Il riconoscimento dei bambini come soggetti attivi di diritti è una conquista piuttosto recente. Per lungo tempo l’infanzia non è stata riconosciuta come una fase importante della vita, bisognosa di particolare attenzione. Questo diniego nei confronti dei bambini è stato, in parte, arginato con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, strumento che ha concesso ai minori una vasta gamma di diritti e ha permesso all’adulto di comprendere i loro interessi e favorirli. Nei contesti educativi e scolastici, promuovere tali principi presuppone saper mettere i bambini al centro della pratica educativa. L’esperienza di Reggio Emilia ne è un esempio concreto: l’opera di Loris Malaguzzi, insieme alla spinta dei movimenti popolari e femministi, ha portato alla realizzazione di numerose scuole dell’infanzia e asili nido in cui l’immagine di bambino portatore di diritti è centrale nella progettazione e pratica educativa. Inoltre, ogni esperienza è proposta con la consapevolezza delle potenzialità e ricchezze di ogni bambino, delle competenze che possiedono fin dalla nascita e dei loro cento linguaggi di espressione. L’esperienza di Malaguzzi ricorda l’importanza di utilizzare un ascolto attento, empatico, attivo nei confronti dei bambini, come strumento per seguirli nel loro processo di apprendimento, nella ricerca di significato sul mondo, accostandosi a loro come accompagnatori. Saper ascoltare diventa un mezzo per l’educatore per entrare in relazione con il piccolo e con la famiglia all’interno delle istituzioni educative, e per creare contesti di crescita che partano dagli interessi dei minori.

Il bambino come soggetto di diritti. Ascoltare la voce dei minori attraverso la pedagogia di Loris Malaguzzi.

CORDERO, CHIARA
2020/2021

Abstract

Il riconoscimento dei bambini come soggetti attivi di diritti è una conquista piuttosto recente. Per lungo tempo l’infanzia non è stata riconosciuta come una fase importante della vita, bisognosa di particolare attenzione. Questo diniego nei confronti dei bambini è stato, in parte, arginato con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, strumento che ha concesso ai minori una vasta gamma di diritti e ha permesso all’adulto di comprendere i loro interessi e favorirli. Nei contesti educativi e scolastici, promuovere tali principi presuppone saper mettere i bambini al centro della pratica educativa. L’esperienza di Reggio Emilia ne è un esempio concreto: l’opera di Loris Malaguzzi, insieme alla spinta dei movimenti popolari e femministi, ha portato alla realizzazione di numerose scuole dell’infanzia e asili nido in cui l’immagine di bambino portatore di diritti è centrale nella progettazione e pratica educativa. Inoltre, ogni esperienza è proposta con la consapevolezza delle potenzialità e ricchezze di ogni bambino, delle competenze che possiedono fin dalla nascita e dei loro cento linguaggi di espressione. L’esperienza di Malaguzzi ricorda l’importanza di utilizzare un ascolto attento, empatico, attivo nei confronti dei bambini, come strumento per seguirli nel loro processo di apprendimento, nella ricerca di significato sul mondo, accostandosi a loro come accompagnatori. Saper ascoltare diventa un mezzo per l’educatore per entrare in relazione con il piccolo e con la famiglia all’interno delle istituzioni educative, e per creare contesti di crescita che partano dagli interessi dei minori.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
894556_corderochiaratesi.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 878.55 kB
Formato Adobe PDF
878.55 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/137464