L’aumento della domanda di prodotti agricoli da parte della popolazione mondiale in continua crescita e i danni causati dal cambiamento climatico hanno portato all’impiego di circa di tre miliardi di chilogrammi di pesticidi chimici ogni anno. Questo causa enormi danni all’ambiente e alla salute dell’uomo. Risulta quindi necessario trovare delle soluzioni eco-compatibili per sviluppare un’agricoltura sostenibile. Una valida risposta è l’impiego del controllo biologico, cioè l'utilizzo di un organismo antagonista (agente di biocontrollo, BCA) per ridurre la densità di popolazione di un altro organismo. In questo contesto i funghi del genere Trichoderma sono stati identificati come ottimi sostituivi di pesticidi e fertilizzanti chimici in quanto mostrano un comportamento antagonistico nei confronti di molti organismi. Il biocontrollo è esercitato mediante diversi meccanismi, diretti e indiretti, che interagiscono sinergicamente tra loro. I meccanismi diretti includono processi in cui il BCA è a stretto contatto con l’organismo patogeno; mentre i meccanismi indiretti comportano modificazioni a livello della fisiologia e morfologia della pianta, che provocano un aumento della resistenza ai patogeni e la stimolazione della crescita della pianta stessa. La gestione pratica del BCA nelle colture è fondamentale: tramite la selezione dei ceppi più adatti alle condizioni ambientali presenti, la scelta della modalità di inoculazione appropriata e l’utilizzo di formulazioni adatte l’attività antagonista e fertilizzante del BCA può essere notevolmente migliorata, rendendola efficace per numerosi organismi patogeni. Il risultato del biocontrollo è quindi dato dalle interazioni che si sviluppano tra Trichoderma, pianta ospite e patogeno e l’ottimizzazione di queste porta al miglioramento del controllo delle malattie e della biofertilizzazione, provocando ad un aumento della resa delle colture e un ridotto utilizzo di prodotti chimici.

Specie del genere Trichoderma come agenti di biocontrollo: meccanismi di interazione con piante e agenti patogeni per un’agricoltura sostenibile.

CORDARA, GAIA
2020/2021

Abstract

L’aumento della domanda di prodotti agricoli da parte della popolazione mondiale in continua crescita e i danni causati dal cambiamento climatico hanno portato all’impiego di circa di tre miliardi di chilogrammi di pesticidi chimici ogni anno. Questo causa enormi danni all’ambiente e alla salute dell’uomo. Risulta quindi necessario trovare delle soluzioni eco-compatibili per sviluppare un’agricoltura sostenibile. Una valida risposta è l’impiego del controllo biologico, cioè l'utilizzo di un organismo antagonista (agente di biocontrollo, BCA) per ridurre la densità di popolazione di un altro organismo. In questo contesto i funghi del genere Trichoderma sono stati identificati come ottimi sostituivi di pesticidi e fertilizzanti chimici in quanto mostrano un comportamento antagonistico nei confronti di molti organismi. Il biocontrollo è esercitato mediante diversi meccanismi, diretti e indiretti, che interagiscono sinergicamente tra loro. I meccanismi diretti includono processi in cui il BCA è a stretto contatto con l’organismo patogeno; mentre i meccanismi indiretti comportano modificazioni a livello della fisiologia e morfologia della pianta, che provocano un aumento della resistenza ai patogeni e la stimolazione della crescita della pianta stessa. La gestione pratica del BCA nelle colture è fondamentale: tramite la selezione dei ceppi più adatti alle condizioni ambientali presenti, la scelta della modalità di inoculazione appropriata e l’utilizzo di formulazioni adatte l’attività antagonista e fertilizzante del BCA può essere notevolmente migliorata, rendendola efficace per numerosi organismi patogeni. Il risultato del biocontrollo è quindi dato dalle interazioni che si sviluppano tra Trichoderma, pianta ospite e patogeno e l’ottimizzazione di queste porta al miglioramento del controllo delle malattie e della biofertilizzazione, provocando ad un aumento della resa delle colture e un ridotto utilizzo di prodotti chimici.
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