La questione tucididea. Tucidide, Senofonte e l'esilio: tra colpa e menzogna

Nel secondo proemio, collocato in 5, 26, Tucidide racconta di essere stato esiliato per venti anni da Atene dopo la sua strategia ad Anfipoli. Nonostante ciò, i libri successivi vengono narrati come se lui fosse presente. Data questa incongruenza, i filologi tedeschi dell'800 hanno dato vita alla cosiddetta “questione tucididea”: il tema di fondo era spiegare la dovizia di dettagli di prospettiva ateniese in relazione all'esilio di Tucidide. Un'ipotesi rivoluzionaria è stata portata all'attenzione degli studiosi negli anni '70 da Luciano Canfora, il quale ritiene che a scrivere 5, 26, e quindi a parlare di un esilio, sia Senofonte, noto per aver concluso l'opera di Tucidide (corrispondente ai primi due libri delle Elleniche) e per averla pubblicata. L'ipotesi si è scontrata nel corso degli anni con molti studiosi e commentatori di Tucidide. Il seguente elaborato intende ripercorrere la tesi di Canfora e compararla agli studi che sostengono l'esilio di Tucidide attraverso un'analisi linguistica e contenutistica, unita anche alle testimonianze tramandate da altre fonti antiche.