On the basis of some handwritten documents stored in the Archivio di Stato di Torino the thesis focuses on a brief witch hunt that marked the Savoy duchy in the first decades of the Eighteenth century. This persecution started with the accusation and execution of Giovanni Antonio Boccalaro, who was reported by his cellmate who claimed Boccalaro wanted to assassinate king Vittorio Amedo II by burning a wax figure. The witch hunt then continued with very similar accusations. The reseach focuses mainly on the case of Clara Ribolletta, Cattarina Cuore and Marianna Muratore, who although were prosecuted together with the accusation of having practiced witchcraft in order to kill the prince Vittorio, who had suddenly died in 1715, were judged differently. The trial of these women has been compared to that of Boccalaro in order to point out their strong differences although they happen within seven years. Moreover the comparison based on the transcription of the interrogations highlights how some personal characteristics of the accused influenced the trials' results. Furthermore the trials of the three women have been compared to one another with the goal of understanding what caused only two of them to be sentenced to death, as well as comprehend why part of the few works written on this trial focus mainly on Ribolletta and often do not mention Muratore.
A partire da alcuni documenti manoscritti conservati nell'Archivio di Stato di Torino la tesi si incentra su una breve ondata di accuse di stregoneria che segnò il ducato di Savoia nei primi decenni del Settecento. L'ondata di persecuzione iniziata con la denuncia e la successiva esecuzione pubblica di Giovanni Antonio Boccalaro, accusato dal proprio compagno di cella di voler assassinare re Vittorio Amedeo II utilizzando una statuetta di cera, proseguì con una serie di denunce dai caratteri molto simili. La ricerca si concentra principalmente sul caso di Clara Ribolletta, Cattarina Cuore e Marianna Muratore, che furono processate insieme con l'accusa di aver praticato dei malefici tra cui uno ai danni del principino Vittorio, morto improvvisamente nel 1715, ma che ricevettero sentenze molto diverse. Il processo alle tre donne è stato confrontato con quello di Boccalaro, ricostruendo le profonde differenze nella gestione dei processi a soli sette anni di distanza. Inoltre il confronto, basandosi sulle trascrizioni degli interrogatori, evidenzia come delle caratteristiche personali dei processati influirono sul risultato dei processi. Infine i processi relativi alle tre donne sono stati comparati tra loro con lo scopo di comprendere le cause dietro la messa a morte di due sole tra le processate e di capire i motivi per cui i pochi scritti relativi a questo processo spesso privilegino la figura di Ribolletta e omettano invece quella di Muratore.
Stregoneria nella Torino del primo Settecento: Malefici contro i Savoia. I casi di Ribolletta, Cuore e Muratore
DONGU, CRISTIANA
2021/2022
Abstract
A partire da alcuni documenti manoscritti conservati nell'Archivio di Stato di Torino la tesi si incentra su una breve ondata di accuse di stregoneria che segnò il ducato di Savoia nei primi decenni del Settecento. L'ondata di persecuzione iniziata con la denuncia e la successiva esecuzione pubblica di Giovanni Antonio Boccalaro, accusato dal proprio compagno di cella di voler assassinare re Vittorio Amedeo II utilizzando una statuetta di cera, proseguì con una serie di denunce dai caratteri molto simili. La ricerca si concentra principalmente sul caso di Clara Ribolletta, Cattarina Cuore e Marianna Muratore, che furono processate insieme con l'accusa di aver praticato dei malefici tra cui uno ai danni del principino Vittorio, morto improvvisamente nel 1715, ma che ricevettero sentenze molto diverse. Il processo alle tre donne è stato confrontato con quello di Boccalaro, ricostruendo le profonde differenze nella gestione dei processi a soli sette anni di distanza. Inoltre il confronto, basandosi sulle trascrizioni degli interrogatori, evidenzia come delle caratteristiche personali dei processati influirono sul risultato dei processi. Infine i processi relativi alle tre donne sono stati comparati tra loro con lo scopo di comprendere le cause dietro la messa a morte di due sole tra le processate e di capire i motivi per cui i pochi scritti relativi a questo processo spesso privilegino la figura di Ribolletta e omettano invece quella di Muratore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137697