Questo lavoro si basa sull’analisi filosofica e sociologica di tre temi – prigioni, attese, libertà- volti a riflettere sull’esperienza che l’uomo fa di essi nella propria esistenza, intendendoli sia dal punto di vista concreto sia metaforico. In questo senso, il discorso dialoga continuamente tra la realtà del mondo libero e quella appartenente al carcere e alle sue dinamiche, sottolineando come spesso gli stereotipi più comuni limitino una visione trasparente di questi contesti, e ponendo l’attenzione sugli elementi che accomunano l’essenza umana in quanto tale, a prescindere dalla condizione in cui essa si ritrova. A queste riflessioni teoriche si intreccia la descrizione della pratica sul campo di alcune esperienze teatrali in carcere, come quella della Compagnia della Fortezza di Volterra, analizzandone le vicende e le metodologie, che caratterizzano l’azione del teatro non solo in senso educativo, ma anche come ricerca e sperimentazione artistica, volta a ribadire l’accento sull’essere umano e sulle sue potenzialità. Per restituire in modo più approfondito questi concetti, ognuno dei tre capitoli si conclude con il racconto e l’analisi di tre storie vere di vita di attori contemporanei – Aniello Arena, Rick Cluchey e Salvatore Striano - che proprio in carcere, in una condizione di ergastolani o di condanne molto alte, hanno fatto esperienza dell’incontro con il teatro e la cultura, che è risultato per ognuno di essi un invito a cambiare radicalmente la propria vita. Per ognuno, viene analizzato il rapporto tra la propria vicenda e un personaggio o opera teatrale specifica, -rispettivamente le opere di Jean Genet, 'Aspettando Godot' e Beckett, e 'La tempesta' di Shakespeare- che è risultato particolarmente significativo per la storia del soggetto stesso. Con questo si vuole mostrare in maniera concreta come al centro di ogni possibile cambiamento ci sia la relazione, con chi ha fiducia che esso possa manifestarsi e con la propria identità, facendola emergere dalle tante maschere con cui spesso viene celata, utili per far fronte alle richieste o agli stigmi imposti dal mondo, ma da cui è necessario liberarsi per cercare l’autentica espressione di se stessi.

Prigioni, Attese, Libertà. Temi di riflessione e storie di cambiamento tra Teatro e Carcere

NASELLI, BENEDETTA
2021/2022

Abstract

Questo lavoro si basa sull’analisi filosofica e sociologica di tre temi – prigioni, attese, libertà- volti a riflettere sull’esperienza che l’uomo fa di essi nella propria esistenza, intendendoli sia dal punto di vista concreto sia metaforico. In questo senso, il discorso dialoga continuamente tra la realtà del mondo libero e quella appartenente al carcere e alle sue dinamiche, sottolineando come spesso gli stereotipi più comuni limitino una visione trasparente di questi contesti, e ponendo l’attenzione sugli elementi che accomunano l’essenza umana in quanto tale, a prescindere dalla condizione in cui essa si ritrova. A queste riflessioni teoriche si intreccia la descrizione della pratica sul campo di alcune esperienze teatrali in carcere, come quella della Compagnia della Fortezza di Volterra, analizzandone le vicende e le metodologie, che caratterizzano l’azione del teatro non solo in senso educativo, ma anche come ricerca e sperimentazione artistica, volta a ribadire l’accento sull’essere umano e sulle sue potenzialità. Per restituire in modo più approfondito questi concetti, ognuno dei tre capitoli si conclude con il racconto e l’analisi di tre storie vere di vita di attori contemporanei – Aniello Arena, Rick Cluchey e Salvatore Striano - che proprio in carcere, in una condizione di ergastolani o di condanne molto alte, hanno fatto esperienza dell’incontro con il teatro e la cultura, che è risultato per ognuno di essi un invito a cambiare radicalmente la propria vita. Per ognuno, viene analizzato il rapporto tra la propria vicenda e un personaggio o opera teatrale specifica, -rispettivamente le opere di Jean Genet, 'Aspettando Godot' e Beckett, e 'La tempesta' di Shakespeare- che è risultato particolarmente significativo per la storia del soggetto stesso. Con questo si vuole mostrare in maniera concreta come al centro di ogni possibile cambiamento ci sia la relazione, con chi ha fiducia che esso possa manifestarsi e con la propria identità, facendola emergere dalle tante maschere con cui spesso viene celata, utili per far fronte alle richieste o agli stigmi imposti dal mondo, ma da cui è necessario liberarsi per cercare l’autentica espressione di se stessi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/137979