La melatonina è un neuroromone secreto principalmente dalla ghiandola pineale o epifisi, che ha come principale effetto la regolazione del ritmo circadiano. In aggiunta a questa importante funzione, la melatonina possiede molte altre proprietà benefiche, che la rendono adatta per un utilizzo nella terapia di alcune patologie Possedendo un alto profilo di sicurezza e avendo la capacità di modulare la risposta infiammatoria e immunitaria, e di influenzare meccanismi fisiologici cellulari, la melatonina è particolarmente indicata come supplemento per alleviare i sintomi e lo stato infiammatorio di alcune categorie di patologie: in particolare verranno analizzati gli aspetti che concernono la modulazione in alcune malattie infiammatorie, in terapie antitumorali e antivirali, e infine come coadiuvante nelle malattie autoimmuni. La melatonina esogena riduce i livelli di marcatori e proteine infiammatorie (IL-1, IL-6, IL-8 e TNF), mantenendo un ridotto numero di effetti collaterali. Nelle terapie antitumorali esercita un ruolo importante poiché anche nelle cellule maligne sono presenti i recettori per questo ormone, sia a livello nucleare sia a livello di membrana. Perciò la melatonina può contribuire all'inibizione della cancerogenesi e progressione neoplastica, sensibilizzando le cellule tumorali ai trattamenti e proteggendo le cellule sane dagli effetti collaterali, e inoltre possiede meccanismi d’azione comuni ad altri farmaci antitumorali e chemioterapici. La melatonina possiede la capacità di modulare lo stress ossidativo e di regolare le risposte infiammatorie e immunitarie e quindi può essere utilizzata per contrastare i danni derivanti dalle infezioni virali, quali i virus respiratori come SARS-CoV-2 o virus come Zaire ebolavirus ( noto come Ebola), che causa una febbre emorragica. Infine il trattamento con la melatonina controlla il differenziamento e l’equilibrio tra le cellule T, in particolare le sottopopolazioni TH1, TH17 e Treg, e aiuta a modulare la sintomatologia nei pazienti affetti da malattie autoimmuni.
Uso della melatonina nella terapia di diverse patologie.
TEMPONI, RACHELE
2020/2021
Abstract
La melatonina è un neuroromone secreto principalmente dalla ghiandola pineale o epifisi, che ha come principale effetto la regolazione del ritmo circadiano. In aggiunta a questa importante funzione, la melatonina possiede molte altre proprietà benefiche, che la rendono adatta per un utilizzo nella terapia di alcune patologie Possedendo un alto profilo di sicurezza e avendo la capacità di modulare la risposta infiammatoria e immunitaria, e di influenzare meccanismi fisiologici cellulari, la melatonina è particolarmente indicata come supplemento per alleviare i sintomi e lo stato infiammatorio di alcune categorie di patologie: in particolare verranno analizzati gli aspetti che concernono la modulazione in alcune malattie infiammatorie, in terapie antitumorali e antivirali, e infine come coadiuvante nelle malattie autoimmuni. La melatonina esogena riduce i livelli di marcatori e proteine infiammatorie (IL-1, IL-6, IL-8 e TNF), mantenendo un ridotto numero di effetti collaterali. Nelle terapie antitumorali esercita un ruolo importante poiché anche nelle cellule maligne sono presenti i recettori per questo ormone, sia a livello nucleare sia a livello di membrana. Perciò la melatonina può contribuire all'inibizione della cancerogenesi e progressione neoplastica, sensibilizzando le cellule tumorali ai trattamenti e proteggendo le cellule sane dagli effetti collaterali, e inoltre possiede meccanismi d’azione comuni ad altri farmaci antitumorali e chemioterapici. La melatonina possiede la capacità di modulare lo stress ossidativo e di regolare le risposte infiammatorie e immunitarie e quindi può essere utilizzata per contrastare i danni derivanti dalle infezioni virali, quali i virus respiratori come SARS-CoV-2 o virus come Zaire ebolavirus ( noto come Ebola), che causa una febbre emorragica. Infine il trattamento con la melatonina controlla il differenziamento e l’equilibrio tra le cellule T, in particolare le sottopopolazioni TH1, TH17 e Treg, e aiuta a modulare la sintomatologia nei pazienti affetti da malattie autoimmuni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/138857