Aim of this work has been a petrographic investigation of the natural stone materials and of some artificial ones (mortars and plasters) of the San Nazario's church in Villarbasse, including macroscopic analysis and mapping of different materials, and transmitted light microscopy and X-ray powder diffraction investigations on selected samples. For the mapping, previous architectural maps have been modified and/or redrawn in order to properly show both nature and occurrence of stone materials used for the church's flooring, the altars and the bell tower. Natural stones from nearby historical quarries have been also sampled and analysed for a comparison. Though the flooring is not attributable to a single historical period, it shows a homogeneous use of the same stone material: squared quartzite slabs from the well- known Barge's quarries, occurring as either the dark- or light-coloured variety, respectively. Lithotypes used for the steps leading to the lateral chapels include chloritic paragneiss, leucocratic orthogneiss, and metabasites (prasinite auct.). The steps leading to the presbitery are made of two different marbles, a slightly-veined whitish variety and a saccharoid white marble, the latter showing stronger deterioration phenomena. The high altar was built in 1930 and is decorated with different marbles coming either from the Piemonte Region (Persichino, Alabastro di Busca, Verde Susa, Verzino Frabosa and Nero Vallone), or other Italian localities (Macchia Vecchia, Breccia Seravezza, Breccia Medicea, Giallo Verona) or abroad (Rosso Francia). The low altar belongs to the same period, and it shows fewer stone varieties including: Rosso Ammonitico Veronese, Bardiglio, Seravezza di Moncervetto e Verde Susa. Based on macroscopic observations, it was not possible to identify the white saccharoid marble used for some decorative elements in both the altars, and the veined white marble occurring in the low altar. Different varieties of metamorphic rocks coming from Val Susa and Val Sangone were used for the lower, older section (of Romanesque age) of the bell tower. These include: micro- augen tourmaline-bearing orthogneisses, fine-grained gneisses, micaschists and quartz- rich micaschists from continental units (Dora-Maira Massif); serpentinized lherzolites, metabasites (prasiniti Auct.), glaucophane vs actinolite schists, and glaucophane-bearing eclogites from the metaophiolite units derived from the Mesozoic Tethyan oceanic crust. On the northern side of the bell tower a small capital, most likely of Roman age and carved from a white, saccharoid and slightly micaceous marble, has been found. The natural stones quarried from the historical, prasinite D'Andrade Quarry (Val Susa) and from the small, ortogneiss quarries of Pianca (Val Sangone) have proved to be rather different from those used in the bell tower. On the contrary, some of the prasinite metabasites from the tower are very similar to those that were also quarried in the past at Pianca (Val Sangone). The mortars from the bell tower are all characterized by mixed binder of (slaked) lime and gypsum, while the aggregates mostly consist of lithic fragments (major felsic rocks and quartz-rich schists, and minor serpentinites). The Romanesque mortars show a lower clast/matrix ratio and a larger heterogenity in the size of clasts with respect to the mortars of the XVIII century.

