Confronto tra anteposizione prismatica monoculare e binoculare nell'esecuzione di test in campo aperto

Purpose: The purpose of the study was to compare the values of fusion vergences, dissociated and associated phorias obtained by anteposing the prisms in monocular and binocular in open field. Also, the possible influence of gender and monocular/binocular performance mode on the tests performed was studied. Methods: Seventy-seven subjects between the ages of 19 and 30 years were examined, of whom 54 were female and 24 were male. Each subject examined was asked to report any use of ophthalmic correction or contact lenses then balanced by the Humphriss method. The optometric tests considered were the fusion vergence jump test with Berens' cues, dissociated heterophoresis by Thorington's test (modified Maddox test), associated heterophoresis at 6 m by the needle test (from Haase's sequence) and at 40 cm by the Wesson Card. All tests were performed from a distance of 6 m and up close at a distance of 40 cm. Results: The data collected showed significant differences for fusional vergences, while they were nonsignificant for dissociated and associated phorias. Comparing the monocular and binocular test modes, the values were significant for negative fusion vergences breaking from a distance and positive fusion vergences breaking from near. In these cases, the values in binocular were higher than in monocular because in binocular condition, by placing the prisms on both eyes in front of each other, additional misalignment occurs in addition to the aim shift. In addition, it was also checked what the percentage of norm and out-of-norm subjects were by comparing them with the expected results for each measure, and it was found that the percentage of out-of-norm subjects was greater than the percentage of norm subjects for the tests of negative fusional vergences and not for positive fusional vergences. Conclusions: The results obtained provide a starting point for subsequent studies and research, given the paucity of data and reference values, as there are studies in the literature comparing the various tests without reference to monocular/binocular modality. At the clinical level, the presence of greater differences in near vergences than in far vergences appears to be relevant to the assessment of phoric status. In fact, the most frequently disturbing phorias are near phorias. Vergence data detected differently depending on the type of monocular or binocular apposition would ensure less or more phoric compensation, thus directly acting on the subject's visual comfort.

Obiettivi: Scopo dello studio è stato confrontare i valori di vergenze fusionali, forie dissociate e associate ottenuti anteponendo i prismi in monoculare e in binoculare in campo aperto. Si è inoltre, studiata l’eventuale influenza del genere e della modalità di esecuzione monoculare/binoculare sui test effettuati. Metodi: Sono stati esaminati 77 soggetti di età compresa tra i 19 e i 30 anni di età di cui 54 di genere femminile e 24 di genere maschile. Ad ogni soggetto esaminato è stato chiesto di riferire l’eventuale utilizzo di correzione oftalmica o di lenti a contatto poi bilanciata con il metodo di Humphriss. I test optometrici considerati sono il test delle vergenze fusionali a salti con le stecche di Berens, le eteroforie dissociate tramite il test di Thorington (test di Maddox modificato), le eteroforie associate a 6 m tramite il test dell’ago (dalla sequenza di Haase) e a 40 cm tramite la Wesson Card. Tutti i test sono stati eseguiti da lontano ad una distanza di 6 m e da vicino ad una distanza di 40 cm. Risultati: I dati raccolti hanno evidenziato delle differenze significative per le vergenze fusionali, mentre risultano non significativi per le forie dissociate e associate. Confrontando le modalità di test monoculare e binoculare, i valori sono risultati significativi per la rottura delle vergenze fusionali negative da lontano e per le vergenze fusionali positive da vicino. In questi casi i valori in binoculare erano maggiori rispetto al monoculare poichè in condizione binoculare, anteponendo i prismi su entrambi gli occhi, oltre allo spostamento della mira, si verifica un disallineamento ulteriore. Inoltre, si è verificato anche quale fosse la percentuale di soggetti a norma e fuori norma confrontandoli con i risultati attesi per ciascuna misura ed è risultato che la percentuale di soggetti fuori norma era maggiore della percentuale di soggetti a norma per i test delle vergenze fusionali negative e non per le vergenze fusionali positive. Conclusioni: I risultati ottenuti costituiscono un punto di partenza per studi e ricerche successive, data la scarsità di dati e valori di riferimento, in quanto in letteratura sono presenti studi che confrontano i vari test senza riferimento alla modalità monoculare/binoculare. A livello clinico la presenza di differenze maggiori nelle vergenze da vicino rispetto alle vergenze da lontano risulta essere rilevante per la valutazione dello stato forico. Le forie più frequentemente disturbanti sono infatti le forie da vicino. Dati di vergenza rilevati diversamente a seconda della tipologia di apposizione monoculare o binoculare garantirebbero una minore o maggiore compensazione forica, agendo quindi direttamente sul comfort visivo del soggetto.