Cenerentola rappresenta uno dei soggetti preferiti dediti a variazioni e interpretazioni che, senza mai perdere la sua peculiarità risiedente nel suo animo, ovvero la gentilezza, si impone nel panorama letterario, ballettistico, musicale, scenografico e cinematografico. Il balletto di Sergej Prokof’ev – rappresentato per la prima volta nel 1945 al Bol’šoj di Mosca, con libretto di Nikolaj Volkov e coreografia di Rostislav Zakharov – è l’opera che ha permeato lo scenario musicale, continuando in seguito a mietere successi ovunque. Un capolavoro, insomma, che verrà nell’elaborato analizzato a partire dalle sue origini: la fiaba. Nata dalla tradizione orale popolare, con lo scopo di educare il popolo partendo dai bambini, trova le sue radici più remote nel I secolo d.C. in Cina, sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.). Si analizzerà, successivamente, il suo percorso evolutivo nella letteratura non solo italiana e le difficoltà nella trasposizione dalla fiaba al libretto, soffermandosi sui tre cardini che hanno permesso di delineare e forgiare la Cenerentola dell’immaginario comune: la Gatta Cenerentola di Giambattista Basile (1634), la versione di Perrault (XVIII secolo) e quella dei fratelli Grimm (1812). L’obiettivo ultimo della tesi è di giungere ad un’analisi il più possibile attenta e concreta della struttura, degli elementi innovativi e della connotazione artistica dello spartito prokofieviano. Si forniranno gli strumenti per cogliere ed ammirare la semplicità, la chiarezza e l’umanità della musica: caratteristiche che hanno permesso al compositore di portare in scena la semplice vita di tutti i giorni. Egli ha dato luogo a tutte le sfaccettature del possibile e del realizzabile in una maniera così soave ma allo stesso tempo brillante, così lirica ma allo stesso tempo grottesca. Il tutto inserito in un panorama artistico più ampio dove si utilizzerà la Cenerentola di Sergej Prokof’ev come linea di demarcazione su ciò che fu la Cenerentola prima della sua musica e ciò che ne divenne dopo. Ne sono un esempio alcune delle coreografie successive come la Cinderella di Frederick Ashton (1948), quella di Alfred Rodrigues (1955), la Cendrillon anticonformista di Maguy Marin (1985) e la fortunata versione di Rudol’f Nureev (1987). Non si potrà prescindere, in conclusione, da uno sguardo sia pur sintetico sul momento storico in cui l’opera è stata composta, ritenuto qui di fondamentale importanza: la Seconda Guerra Mondiale, in Russia, sotto il totalitarismo staliniano.
Cenerentola di Prokof’ev: dalla fiaba al balletto
FERRUA, ELISA
2021/2022
Abstract
Cenerentola rappresenta uno dei soggetti preferiti dediti a variazioni e interpretazioni che, senza mai perdere la sua peculiarità risiedente nel suo animo, ovvero la gentilezza, si impone nel panorama letterario, ballettistico, musicale, scenografico e cinematografico. Il balletto di Sergej Prokof’ev – rappresentato per la prima volta nel 1945 al Bol’šoj di Mosca, con libretto di Nikolaj Volkov e coreografia di Rostislav Zakharov – è l’opera che ha permeato lo scenario musicale, continuando in seguito a mietere successi ovunque. Un capolavoro, insomma, che verrà nell’elaborato analizzato a partire dalle sue origini: la fiaba. Nata dalla tradizione orale popolare, con lo scopo di educare il popolo partendo dai bambini, trova le sue radici più remote nel I secolo d.C. in Cina, sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.). Si analizzerà, successivamente, il suo percorso evolutivo nella letteratura non solo italiana e le difficoltà nella trasposizione dalla fiaba al libretto, soffermandosi sui tre cardini che hanno permesso di delineare e forgiare la Cenerentola dell’immaginario comune: la Gatta Cenerentola di Giambattista Basile (1634), la versione di Perrault (XVIII secolo) e quella dei fratelli Grimm (1812). L’obiettivo ultimo della tesi è di giungere ad un’analisi il più possibile attenta e concreta della struttura, degli elementi innovativi e della connotazione artistica dello spartito prokofieviano. Si forniranno gli strumenti per cogliere ed ammirare la semplicità, la chiarezza e l’umanità della musica: caratteristiche che hanno permesso al compositore di portare in scena la semplice vita di tutti i giorni. Egli ha dato luogo a tutte le sfaccettature del possibile e del realizzabile in una maniera così soave ma allo stesso tempo brillante, così lirica ma allo stesso tempo grottesca. Il tutto inserito in un panorama artistico più ampio dove si utilizzerà la Cenerentola di Sergej Prokof’ev come linea di demarcazione su ciò che fu la Cenerentola prima della sua musica e ciò che ne divenne dopo. Ne sono un esempio alcune delle coreografie successive come la Cinderella di Frederick Ashton (1948), quella di Alfred Rodrigues (1955), la Cendrillon anticonformista di Maguy Marin (1985) e la fortunata versione di Rudol’f Nureev (1987). Non si potrà prescindere, in conclusione, da uno sguardo sia pur sintetico sul momento storico in cui l’opera è stata composta, ritenuto qui di fondamentale importanza: la Seconda Guerra Mondiale, in Russia, sotto il totalitarismo staliniano.File | Dimensione | Formato | |
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