Il tirocinio è stato svolto presso il Centro Equino delle Stelle nel periodo compreso tra il 1° agosto 2022 e il 30 settembre 2022 L’approfondimento si è concentrato sulla genetica del cavallo, cercando in questa delle possibili implicazioni che andassero a influenzare negativamente le performance di corsa. Nonostante abbia cercato di concentrarmi sul Trottatore italiano, per mancanza di fonti ho ampliato l’argomento includendo anche il Trottatore americano, il Purosangue inglese e il Trottatore scandinavo. Partendo dalla domesticazione dei cavalli e dalla nascita delle razze e dei libri genealogici mi sono poi soffermata su Trottatore americano e Trottatore italiano e sul funzionamento delle corse al trotto. Mi sono quindi addentrata sui caratteri che vengono selezionati nelle razze da corsa, approfondendo il colore del mantello, gli appiombi e i parametri biometrici. In particolare, è stata poi analizzata la mutazione del gene DMRT3, poiché i cavalli risultati omozigoti AA per tale variante guadagnano punteggi inferiori per il galoppo, al contrario degli individui che presentavano anche l’allele C, collegato ad un migliore equilibrio e a migliori punteggi nell’andatura del canter. Si è ipotizzato quindi che le diverse forme della variante (AA / CA) andassero ad influenzare la capacità dell’animale di passare dall’andatura del trotto a quella del galoppo. È stato poi analizzato il problema della consanguineità, influenzata dalla selezione, e di come a sua volta possa influenzare le performance di corsa e la salute degli animali. Infine, è stato trattato l’argomento delle mutazioni deleterie presenti nel genoma, il cui incremento è dovuto alla domesticazione, alla selezione e al fenomeno denominato “collo di bottiglia”. Quest’ultimo, che causa un ridimensionamento della popolazione andando a ridurne il numero di individui, oltre ad aumentare il quantitativo di mutazioni deleterie all’interno del genoma, ha anche ridotto la diversità genetica delle specie domestiche. Tali mutazioni deleterie non riescono quindi ad essere eliminate dalle popolazioni proprio a causa della diminuzione degli individui che ne fanno parte. Tali mutazioni deleterie sono in grado di causare effetti negativi principalmente negli individui che le manifestano allo stato omozigote. L’omozigosi in una popolazione aumenta in seguito all’aumento della consanguineità. In conclusione, insieme al miglioramento delle performance uno degli obiettivi degli allevatori deve essere quello di impostare un piano di allevamento che permetta di mantenere basso il tasso di consanguineità, per evitare l’aumento dell’omozigosi e delle mutazioni deleterie all’interno del genoma.

La selezione genetica nel cavallo e le possibili implicazioni sulle performance di corsa

GAGLIASSO, SILVIA
2021/2022

Abstract

Il tirocinio è stato svolto presso il Centro Equino delle Stelle nel periodo compreso tra il 1° agosto 2022 e il 30 settembre 2022 L’approfondimento si è concentrato sulla genetica del cavallo, cercando in questa delle possibili implicazioni che andassero a influenzare negativamente le performance di corsa. Nonostante abbia cercato di concentrarmi sul Trottatore italiano, per mancanza di fonti ho ampliato l’argomento includendo anche il Trottatore americano, il Purosangue inglese e il Trottatore scandinavo. Partendo dalla domesticazione dei cavalli e dalla nascita delle razze e dei libri genealogici mi sono poi soffermata su Trottatore americano e Trottatore italiano e sul funzionamento delle corse al trotto. Mi sono quindi addentrata sui caratteri che vengono selezionati nelle razze da corsa, approfondendo il colore del mantello, gli appiombi e i parametri biometrici. In particolare, è stata poi analizzata la mutazione del gene DMRT3, poiché i cavalli risultati omozigoti AA per tale variante guadagnano punteggi inferiori per il galoppo, al contrario degli individui che presentavano anche l’allele C, collegato ad un migliore equilibrio e a migliori punteggi nell’andatura del canter. Si è ipotizzato quindi che le diverse forme della variante (AA / CA) andassero ad influenzare la capacità dell’animale di passare dall’andatura del trotto a quella del galoppo. È stato poi analizzato il problema della consanguineità, influenzata dalla selezione, e di come a sua volta possa influenzare le performance di corsa e la salute degli animali. Infine, è stato trattato l’argomento delle mutazioni deleterie presenti nel genoma, il cui incremento è dovuto alla domesticazione, alla selezione e al fenomeno denominato “collo di bottiglia”. Quest’ultimo, che causa un ridimensionamento della popolazione andando a ridurne il numero di individui, oltre ad aumentare il quantitativo di mutazioni deleterie all’interno del genoma, ha anche ridotto la diversità genetica delle specie domestiche. Tali mutazioni deleterie non riescono quindi ad essere eliminate dalle popolazioni proprio a causa della diminuzione degli individui che ne fanno parte. Tali mutazioni deleterie sono in grado di causare effetti negativi principalmente negli individui che le manifestano allo stato omozigote. L’omozigosi in una popolazione aumenta in seguito all’aumento della consanguineità. In conclusione, insieme al miglioramento delle performance uno degli obiettivi degli allevatori deve essere quello di impostare un piano di allevamento che permetta di mantenere basso il tasso di consanguineità, per evitare l’aumento dell’omozigosi e delle mutazioni deleterie all’interno del genoma.
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