L'obiettivo del lavoro è stata l'indagine petrografica di materiali lapidei naturali e di alcuni lapidei artificiali (malte e intonaci) della chiesa di San Nazario in Villarbasse, volta a una loro caratterizzazione su base microscopica, macroscopica e diffrattometrica; la mappatura di tali materiali ha comportato la predisposizione di basi grafiche idonee a documentare correttamente natura e distribuzione dei lapidei nella pavimentazione della chiesa, negli altari e nel campanile. Sono inoltre stati campionati e analizzati per confronto lapidei naturali provenienti da cave delle aree adiacenti. La pavimentazione della chiesa non risulta ascrivibile a un unico periodo storico, pur presentando una certa omogeneità nei lapidei utilizzati, ovvero lastre quadrate di quarzite bargiolina nelle varietà chiara e scura. Altri litotipi rinvenuti tra gli elementi costituenti gli scalini di accesso alle cappelle laterali e al presbiterio sono costituiti rispettivamente da: paragneiss cloritici, ortogneiss leucocrati, prasiniti e due tipologie di marmo: uno a tendenza venata, l'altro bianco a struttura saccaroide e caratterizzato da un degrado più marcato. L'altare maggiore realizzato nel 1930, risulta decorato con varie tipologie di marmi di provenienza sia regionale (Persichino, Alabastro di Busca, Verde Susa, Verzino di Frabosa e Nero Vallone), sia extra-regionale (Macchia Vecchia, Breccia di Seravezza, Breccia Medicea, Giallo Verona, Rosso Francia). Coevo è l'altare minore che presenta una minor varietà di litotipi identificati come: Rosso Ammonitico Veronese, Bardiglio, Seravezza di Moncervetto e Verde Susa. In entrambi gli altari non è stato possibile, su basi macroscopiche, definire la provenienza dei marmi bianchi saccaroidi costituenti alcuni elementi decorativi in entrambi e dei marmi bianchi venati, dominanti nell'altare minore. Un vero e proprio campionario litologico delle rocce della Val Susa e della Val Sangone è stato impiegato per la parte romanica della torre campanaria. In essa si rinvengono litotipi riferibili a unità di margine continentale (Massiccio Dora-Maira) tra cui sono stati identificati: gneiss micro-occhiadini a tormalina, gneiss minuti, micascisti e quarzomicascisti. Le unità oceaniche sono rappresentate da metaperidotiti serpentinizzate; tra le rocce appartenenti alle unità ofiolitiche si rinvengono prasiniti ocellari, scisti glaucofanici ± retrocessi, scisti anfibolici ed eclogiti glaucofaniche. Elemento di spicco è il capitello in un marmo bianco saccaroide e debolmente micaceo di probabile epoca romana, reinserito poi, in epoca romanica, all'interno della struttura muraria del lato nord del campanile. I lapidei naturali di confronto provenienti dalla cava D'Andrade (Val Susa) e dalle piccole cave di ortogneiss di Pianca (Val Sangone) risultano incompatibili con quelli del campanile; mentre è compatibile con questi la prasinite ocellare di Pianca. Con riferimento al campanile, esso è caratterizzato, nella parte alta, dall'innalzamento settecentesco in cui è chiaramente leggibile il largo impiego di laterizi, mattoni pieni, caratterizzati, soprattutto nel lato nord, da forme di degrado come colonizzazione biologica, disgregazione e polverizzazione. Tutte le malte sono caratterizzate da legante misto di calce e gesso e da carica costituita da frammenti litici. Le malte romaniche presentano un più basso rapporto clasti/matrice e una maggiore eterodimensionalità dei clasti rispetto alle malte sei-settecentesche.

I materiali lapidei della chiesa di San Nazario in Villarbasse (Provincia di Torino)

