Questo studio si propone di analizzare e mettere a confronto due recenti teorie dell’evoluzione culturale: la teoria memetica, proposta da Richard Dawkins, e la teoria epidemiologica sostenuta da Dan Sperber. Il progetto, di natura quindi essenzialmente comparativa, andrà a toccare gli aspetti centrali delle due proposte, contestualizzandole, per quanto possibile, all’interno dello sfondo più ampio dei precedenti tentativi teorici di “naturalizzazione” della cultura umana, che prendono avvio già dalla seconda metà dell’Ottocento. Per quanto riguarda la teoria memetica (capitolo 1), verrà analizzata la proposta centrale della suddetta teoria, esposta da Dawkins nel 1976 all’interno del suo testo “Il gene egoista”, in cui si teorizza l’esistenza di entità minime d’informazione culturale, ribattezzati ‘memi’, e del loro ruolo nel processo di trasmissione culturale; in seguito, verrà presa in esame la posizione di Susan Blackmore, un'importante interprete della teoria stessa, che ha contribuito al suo sviluppo; infine, verranno esaminate le problematicità che la teoria presenta (alcune delle quali individuate già dai suoi stessi sostenitori) e le critiche mosse da altri autori, concentrandosi in particolare su quelle mosse da Dan Sperber, sostenitore, al contrario, di una teoria epidemiologica della cultura. Partendo dalle critiche di Sperber al modello memetico, nel capitolo 2 si passerà ad analizzare le posizioni centrali della proposta sperberiana, secondo cui l’evoluzione della cultura si spiegherebbe attraverso una “epidemiologia delle rappresentazioni” anziché una replicazione memetica, come vorrebbe Dawkins; e si illustrerà il processo tramite il quale queste rappresentazioni individuali acquisiscono dimensione pubblica e formano una manifestazione culturale. Infine, come per la teoria memetica, verranno esaminati i punti problematici della teoria epidemiologica (primo fra tutti il concetto di “attrattore”) e le critiche mosse a quest’ultima. Nell’ultimo capitolo, alla luce dell’analisi condotta, le due teorie verranno poi effettivamente comparate per individuare i punti in cui sono più deboli, se sia possibile o meno un’integrazione tra le due (almeno sotto certi aspetti) e quali sono invece le posizioni totalmente divergenti tra loro, al fine di tentare di stabilire quale sia il modello che fornisce una spiegazione più convincente del processo dell’evoluzione culturale.
L'evoluzione culturale tra teoria memetica e teoria epidemiologica
CERRITO, DAMIANO
2020/2021
Abstract
Questo studio si propone di analizzare e mettere a confronto due recenti teorie dell’evoluzione culturale: la teoria memetica, proposta da Richard Dawkins, e la teoria epidemiologica sostenuta da Dan Sperber. Il progetto, di natura quindi essenzialmente comparativa, andrà a toccare gli aspetti centrali delle due proposte, contestualizzandole, per quanto possibile, all’interno dello sfondo più ampio dei precedenti tentativi teorici di “naturalizzazione” della cultura umana, che prendono avvio già dalla seconda metà dell’Ottocento. Per quanto riguarda la teoria memetica (capitolo 1), verrà analizzata la proposta centrale della suddetta teoria, esposta da Dawkins nel 1976 all’interno del suo testo “Il gene egoista”, in cui si teorizza l’esistenza di entità minime d’informazione culturale, ribattezzati ‘memi’, e del loro ruolo nel processo di trasmissione culturale; in seguito, verrà presa in esame la posizione di Susan Blackmore, un'importante interprete della teoria stessa, che ha contribuito al suo sviluppo; infine, verranno esaminate le problematicità che la teoria presenta (alcune delle quali individuate già dai suoi stessi sostenitori) e le critiche mosse da altri autori, concentrandosi in particolare su quelle mosse da Dan Sperber, sostenitore, al contrario, di una teoria epidemiologica della cultura. Partendo dalle critiche di Sperber al modello memetico, nel capitolo 2 si passerà ad analizzare le posizioni centrali della proposta sperberiana, secondo cui l’evoluzione della cultura si spiegherebbe attraverso una “epidemiologia delle rappresentazioni” anziché una replicazione memetica, come vorrebbe Dawkins; e si illustrerà il processo tramite il quale queste rappresentazioni individuali acquisiscono dimensione pubblica e formano una manifestazione culturale. Infine, come per la teoria memetica, verranno esaminati i punti problematici della teoria epidemiologica (primo fra tutti il concetto di “attrattore”) e le critiche mosse a quest’ultima. Nell’ultimo capitolo, alla luce dell’analisi condotta, le due teorie verranno poi effettivamente comparate per individuare i punti in cui sono più deboli, se sia possibile o meno un’integrazione tra le due (almeno sotto certi aspetti) e quali sono invece le posizioni totalmente divergenti tra loro, al fine di tentare di stabilire quale sia il modello che fornisce una spiegazione più convincente del processo dell’evoluzione culturale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/138322