Introduction: schizophrenia is a serious mental disorder affecting around 24 million people worldwide. The main goal of the treatment of this disease is to prevent relapses promoting adherence to therapy, a very common issue in people suffering from this disorder. In this perspective, the so called “depot drugs” aka long acting antipsychotic, should be considered an advantageous and effective option. Although they are not seen in a positive way by the whole population, they have multiple advantages, including the improvement of therapeutic compliance, the simplification of treatment by doctors and nurses, the reduction of several side effects. Target: the aims of this experimental thesis were: (1) to evaluate types and frequency of use of long-acting antipsychotics among patients with schizophrenia referred to a mental health outpatient service, (2) to gather evidences about nurses’ and patients’ opinion about this type of treatment and (3) assess the effect of the this type of treatment on nurse-patient relationship. Materials and methods: as regards quantitative data, a descriptive analysis was carried out concerning different types of long-acting antipsychotic used and the frequency of use among patients with schizophrenia referred to the mental health outpatient service of Ceva (CN). An ad-hoc questionnaire, consisting of ten questions with four response options, was then administered to the nursing staff of the service to investigate about patients’ attitude toward the long-acting treatment, main advantages arise during treatment, and the nurse-patient relationship. Results: no statistically significant differences were found between patients with schizophrenia undertreatment with long-acting antipsychotic drugs and those not receivng long-acting antipsychotic drugs, regarding gender, the house typology, the living condition, the presence or not of any caregivers and the assignment of support administrator. Statistically significant differences were found regarding schizophrenia subtypes. According to the gathered opinions, a purely positive outlook was detected among nurses, whereas patients under treatment showed mostly a hostile and avoidant attitude toward treatment.
Introduzione: la schizofrenia è un grave disturbo mentale di cui sono affette circa 24 milioni di persone in tutto il mondo. Il principale obiettivo nel trattamento di questa patologia è quello di prevenire le ricadute e favorire l’aderenza alla terapia, problema molto frequente nelle persone affette da tale disturbo. In questa prospettiva, gli antipsicotici “depot”, anche detti a lunga durata d’azione, dovrebbero essere considerati un’opzione vantaggiosa ed efficace. Seppur non vengano visti in modo positivo da tutta la popolazione, essi hanno molteplici vantaggi, tra cui il miglioramento della compliance terapeutica, la semplificazione del trattamento da parte di medici e infermieri, la riduzione di vari effetti collaterali. Obiettivo: gli obiettivi di questa tesi sperimentale erano: (1) valutare la tipologia e la frequenza di utilizzo di antipsicotici a lunga durata d’azione tra i pazienti con schizofrenia presso un Centro di Salute Mentale (CSM) campione, (2) raccogliere l’opinione personale dell’infermiere e del paziente riguardo questo trattamento e (3) rilevare gli effetti dello stesso sulla relazione infermiere-paziente. Materiali e metodi: dal punto di vista quantitativo è stata effettuata una descrittiva riguardo tipologia e prevalenza di utilizzo dei farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione nei pazienti affetti da schizofrenia afferenti al CSM di Ceva (CN). Un breve questionario, formulato ad hoc e composto da dieci domande con quattro opzioni di risposta, è stato poi somministrato agli infermieri del centro per indagare rispetto al tipo di atteggiamento assunto dai pazienti in terapia con antipsicotici a lunga durata d’azione, gli eventuali vantaggi dimostrati e l’ambito relazionale infermiere-paziente. Risultati: non sono emerse differenze statisticamente significative tra pazienti affetti da schizofrenia in trattamento e quelli non in trattamento con farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione, per quanto riguarda il genere, la tipologia di domicilio, la condizione abitativa, l’assegnazione o meno di un caregiver/amministratore di sostegno. Sono emerse differenze statisticamente significative per quanto riguarda i sottotipi di schizofrenia. Dalle opinioni raccolte attraverso il questionario emerge un atteggiamento prettamente positivo da parte degli infermieri in merito a tale trattamento e un atteggiamento perlopiù ostile ed evitante da parte dei pazienti sottoposti ad esso.
La gestione infermieristica del paziente schizofrenico in trattamento con farmaci antipsicotici a rilascio prolungato
IARROBINO, GIORGIA
2021/2022
Abstract
Introduzione: la schizofrenia è un grave disturbo mentale di cui sono affette circa 24 milioni di persone in tutto il mondo. Il principale obiettivo nel trattamento di questa patologia è quello di prevenire le ricadute e favorire l’aderenza alla terapia, problema molto frequente nelle persone affette da tale disturbo. In questa prospettiva, gli antipsicotici “depot”, anche detti a lunga durata d’azione, dovrebbero essere considerati un’opzione vantaggiosa ed efficace. Seppur non vengano visti in modo positivo da tutta la popolazione, essi hanno molteplici vantaggi, tra cui il miglioramento della compliance terapeutica, la semplificazione del trattamento da parte di medici e infermieri, la riduzione di vari effetti collaterali. Obiettivo: gli obiettivi di questa tesi sperimentale erano: (1) valutare la tipologia e la frequenza di utilizzo di antipsicotici a lunga durata d’azione tra i pazienti con schizofrenia presso un Centro di Salute Mentale (CSM) campione, (2) raccogliere l’opinione personale dell’infermiere e del paziente riguardo questo trattamento e (3) rilevare gli effetti dello stesso sulla relazione infermiere-paziente. Materiali e metodi: dal punto di vista quantitativo è stata effettuata una descrittiva riguardo tipologia e prevalenza di utilizzo dei farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione nei pazienti affetti da schizofrenia afferenti al CSM di Ceva (CN). Un breve questionario, formulato ad hoc e composto da dieci domande con quattro opzioni di risposta, è stato poi somministrato agli infermieri del centro per indagare rispetto al tipo di atteggiamento assunto dai pazienti in terapia con antipsicotici a lunga durata d’azione, gli eventuali vantaggi dimostrati e l’ambito relazionale infermiere-paziente. Risultati: non sono emerse differenze statisticamente significative tra pazienti affetti da schizofrenia in trattamento e quelli non in trattamento con farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione, per quanto riguarda il genere, la tipologia di domicilio, la condizione abitativa, l’assegnazione o meno di un caregiver/amministratore di sostegno. Sono emerse differenze statisticamente significative per quanto riguarda i sottotipi di schizofrenia. Dalle opinioni raccolte attraverso il questionario emerge un atteggiamento prettamente positivo da parte degli infermieri in merito a tale trattamento e un atteggiamento perlopiù ostile ed evitante da parte dei pazienti sottoposti ad esso.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
893746_tesicompleta.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
931.54 kB
Formato
Adobe PDF
|
931.54 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/137871