La comunicazione acustica rappresenta il mezzo di comunicazione principale nel leone africano (Panthera leo). Questo canale di comunicazione viene utilizzato dai leoni per mantenere i contatti con il gruppo sociale di appartenenza, per ingaggiare una competizione con i maschi residenti per il possesso del territorio e per attrarre partner per la riproduzione. La vocalizzazione principale del leone, il roar, consiste in un suono ad alta intensità e bassa frequenza, udibile fino a 5 km di distanza: la produzione di questa vocalizzazione pone il tratto vocale dei leoni in una condizione di elevato stress. Per sopperire a questo stress, a livello morfologico il tratto vocale dei leoni presenta delle caratteristiche peculiari, che conferiscono inoltre un’individualità vocale intra-specifica. L’evoluzione di tale individualità vocale ha portato alla contemporanea evoluzione di capacità discriminatorie nei leoni: queste capacità discriminatorie vengono ampiamente utilizzate dagli individui di entrambi i sessi, al fine di proteggere il territorio, i propri compagni sociali e i cuccioli da leoni non residenti in un determinato territorio. In particolare, per quanto riguarda i maschi, queste capacità discriminatorie vengono utilizzate per individuare altrii maschi, non residenti nel territorio, che intendano ingaggiare una competizione per la riproduzione o per il possesso dell’area in questione. Per questo motivo, i maschi che non sono residenti nel territorio in cui transitano, e non sono pronti a sostenere i costi di una lotta con i maschi residenti, preferiscono non emettere vocalizzazioni, anche se questo può comportare la rinuncia alla riproduzione o al mantenimento dei contatti con i propri compagni sociali: ruggire è quindi un comportamento flessibile, che l’emittente può regolare in base ai rischi e ai vantaggi che comporta. Nelle femmine, che non partecipano direttamente agli scontri per il possesso del territorio, le capacità discriminatorie si sono evolute al fine di proteggere i cuccioli: questo perchè i maschi non residenti, che intendono prendere possesso del territorio, sono soliti uccidere i cuccioli delle femmine. Questo comportamento infanticida anticipa il periodo di calore delle leonesse, e permette ai maschi non residenti, una volta vinta la competizione per il territorio, di generare la propria prole più in fretta. Queste capacità discriminatorie non si limitano soltanto al riconoscimento di ciò che è familiare e ciò che non lo è: i leoni sono inoltre in grado di riconoscere il sesso dell’emittente, e quindi il rischio effettivo che rappresenta. Femmine e maschi non residenti, infatti, rappresentano due differenti tipi di rischio per il gruppo sociale che occupa un determinato territorio, e le capacità discriminatorie permettono di riconoscere efficacemente l’intruso, valutare il rischio che esso rappresenta e attuare una risposta comportamentale adeguata al fine di minimizzare i rischi e massimizzare i benefici. Sono però necessari ulteriori studi per comprendere se le capacità discriminatorie siano innate, quindi presenti anche nei cuccioli, o vengano sviluppate durante la crescita.
Comunicazione acustica nel leone africano (Panthera leo): anatomia, fun- zione e individualità vocale
SECHI, CHIARA
2020/2021
Abstract
La comunicazione acustica rappresenta il mezzo di comunicazione principale nel leone africano (Panthera leo). Questo canale di comunicazione viene utilizzato dai leoni per mantenere i contatti con il gruppo sociale di appartenenza, per ingaggiare una competizione con i maschi residenti per il possesso del territorio e per attrarre partner per la riproduzione. La vocalizzazione principale del leone, il roar, consiste in un suono ad alta intensità e bassa frequenza, udibile fino a 5 km di distanza: la produzione di questa vocalizzazione pone il tratto vocale dei leoni in una condizione di elevato stress. Per sopperire a questo stress, a livello morfologico il tratto vocale dei leoni presenta delle caratteristiche peculiari, che conferiscono inoltre un’individualità vocale intra-specifica. L’evoluzione di tale individualità vocale ha portato alla contemporanea evoluzione di capacità discriminatorie nei leoni: queste capacità discriminatorie vengono ampiamente utilizzate dagli individui di entrambi i sessi, al fine di proteggere il territorio, i propri compagni sociali e i cuccioli da leoni non residenti in un determinato territorio. In particolare, per quanto riguarda i maschi, queste capacità discriminatorie vengono utilizzate per individuare altrii maschi, non residenti nel territorio, che intendano ingaggiare una competizione per la riproduzione o per il possesso dell’area in questione. Per questo motivo, i maschi che non sono residenti nel territorio in cui transitano, e non sono pronti a sostenere i costi di una lotta con i maschi residenti, preferiscono non emettere vocalizzazioni, anche se questo può comportare la rinuncia alla riproduzione o al mantenimento dei contatti con i propri compagni sociali: ruggire è quindi un comportamento flessibile, che l’emittente può regolare in base ai rischi e ai vantaggi che comporta. Nelle femmine, che non partecipano direttamente agli scontri per il possesso del territorio, le capacità discriminatorie si sono evolute al fine di proteggere i cuccioli: questo perchè i maschi non residenti, che intendono prendere possesso del territorio, sono soliti uccidere i cuccioli delle femmine. Questo comportamento infanticida anticipa il periodo di calore delle leonesse, e permette ai maschi non residenti, una volta vinta la competizione per il territorio, di generare la propria prole più in fretta. Queste capacità discriminatorie non si limitano soltanto al riconoscimento di ciò che è familiare e ciò che non lo è: i leoni sono inoltre in grado di riconoscere il sesso dell’emittente, e quindi il rischio effettivo che rappresenta. Femmine e maschi non residenti, infatti, rappresentano due differenti tipi di rischio per il gruppo sociale che occupa un determinato territorio, e le capacità discriminatorie permettono di riconoscere efficacemente l’intruso, valutare il rischio che esso rappresenta e attuare una risposta comportamentale adeguata al fine di minimizzare i rischi e massimizzare i benefici. Sono però necessari ulteriori studi per comprendere se le capacità discriminatorie siano innate, quindi presenti anche nei cuccioli, o vengano sviluppate durante la crescita.File | Dimensione | Formato | |
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