DELL'AQUILA, NICOLA
2008/2009

Abstract

L'obiettivo del lavoro è stata l'indagine petrografica di materiali lapidei naturali e di alcuni lapidei artificiali (malte e intonaci) della chiesa di San Nazario in Villarbasse, volta a una loro caratterizzazione su base microscopica, macroscopica e diffrattometrica; la mappatura di tali materiali ha comportato la predisposizione di basi grafiche idonee a documentare correttamente natura e distribuzione dei lapidei nella pavimentazione della chiesa, negli altari e nel campanile. Sono inoltre stati campionati e analizzati per confronto lapidei naturali provenienti da cave delle aree adiacenti. La pavimentazione della chiesa non risulta ascrivibile a un unico periodo storico, pur presentando una certa omogeneità nei lapidei utilizzati, ovvero lastre quadrate di quarzite bargiolina nelle varietà chiara e scura. Altri litotipi rinvenuti tra gli elementi costituenti gli scalini di accesso alle cappelle laterali e al presbiterio sono costituiti rispettivamente da: paragneiss cloritici, ortogneiss leucocrati, prasiniti e due tipologie di marmo: uno a tendenza venata, l'altro bianco a struttura saccaroide e caratterizzato da un degrado più marcato. L'altare maggiore realizzato nel 1930, risulta decorato con varie tipologie di marmi di provenienza sia regionale (Persichino, Alabastro di Busca, Verde Susa, Verzino di Frabosa e Nero Vallone), sia extra-regionale (Macchia Vecchia, Breccia di Seravezza, Breccia Medicea, Giallo Verona, Rosso Francia). Coevo è l'altare minore che presenta una minor varietà di litotipi identificati come: Rosso Ammonitico Veronese, Bardiglio, Seravezza di Moncervetto e Verde Susa. In entrambi gli altari non è stato possibile, su basi macroscopiche, definire la provenienza dei marmi bianchi saccaroidi costituenti alcuni elementi decorativi in entrambi e dei marmi bianchi venati, dominanti nell'altare minore. Un vero e proprio campionario litologico delle rocce della Val Susa e della Val Sangone è stato impiegato per la parte romanica della torre campanaria. In essa si rinvengono litotipi riferibili a unità di margine continentale (Massiccio Dora-Maira) tra cui sono stati identificati: gneiss micro-occhiadini a tormalina, gneiss minuti, micascisti e quarzomicascisti. Le unità oceaniche sono rappresentate da metaperidotiti serpentinizzate; tra le rocce appartenenti alle unità ofiolitiche si rinvengono prasiniti ocellari, scisti glaucofanici ± retrocessi, scisti anfibolici ed eclogiti glaucofaniche. Elemento di spicco è il capitello in un marmo bianco saccaroide e debolmente micaceo di probabile epoca romana, reinserito poi, in epoca romanica, all'interno della struttura muraria del lato nord del campanile. I lapidei naturali di confronto provenienti dalla cava D'Andrade (Val Susa) e dalle piccole cave di ortogneiss di Pianca (Val Sangone) risultano incompatibili con quelli del campanile; mentre è compatibile con questi la prasinite ocellare di Pianca. Con riferimento al campanile, esso è caratterizzato, nella parte alta, dall'innalzamento settecentesco in cui è chiaramente leggibile il largo impiego di laterizi, mattoni pieni, caratterizzati, soprattutto nel lato nord, da forme di degrado come colonizzazione biologica, disgregazione e polverizzazione. Tutte le malte sono caratterizzate da legante misto di calce e gesso e da carica costituita da frammenti litici. Le malte romaniche presentano un più basso rapporto clasti/matrice e una maggiore eterodimensionalità dei clasti rispetto alle malte sei-settecentesche.
ITA
Aim of this work has been a petrographic investigation of the natural stone materials and of some artificial ones (mortars and plasters) of the San Nazario's church in Villarbasse, including macroscopic analysis and mapping of different materials, and transmitted light microscopy and X-ray powder diffraction investigations on selected samples. For the mapping, previous architectural maps have been modified and/or redrawn in order to properly show both nature and occurrence of stone materials used for the church's flooring, the altars and the bell tower. Natural stones from nearby historical quarries have been also sampled and analysed for a comparison. Though the flooring is not attributable to a single historical period, it shows a homogeneous use of the same stone material: squared quartzite slabs from the well- known Barge's quarries, occurring as either the dark- or light-coloured variety, respectively. Lithotypes used for the steps leading to the lateral chapels include chloritic paragneiss, leucocratic orthogneiss, and metabasites (prasinite auct.). The steps leading to the presbitery are made of two different marbles, a slightly-veined whitish variety and a saccharoid white marble, the latter showing stronger deterioration phenomena. The high altar was built in 1930 and is decorated with different marbles coming either from the Piemonte Region (Persichino, Alabastro di Busca, Verde Susa, Verzino Frabosa and Nero Vallone), or other Italian localities (Macchia Vecchia, Breccia Seravezza, Breccia Medicea, Giallo Verona) or abroad (Rosso Francia). The low altar belongs to the same period, and it shows fewer stone varieties including: Rosso Ammonitico Veronese, Bardiglio, Seravezza di Moncervetto e Verde Susa. Based on macroscopic observations, it was not possible to identify the white saccharoid marble used for some decorative elements in both the altars, and the veined white marble occurring in the low altar. Different varieties of metamorphic rocks coming from Val Susa and Val Sangone were used for the lower, older section (of Romanesque age) of the bell tower. These include: micro- augen tourmaline-bearing orthogneisses, fine-grained gneisses, micaschists and quartz- rich micaschists from continental units (Dora-Maira Massif); serpentinized lherzolites, metabasites (prasiniti Auct.), glaucophane vs actinolite schists, and glaucophane-bearing eclogites from the metaophiolite units derived from the Mesozoic Tethyan oceanic crust. On the northern side of the bell tower a small capital, most likely of Roman age and carved from a white, saccharoid and slightly micaceous marble, has been found. The natural stones quarried from the historical, prasinite D'Andrade Quarry (Val Susa) and from the small, ortogneiss quarries of Pianca (Val Sangone) have proved to be rather different from those used in the bell tower. On the contrary, some of the prasinite metabasites from the tower are very similar to those that were also quarried in the past at Pianca (Val Sangone). The mortars from the bell tower are all characterized by mixed binder of (slaked) lime and gypsum, while the aggregates mostly consist of lithic fragments (major felsic rocks and quartz-rich schists, and minor serpentinites). The Romanesque mortars show a lower clast/matrix ratio and a larger heterogenity in the size of clasts with respect to the mortars of the XVIII century.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/13771