Il caffè rappresenta una bevanda molto importante nella vita di miliardi di persone nel mondo e per questo motivo ha riscontrato un particolare interesse in ricerca e in ambito medico. In letteratura sono presenti molteplici dati sugli effetti positivi e sui rischi associati all’assunzione di questa bevanda. Nel mio elaborato vengono presentati dati sperimentali che mostrano alcuni effetti benefici dell’acido clorogenico, composto bioattivo del caffè, sulla prevenzione del diabete mellito di tipo 2. In primo luogo, sono riportati alcuni dati che dimostrano come l’acido clorogenico possa svolgere un ruolo nella riduzione della iperglicemia postprandiale, uno dei target principali nel trattamento del diabete di tipo 2. È stato analizzato il suo ruolo nei confronti dei due enzimi chiave nel metabolismo glicidico: α-amilasi e α-glicosidasi ed è stato verificato che può agire da loro inibitore in maniera dose-dipendente. In un altro lavoro preso in esame è stato valutato se l’acido clorogenico fosse implicato nei meccanismi di trasporto del glucosio e a tale scopo sono stati condotti degli esperimenti sulla linea cellulare L6 di mioblasti scheletrici di ratto. Dopo aver verificato che l’assorbimento di 2-deossiglucosio da parte delle cellule è aumentato in seguito all’aggiunta del composto bioattivo in esame, ne è stato indagato il meccanismo in seguito a trattamenti sulle cellule con wortmannina (inibitore PI3K) e il composto c (inibitore AMPK). I risultati hanno permesso di capire che le modalità di azione dell’acido clorogenico non interferiscono con la via dell’insulina (legata a PI3K), e hanno invece indicato un legame con la proteina AMPK il cui ruolo è noto nel favorire la traslocazione e quindi l’esposizione dei trasportatori GLUT sulle membrane, associato a un maggior trasporto di glucosio nelle cellule. In un ulteriore lavoro è stato indagato il possibile effetto dell’acido clorogenico combinato all’azione della caffeina sul trattamento dell’obesità. L’azione protettiva verso lo sviluppo di questa condizione può infatti essere considerata come un meccanismo di prevenzione contro l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. È stato quindi verificato che il trattamento fosse in grado di inibire la formazione delle gocce lipidiche in adipociti della linea cellulare 3T3-L1 e tramite RT-PCR è stato dimostrato come questi composti possano regolare negativamente l’espressione dell’mRNA di PPAR-γ e C/EBPα (regolatori chiave nell’adipogenesi) e positivamente l’espressione di AMPK e Glut4 (correlati al metabolismo lipidico). Infine, vengono riportati degli esperimenti condotti in vivo su ratti in cui il diabete era stato indotto con Streptozotocina. In un primo esperimento si è analizzato il ripristino del peso corporeo nei ratti trattati con CGA il cui calo era stato causato dal diabete, mentre in un secondo esperimento è stata verificata la capacità di contrastare la condizione di iperlipidemia, nota complicazione della malattia. Dagli studi in vitro e in vivo analizzati nell’elaborato si è potuto constatare come l’acido clorogenico possa avere effetti positivi sul trattamento del diabete mellito. Sarebbe interessante effettuare ulteriori studi per indagare come le composizioni di diverse varietà di caffè possano influire sull’azione effettiva del composto, cercando così di determinare quale sarebbe la miglior composizione di questa bevanda al fine di ottenerne i maggiori benefici per il diabete di tipo 2.
Effetti dell’Acido Clorogenico, composto bioattivo del caffè, nella prevenzione del Diabete Mellito
MUNICCHI, ROBERTA
2021/2022
Abstract
Il caffè rappresenta una bevanda molto importante nella vita di miliardi di persone nel mondo e per questo motivo ha riscontrato un particolare interesse in ricerca e in ambito medico. In letteratura sono presenti molteplici dati sugli effetti positivi e sui rischi associati all’assunzione di questa bevanda. Nel mio elaborato vengono presentati dati sperimentali che mostrano alcuni effetti benefici dell’acido clorogenico, composto bioattivo del caffè, sulla prevenzione del diabete mellito di tipo 2. In primo luogo, sono riportati alcuni dati che dimostrano come l’acido clorogenico possa svolgere un ruolo nella riduzione della iperglicemia postprandiale, uno dei target principali nel trattamento del diabete di tipo 2. È stato analizzato il suo ruolo nei confronti dei due enzimi chiave nel metabolismo glicidico: α-amilasi e α-glicosidasi ed è stato verificato che può agire da loro inibitore in maniera dose-dipendente. In un altro lavoro preso in esame è stato valutato se l’acido clorogenico fosse implicato nei meccanismi di trasporto del glucosio e a tale scopo sono stati condotti degli esperimenti sulla linea cellulare L6 di mioblasti scheletrici di ratto. Dopo aver verificato che l’assorbimento di 2-deossiglucosio da parte delle cellule è aumentato in seguito all’aggiunta del composto bioattivo in esame, ne è stato indagato il meccanismo in seguito a trattamenti sulle cellule con wortmannina (inibitore PI3K) e il composto c (inibitore AMPK). I risultati hanno permesso di capire che le modalità di azione dell’acido clorogenico non interferiscono con la via dell’insulina (legata a PI3K), e hanno invece indicato un legame con la proteina AMPK il cui ruolo è noto nel favorire la traslocazione e quindi l’esposizione dei trasportatori GLUT sulle membrane, associato a un maggior trasporto di glucosio nelle cellule. In un ulteriore lavoro è stato indagato il possibile effetto dell’acido clorogenico combinato all’azione della caffeina sul trattamento dell’obesità. L’azione protettiva verso lo sviluppo di questa condizione può infatti essere considerata come un meccanismo di prevenzione contro l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. È stato quindi verificato che il trattamento fosse in grado di inibire la formazione delle gocce lipidiche in adipociti della linea cellulare 3T3-L1 e tramite RT-PCR è stato dimostrato come questi composti possano regolare negativamente l’espressione dell’mRNA di PPAR-γ e C/EBPα (regolatori chiave nell’adipogenesi) e positivamente l’espressione di AMPK e Glut4 (correlati al metabolismo lipidico). Infine, vengono riportati degli esperimenti condotti in vivo su ratti in cui il diabete era stato indotto con Streptozotocina. In un primo esperimento si è analizzato il ripristino del peso corporeo nei ratti trattati con CGA il cui calo era stato causato dal diabete, mentre in un secondo esperimento è stata verificata la capacità di contrastare la condizione di iperlipidemia, nota complicazione della malattia. Dagli studi in vitro e in vivo analizzati nell’elaborato si è potuto constatare come l’acido clorogenico possa avere effetti positivi sul trattamento del diabete mellito. Sarebbe interessante effettuare ulteriori studi per indagare come le composizioni di diverse varietà di caffè possano influire sull’azione effettiva del composto, cercando così di determinare quale sarebbe la miglior composizione di questa bevanda al fine di ottenerne i maggiori benefici per il diabete di tipo 2.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/138283