L’elaborato propone un’analisi focalizzata sul cosiddetto colonialismo climatico. Inquadrando quest’ultimo come un’espressione di neocolonialismo, la tesi propone una riflessione legata alle nuove forme di subordinazione a cui numerosi paesi ex coloniali risultano ancora oggi sottoposti. Queste, in tempi di crisi climatica, si rivelano intrinsecamente connesse alla gestione e all’accesso alle risorse naturali. Sebbene il colonialismo climatico metta sotto scacco intere popolazioni e aree geografiche, gran parte delle conseguenze legate alle emissioni ricadono sulle periferie del mondo: coloro che hanno meno contribuito al processo di industrializzazione -determinante per la crisi climatica in atto- sono tra quanti stanno pagando il prezzo più alto in termini sociali e ambientali. Le ingiustizie legate ai cambiamenti climatici sembrano portare avanti una vulgata che in alcuni tratti ricorda ideologie coloniali: si passa dal dovere morale della civilizzazione a quello per la tutela degli ecosistemi. In nome di questo principio, si giustifica in alcuni casi un conservazionismo ambientale che non di rado fa gli interessi di pochi, danneggiando gli ecosistemi stessi e i suoi abitanti. La tesi propone altresì un'analisi centrata sulle ragioni per le quali l’accaparramento delle risorse venga da più parti considerato come una dinamica neocoloniale. Viene inoltre proposta una panoramica legata all'ambigua attitudine mostrata da parte delle istituzioni statali e internazionali rispetto al fenomeno del land grabbing. L’elaborato si conclude trattando temi legati all’agricoltura e alla sovranità alimentare. Partendo da un’analisi dell’attuale sistema agro-alimentare, l'attenzione è rivolta alle problematiche ambientali e sociali che esso porta con sé. Viene dunque affrontato il tema dei monopoli all’interno dell’agrobusiness e di come questi abbiano uniformato le colture e la loro gestione. Vengono infine prese in considerazione le gravi problematiche che questi hanno determinato tra le popolazioni contadine e come esse si stiano organizzando per fare fronte a un sistema che le opprime e che danneggia il territorio che abitano.
I nuovi volti del colonialismo: forme di sfruttamento e crisi climatica
CAPORALI, FRANCESCA AMANDA
2021/2022
Abstract
L’elaborato propone un’analisi focalizzata sul cosiddetto colonialismo climatico. Inquadrando quest’ultimo come un’espressione di neocolonialismo, la tesi propone una riflessione legata alle nuove forme di subordinazione a cui numerosi paesi ex coloniali risultano ancora oggi sottoposti. Queste, in tempi di crisi climatica, si rivelano intrinsecamente connesse alla gestione e all’accesso alle risorse naturali. Sebbene il colonialismo climatico metta sotto scacco intere popolazioni e aree geografiche, gran parte delle conseguenze legate alle emissioni ricadono sulle periferie del mondo: coloro che hanno meno contribuito al processo di industrializzazione -determinante per la crisi climatica in atto- sono tra quanti stanno pagando il prezzo più alto in termini sociali e ambientali. Le ingiustizie legate ai cambiamenti climatici sembrano portare avanti una vulgata che in alcuni tratti ricorda ideologie coloniali: si passa dal dovere morale della civilizzazione a quello per la tutela degli ecosistemi. In nome di questo principio, si giustifica in alcuni casi un conservazionismo ambientale che non di rado fa gli interessi di pochi, danneggiando gli ecosistemi stessi e i suoi abitanti. La tesi propone altresì un'analisi centrata sulle ragioni per le quali l’accaparramento delle risorse venga da più parti considerato come una dinamica neocoloniale. Viene inoltre proposta una panoramica legata all'ambigua attitudine mostrata da parte delle istituzioni statali e internazionali rispetto al fenomeno del land grabbing. L’elaborato si conclude trattando temi legati all’agricoltura e alla sovranità alimentare. Partendo da un’analisi dell’attuale sistema agro-alimentare, l'attenzione è rivolta alle problematiche ambientali e sociali che esso porta con sé. Viene dunque affrontato il tema dei monopoli all’interno dell’agrobusiness e di come questi abbiano uniformato le colture e la loro gestione. Vengono infine prese in considerazione le gravi problematiche che questi hanno determinato tra le popolazioni contadine e come esse si stiano organizzando per fare fronte a un sistema che le opprime e che danneggia il territorio che abitano. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/138532