Nel momento in cui un soggetto si accinge alla lettura di un testo scritto, che ne abbia consapevolezza o meno, il suo cervello si mostra capace di ammirevoli abilità. I progressi compiuti dalle neuroscienze e dalla psicologia cognitiva hanno permesso di individuare i meccanismi neuronali che stanno alla base dell’abilità della lettura. Gli studi di neuroimaging funzionale e strutturale di lettori adulti hanno fornito una comprensione più profonda delle basi neurali della lettura. Su questa base empirica comincia a prendere corpo una teoria della lettura, la quale spiega come le nostre reti di neuroni imparino a leggere, attraverso quali meccanismi e perché alcuni soggetti soffrano di disturbi specifici della lettura. Negli ultimi anni si è assistito a un forte incremento dell’interesse per la dislessia che costituisce un fenomeno sociale complesso e di vaste proporzioni che fino a poco tempo fa ha suscitato non molto interesse. Questo lavoro si concentra sull’importanza degli aspetti neurobiologici prima nel processo di lettura per poi arrivare più nello specifico alla dislessia. Verranno analizzate le regioni cerebrali che sono responsabili di alcuni dei processi che risultano essere fondamentali per l’abilità di lettura e che hanno delle ricadute per quanto riguarda la dislessia. In primo luogo, verrà analizzato il riconoscimento dei caratteri e il processo che permette di passare dal suono al significato, in particolare verrà preso in considerazione il modello a due vie della lettura per verificare il modo con cui si ha accesso ai suoni e ai significati. A integrare queste evidenze per quanto riguarda la struttura cerebrale verranno analizzati in particolare gli studi post mortem in quanto hanno portato molti risultati significativi in questo campo. Verranno poi presi in considerazione gli studi di neuroimaging, in particolare saranno analizzati e descritti i risultati forniti da: la PET, l’MRI. L’MRS e l’fMRI. Facendo riferimento nello specifico al disturbo specifico della lettura, questo verrà analizzato sia da un punto di vista biologico, sia da un punto di vista cognitivo. Verranno presentati i profili cognitivi più comuni della dislessia in particolare esaminando l’ipotesi del deficit fonologico, l’ipotesi del deficit visivo, l’ipotesi del doppio deficit e l’ipotesi delle due vie. Successivamente verrà analizzata la dislessia da un punto di vista biologico facendo riferimento alle ipotesi neuropsicologiche unicausali e multifattoriali. Il disturbo specifico della lettura potrebbe essere caratterizzato da una natura non solo centrale-cognitiva, ma potrebbe avere anche diverse nature di carattere periferico, nelle quali il disturbo alla base della difficoltà di lettura potrebbe essere, allo stesso tempo, di natura percettiva e attenzionale, visiva e uditiva. L'importanza centrale del lobo occipito-temporale sinistro nella lettura e nelle abilità legate come l'ortografia e la denominazione rapida di oggetti potrebbero essere una potenziale spiegazione per i deficit connessi alla dislessia. La compromissione della connettività tra il lobo occipito-temporale sinistro e le aree frontali potrebbero essere indicative di un collegamento interrotto tra le rappresentazioni ortografiche e le rappresentazioni fonologiche delle parole, questo a sua volta conduce, infatti, a prestazioni di lettura inefficienti e lente.

Dislessia e lettura: il ruolo degli aspetti neurobiologici

MARCHISIO, MICHELA
2020/2021

Abstract

Nel momento in cui un soggetto si accinge alla lettura di un testo scritto, che ne abbia consapevolezza o meno, il suo cervello si mostra capace di ammirevoli abilità. I progressi compiuti dalle neuroscienze e dalla psicologia cognitiva hanno permesso di individuare i meccanismi neuronali che stanno alla base dell’abilità della lettura. Gli studi di neuroimaging funzionale e strutturale di lettori adulti hanno fornito una comprensione più profonda delle basi neurali della lettura. Su questa base empirica comincia a prendere corpo una teoria della lettura, la quale spiega come le nostre reti di neuroni imparino a leggere, attraverso quali meccanismi e perché alcuni soggetti soffrano di disturbi specifici della lettura. Negli ultimi anni si è assistito a un forte incremento dell’interesse per la dislessia che costituisce un fenomeno sociale complesso e di vaste proporzioni che fino a poco tempo fa ha suscitato non molto interesse. Questo lavoro si concentra sull’importanza degli aspetti neurobiologici prima nel processo di lettura per poi arrivare più nello specifico alla dislessia. Verranno analizzate le regioni cerebrali che sono responsabili di alcuni dei processi che risultano essere fondamentali per l’abilità di lettura e che hanno delle ricadute per quanto riguarda la dislessia. In primo luogo, verrà analizzato il riconoscimento dei caratteri e il processo che permette di passare dal suono al significato, in particolare verrà preso in considerazione il modello a due vie della lettura per verificare il modo con cui si ha accesso ai suoni e ai significati. A integrare queste evidenze per quanto riguarda la struttura cerebrale verranno analizzati in particolare gli studi post mortem in quanto hanno portato molti risultati significativi in questo campo. Verranno poi presi in considerazione gli studi di neuroimaging, in particolare saranno analizzati e descritti i risultati forniti da: la PET, l’MRI. L’MRS e l’fMRI. Facendo riferimento nello specifico al disturbo specifico della lettura, questo verrà analizzato sia da un punto di vista biologico, sia da un punto di vista cognitivo. Verranno presentati i profili cognitivi più comuni della dislessia in particolare esaminando l’ipotesi del deficit fonologico, l’ipotesi del deficit visivo, l’ipotesi del doppio deficit e l’ipotesi delle due vie. Successivamente verrà analizzata la dislessia da un punto di vista biologico facendo riferimento alle ipotesi neuropsicologiche unicausali e multifattoriali. Il disturbo specifico della lettura potrebbe essere caratterizzato da una natura non solo centrale-cognitiva, ma potrebbe avere anche diverse nature di carattere periferico, nelle quali il disturbo alla base della difficoltà di lettura potrebbe essere, allo stesso tempo, di natura percettiva e attenzionale, visiva e uditiva. L'importanza centrale del lobo occipito-temporale sinistro nella lettura e nelle abilità legate come l'ortografia e la denominazione rapida di oggetti potrebbero essere una potenziale spiegazione per i deficit connessi alla dislessia. La compromissione della connettività tra il lobo occipito-temporale sinistro e le aree frontali potrebbero essere indicative di un collegamento interrotto tra le rappresentazioni ortografiche e le rappresentazioni fonologiche delle parole, questo a sua volta conduce, infatti, a prestazioni di lettura inefficienti e lente.
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