Il vaccino antimalarico: una concreta prospettiva per il controllo e la prevenzione della più grave parassitosi umana. La malaria è una malattia causata da un parassita eucariotico unicellulare del genere Plasmodium, trasmesso all’uomo tramite la puntura di zanzare infette. La malaria rappresenta un grave problema di salute pubblica globale e il Report pubblicato nel 2020, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), ha stimato che nel 2019 si sono verificati 229 milioni di casi in 87 Paesi endemici per malaria e che il numero di decessi si è attestato a 409.000 di cui il 67% rappresentato da bambini di età inferiore a 5 anni. Il controllo dei vettori tramite l’utilizzo di insetticidi e zanzariere trattate, come pure l’uso dei farmaci antimalarici si sono dimostrati a lungo andare poco efficaci a causa della tendenza alla resistenza sia delle zanzare agli insetticidi sia del plasmodio nei confronti della chemioprofilassi. Una possibile arma efficace per il controllo della malattia è rappresentata dal vaccino. Il complesso ciclo vitale del plasmodio e la notevole quantità di antigeni nonché il loro polimorfismo non ha certo reso facile il percorso per la formulazione di un valido vaccino antiparassitario. La svolta si è avuta del 2015 con l’approvazione da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco del vaccino RTS,S/AS01 che è stato il primo vaccino per la malaria ad entrare in uno studio di fase III e attualmente grandi speranze vengono riposte in un nuovo vaccino l’R21/MM che ha superato uno studio di fase II in Burkina Fasu e sembra avere un’efficacia maggiore, infatti circa il 75% dei soggetti vaccinati risulta immunizzato rispetto al 46% del precedente vaccino. La medicina preventiva sta raggiungendo dunque un nuovo traguardo e l’obiettivo dell’OMS di ridurre l’incidenza della malaria nel Mondo del 90% sembra oggi più vicino.
Il vaccino antimalarico: una concreta prospettiva per il controllo e la prevenzione della più grave parassitosi umana
BARTOLOTTI, VALENTINA
2020/2021
Abstract
Il vaccino antimalarico: una concreta prospettiva per il controllo e la prevenzione della più grave parassitosi umana. La malaria è una malattia causata da un parassita eucariotico unicellulare del genere Plasmodium, trasmesso all’uomo tramite la puntura di zanzare infette. La malaria rappresenta un grave problema di salute pubblica globale e il Report pubblicato nel 2020, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), ha stimato che nel 2019 si sono verificati 229 milioni di casi in 87 Paesi endemici per malaria e che il numero di decessi si è attestato a 409.000 di cui il 67% rappresentato da bambini di età inferiore a 5 anni. Il controllo dei vettori tramite l’utilizzo di insetticidi e zanzariere trattate, come pure l’uso dei farmaci antimalarici si sono dimostrati a lungo andare poco efficaci a causa della tendenza alla resistenza sia delle zanzare agli insetticidi sia del plasmodio nei confronti della chemioprofilassi. Una possibile arma efficace per il controllo della malattia è rappresentata dal vaccino. Il complesso ciclo vitale del plasmodio e la notevole quantità di antigeni nonché il loro polimorfismo non ha certo reso facile il percorso per la formulazione di un valido vaccino antiparassitario. La svolta si è avuta del 2015 con l’approvazione da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco del vaccino RTS,S/AS01 che è stato il primo vaccino per la malaria ad entrare in uno studio di fase III e attualmente grandi speranze vengono riposte in un nuovo vaccino l’R21/MM che ha superato uno studio di fase II in Burkina Fasu e sembra avere un’efficacia maggiore, infatti circa il 75% dei soggetti vaccinati risulta immunizzato rispetto al 46% del precedente vaccino. La medicina preventiva sta raggiungendo dunque un nuovo traguardo e l’obiettivo dell’OMS di ridurre l’incidenza della malaria nel Mondo del 90% sembra oggi più vicino.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137534