Le ricerche del settore agrario per aumentare la produttività delle coltivazioni conseguentemente all’aumento demografico e alla diminuzione dei terreni coltivabili, hanno portato ad un massiccio uso di fertilizzanti chimici e alla contaminazione dell’ecosistema e dei prodotti agricoli. Una valida alternativa al loro utilizzo, è rappresentata dalla simbiosi micorrizica arbuscolare. I funghi, appartenenti al phylum dei Glomeromiceti, ricevono dalla pianta carbonio sotto forma di zuccheri e lipidi e in cambio migliorano l’assorbimento di nutrienti (in particolare N e P) e la resistenza delle colture in condizioni avverse. Questo lavoro di tesi si concentra sui possibili benefici che quest’interazione può apportare in termini di produzione e qualità delle colture in presenza di stress abiotico. Il primo articolo sperimentale che ho analizzato riguarda gli effetti di 6 inoculi differenti di funghi micorrizici arbuscolari su olivi in ambiente salino. Sono stati stabiliti due livelli di salinità: basso a 50mM di NaCl e alto a 100mM di NaCl ed in entrambi i casi sono stati riscontrati valori positivi sulla crescita e sui tassi fotosintetici delle piante durante i 10 mesi dell’esperimento. Il secondo lavoro analizza la protezione da parte di funghi micorrizici degli apparati fotosintetici in piante di grano sotto stress idrico. Per raggiungere la condizione di siccità, il contenuto d’acqua del terreno è stato ridotto fino a raggiungere il 22%. Sono stati evidenziati un aumento di clorofilla e di efficienza sia del fotosistema 1 che del fotosistema 2 rispetto alle piante non inoculate. L’ultimo esperimento va a studiare i vantaggi dell’inoculo di micorrize in girasoli cresciuti in carenza di Fe. La presenza dell’inoculo ha portato ad un notevole miglioramento fenotipico negli ospiti e i girasoli che hanno interagito con i funghi, anche se in carenza di Fe, hanno mostrato caratteristiche fisiologiche simili ai campioni di controllo. Siccome tutti gli esperimenti hanno dato esiti positivi, le conclusioni evidenziano l’importanza di queste interazioni simbiotiche nella coltivazione di terreni che presentano condizioni sfavorevoli all’agricoltura e il loro utilizzo può aprire le porte a ricerche in grado di dare un grande incentivo alla svolta eco-sostenibile del settore primario.

Applicazione della simbiosi micorrizica arbuscolare in agricoltura

GIOLITO, EDOARDO
2021/2022

Abstract

Le ricerche del settore agrario per aumentare la produttività delle coltivazioni conseguentemente all’aumento demografico e alla diminuzione dei terreni coltivabili, hanno portato ad un massiccio uso di fertilizzanti chimici e alla contaminazione dell’ecosistema e dei prodotti agricoli. Una valida alternativa al loro utilizzo, è rappresentata dalla simbiosi micorrizica arbuscolare. I funghi, appartenenti al phylum dei Glomeromiceti, ricevono dalla pianta carbonio sotto forma di zuccheri e lipidi e in cambio migliorano l’assorbimento di nutrienti (in particolare N e P) e la resistenza delle colture in condizioni avverse. Questo lavoro di tesi si concentra sui possibili benefici che quest’interazione può apportare in termini di produzione e qualità delle colture in presenza di stress abiotico. Il primo articolo sperimentale che ho analizzato riguarda gli effetti di 6 inoculi differenti di funghi micorrizici arbuscolari su olivi in ambiente salino. Sono stati stabiliti due livelli di salinità: basso a 50mM di NaCl e alto a 100mM di NaCl ed in entrambi i casi sono stati riscontrati valori positivi sulla crescita e sui tassi fotosintetici delle piante durante i 10 mesi dell’esperimento. Il secondo lavoro analizza la protezione da parte di funghi micorrizici degli apparati fotosintetici in piante di grano sotto stress idrico. Per raggiungere la condizione di siccità, il contenuto d’acqua del terreno è stato ridotto fino a raggiungere il 22%. Sono stati evidenziati un aumento di clorofilla e di efficienza sia del fotosistema 1 che del fotosistema 2 rispetto alle piante non inoculate. L’ultimo esperimento va a studiare i vantaggi dell’inoculo di micorrize in girasoli cresciuti in carenza di Fe. La presenza dell’inoculo ha portato ad un notevole miglioramento fenotipico negli ospiti e i girasoli che hanno interagito con i funghi, anche se in carenza di Fe, hanno mostrato caratteristiche fisiologiche simili ai campioni di controllo. Siccome tutti gli esperimenti hanno dato esiti positivi, le conclusioni evidenziano l’importanza di queste interazioni simbiotiche nella coltivazione di terreni che presentano condizioni sfavorevoli all’agricoltura e il loro utilizzo può aprire le porte a ricerche in grado di dare un grande incentivo alla svolta eco-sostenibile del settore primario.
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