, leggere, sfogliare informazioni o cataloghi virtuali di prodotti e acquistarli. Il Web 2, che potremmo definire Write and Read: si tratta della fase caratterizzata dai Social Media dove noi diventiamo produttori del contenuto. Il Web 3, che potremmo osare definire con il verbo Own = possedere: l’NFT è uno strumento che in questa nostra nuova “vita digitale” ci permetterà di rendere degli assets possedibili e ciò cambierà in modo definitivo le nostre vite che ci piaccia o meno. Per questo provare a definire vantaggi e svantaggi di questi strumenti e di questa nuova dimensione, può prepararci a comprendere il fenomeno, per poterlo affrontare con una coscienza critica individuale (per chi ne diventerà consumatore/fruitore) e per essere pronti a gestirne le problematiche, avanzando progetti (per le istituzioni e per i creativi). Negli NFT l’arte è una piccola parte, infatti nel loro commercio dell’anno scorso corrisponde solo al 10% dello scambiato, il 90% è composto da tante altre funzioni. Un esempio potrebbe essere Customizzare un avatar in un primo metaverso: in Decentraland (piattaforma basata su browser del mondo virtuale 3D) pagando si possono acquistare NFT di scarpe firmate (es. Nike) per vestirsi virtualmente. Può sembrarci un concetto esasperato, ma per chi nascerà in questa dimensione, avere una vita in questi ecosistemi virtuali sarà naturale, una moda necessaria quanto avere un profilo Instagram oggi. Guardando all’arte, quella digitale inizia dagli anni 60’, ma le opere son sempre state considerate non tanto delle opere preziose quanto delle esercitazioni di grafici, tecnici, persone che sapevano usare software: oggi grazie agli NFT queste persone sono assunti a un livello di artista. Su questo emergono varie critiche a cui il giornalista ed esperto di mercato d’arte Giacomo Nicolella Maschietti risponde con ironia: “Se Michelangelo oggi rinascesse andrebbe a Carrara a staccarsi un blocco di marmo per scolpirlo? Io non credo, credo prenderebbe un computer e lavorerebbe su esso, così come faranno tutti gli artisti del futuro, anzi, gli artisti già contemporanei.” Risposta convincente, poiché in tutti i settori il digitale ha contaminato qualsiasi settore culturale come l’editoriale, il cinema, la musica ecc. Questa breve introduzione, così come l’intero elaborato, vuol mostrare quanto questo discorso sia in primo luogo di valenza culturale e sociale.
Il Metaverso dell’NFT, Crypto Art e Blockchain: un “arte” decentralizzata per una società decentralizzata
GRECO, MELISSA
2021/2022
Abstract
Questa tesi tratterà di una nuova realtà sempre più presente nelle nostre vite, ma che di fatto altro non è che la conseguente evoluzione di ciò che viviamo già da tempo. Tutti abbiamo uno smartphone, uno strumento che ci serve molto più che a telefonare, poiché dentro c’è tutta la nostra vita: i nostri soldi, le nostre relazioni, i nostri sentimenti e desideri… perderlo vuol pertanto dire perdere tutto. Oggigiorno, quindi, guardare alla società presupponendo una distanza tra vita reale e vita digitale, può significare adottare uno sguardo poco realistico che si può ritenere quantomeno obsoleto. Facendo un riassunto molto semplicistico dell’evoluzione della rete individuiamo tre fasi: Il Web 1, che potremmo definire con il termine Read, in questa fase principalmente gli utenti potevano solo navigare, leggere, sfogliare informazioni o cataloghi virtuali di prodotti e acquistarli. Il Web 2, che potremmo definire Write and Read: si tratta della fase caratterizzata dai Social Media dove noi diventiamo produttori del contenuto. Il Web 3, che potremmo osare definire con il verbo Own = possedere: l’NFT è uno strumento che in questa nostra nuova “vita digitale” ci permetterà di rendere degli assets possedibili e ciò cambierà in modo definitivo le nostre vite che ci piaccia o meno. Per questo provare a definire vantaggi e svantaggi di questi strumenti e di questa nuova dimensione, può prepararci a comprendere il fenomeno, per poterlo affrontare con una coscienza critica individuale (per chi ne diventerà consumatore/fruitore) e per essere pronti a gestirne le problematiche, avanzando progetti (per le istituzioni e per i creativi). Negli NFT l’arte è una piccola parte, infatti nel loro commercio dell’anno scorso corrisponde solo al 10% dello scambiato, il 90% è composto da tante altre funzioni. Un esempio potrebbe essere Customizzare un avatar in un primo metaverso: in Decentraland (piattaforma basata su browser del mondo virtuale 3D) pagando si possono acquistare NFT di scarpe firmate (es. Nike) per vestirsi virtualmente. Può sembrarci un concetto esasperato, ma per chi nascerà in questa dimensione, avere una vita in questi ecosistemi virtuali sarà naturale, una moda necessaria quanto avere un profilo Instagram oggi. Guardando all’arte, quella digitale inizia dagli anni 60’, ma le opere son sempre state considerate non tanto delle opere preziose quanto delle esercitazioni di grafici, tecnici, persone che sapevano usare software: oggi grazie agli NFT queste persone sono assunti a un livello di artista. Su questo emergono varie critiche a cui il giornalista ed esperto di mercato d’arte Giacomo Nicolella Maschietti risponde con ironia: “Se Michelangelo oggi rinascesse andrebbe a Carrara a staccarsi un blocco di marmo per scolpirlo? Io non credo, credo prenderebbe un computer e lavorerebbe su esso, così come faranno tutti gli artisti del futuro, anzi, gli artisti già contemporanei.” Risposta convincente, poiché in tutti i settori il digitale ha contaminato qualsiasi settore culturale come l’editoriale, il cinema, la musica ecc. Questa breve introduzione, così come l’intero elaborato, vuol mostrare quanto questo discorso sia in primo luogo di valenza culturale e sociale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/139075