La relazione finale analizza il rapporto tra l’erosione del suolo e i cambiamenti climatici, principalmente all’interno del panorama europeo e concentrandosi sui territori montani. Inoltre, vengono discussi i principali aspetti tenuti in considerazione nei modelli di stima dell’erosione RUSLE e D-RUSLE, in riferimento a scenari futuri. L’erosione del suolo consiste nel processo di asportazione della sua porzione superficiale (topsoil) indotto da agenti fisici come piogge, ruscellamento superficiale, vento, ghiaccio e neve. Elevati tassi d’erosione possono determinare diverse ripercussioni negative, tra cui la perdita di sostanza organica e di conseguenza una riduzione della fertilità, biodiversità, capacità di trattenere l’acqua; in aggiunta, nei territori montani può portare all’insorgenza di frane superficiali e quindi contribuire all’instabilità dei versanti. I principali fattori che influiscono sull’erosione del suolo sono di natura climatica, nello specifico le precipitazioni e le temperature. I cambiamenti climatici in atto stanno portando e porteranno a progressive variazioni di queste variabili, e di conseguenza è prevedibile che anche i tassi erosivi subiranno variazioni. Con l’obiettivo di analizzare come gli scenari futuri relativi alle precipitazioni influiscano sui futuri tassi erosivi, è stato riportato il caso studio condotto da Berteni e Grossi (2020): all’interno di questo lavoro sono stati utilizzati scenari climatici ricavati dall’IPCC ed il modello empirico RUSLE. Cambiamenti relativi a temperature e precipitazioni possono modificare vari aspetti, tra i quali rientrano le dinamiche relative alla copertura nevosa e vegetativa, le quali a loro volta hanno un ruolo chiave sull’insorgenza e quantità dei fenomeni erosivi. In un contesto montano risulta inoltre importante il ruolo del manto nevoso nei riguardi dell’erosione del suolo, la quale può essere particolarmente rilevante soprattutto nel caso di distacco di valanghe e scivolamento lento della neve (snow gliding). Quest’ultimo fenomeno, in particolare, è sempre più frequente per via dei cambiamenti climatici. Per approfondire tale aspetto, è stato approfondito il caso studio condotto da Meusburger et al (2014), dove tramite l’utilizzo del metodo RUSLE e del radionuclide 137Cs, si è data una stima dell’erosione del suolo indotta da tale fenomeno. I cambiamenti climatici possono poi avere effetti variabili sulla copertura vegetazionale: l’aumento delle temperature e della CO2 nell’atmosfera possono determinare un incremento della biomassa vegetale, ma al contempo determinare problematiche legate a stress idrici e termici. Tenere conto sia delle variazioni della copertura vegetale che dei fattori climatici potrebbe quindi aiutare ad ottenere una stima più veritiera dei tassi di erosione futuri. A tal proposito, è stato riportato il caso studio condotto da Gianinetto et al (2020), dove è stata svolta una simulazione della futura copertura del suolo tramite tecniche di apprendimento automatico ed è stato utilizzato il modello D-RUSLE per stimare i futuri tassi di erosione, tenendo conto dei futuri scenari climatici. Infine, sono state riportate le caratteristiche dei modelli RUSLE e D-RUSLE, le loro differenze, e alcuni esempi di utilizzo per stimare i futuri tassi erosivi nei casi studio condotti da Berteni e Grossi (2020) e Gianinetto et al (2020).
Erosione del suolo e cambiamenti climatici: modelli e scenari
UGHETTI, MANUEL
2021/2022
Abstract
La relazione finale analizza il rapporto tra l’erosione del suolo e i cambiamenti climatici, principalmente all’interno del panorama europeo e concentrandosi sui territori montani. Inoltre, vengono discussi i principali aspetti tenuti in considerazione nei modelli di stima dell’erosione RUSLE e D-RUSLE, in riferimento a scenari futuri. L’erosione del suolo consiste nel processo di asportazione della sua porzione superficiale (topsoil) indotto da agenti fisici come piogge, ruscellamento superficiale, vento, ghiaccio e neve. Elevati tassi d’erosione possono determinare diverse ripercussioni negative, tra cui la perdita di sostanza organica e di conseguenza una riduzione della fertilità, biodiversità, capacità di trattenere l’acqua; in aggiunta, nei territori montani può portare all’insorgenza di frane superficiali e quindi contribuire all’instabilità dei versanti. I principali fattori che influiscono sull’erosione del suolo sono di natura climatica, nello specifico le precipitazioni e le temperature. I cambiamenti climatici in atto stanno portando e porteranno a progressive variazioni di queste variabili, e di conseguenza è prevedibile che anche i tassi erosivi subiranno variazioni. Con l’obiettivo di analizzare come gli scenari futuri relativi alle precipitazioni influiscano sui futuri tassi erosivi, è stato riportato il caso studio condotto da Berteni e Grossi (2020): all’interno di questo lavoro sono stati utilizzati scenari climatici ricavati dall’IPCC ed il modello empirico RUSLE. Cambiamenti relativi a temperature e precipitazioni possono modificare vari aspetti, tra i quali rientrano le dinamiche relative alla copertura nevosa e vegetativa, le quali a loro volta hanno un ruolo chiave sull’insorgenza e quantità dei fenomeni erosivi. In un contesto montano risulta inoltre importante il ruolo del manto nevoso nei riguardi dell’erosione del suolo, la quale può essere particolarmente rilevante soprattutto nel caso di distacco di valanghe e scivolamento lento della neve (snow gliding). Quest’ultimo fenomeno, in particolare, è sempre più frequente per via dei cambiamenti climatici. Per approfondire tale aspetto, è stato approfondito il caso studio condotto da Meusburger et al (2014), dove tramite l’utilizzo del metodo RUSLE e del radionuclide 137Cs, si è data una stima dell’erosione del suolo indotta da tale fenomeno. I cambiamenti climatici possono poi avere effetti variabili sulla copertura vegetazionale: l’aumento delle temperature e della CO2 nell’atmosfera possono determinare un incremento della biomassa vegetale, ma al contempo determinare problematiche legate a stress idrici e termici. Tenere conto sia delle variazioni della copertura vegetale che dei fattori climatici potrebbe quindi aiutare ad ottenere una stima più veritiera dei tassi di erosione futuri. A tal proposito, è stato riportato il caso studio condotto da Gianinetto et al (2020), dove è stata svolta una simulazione della futura copertura del suolo tramite tecniche di apprendimento automatico ed è stato utilizzato il modello D-RUSLE per stimare i futuri tassi di erosione, tenendo conto dei futuri scenari climatici. Infine, sono state riportate le caratteristiche dei modelli RUSLE e D-RUSLE, le loro differenze, e alcuni esempi di utilizzo per stimare i futuri tassi erosivi nei casi studio condotti da Berteni e Grossi (2020) e Gianinetto et al (2020).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/138433