La tesi intitolata “Eresia della felicità. Creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij: un atto poetico della non-scuola del Teatro delle Albe”, tratta del progetto teatrale Eresia della felicità condotto dal Teatro delle Albe. Essa è strutturata in tre capitoli, preceduti da un’introduzione. Il primo capitolo è dedicato al delineamento del lavoro artistico-teatrale della compagnia, della loro poetica, cosmologia ed estetica. Il Teatro della Albe è stato fondato nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Marcella Nonni e Luigi Dadina a Ravenna, e si è ampliato nel corso del tempo, includendo al suo interno anche attori stranieri, più precisamente senegalesi. Fondamentale per loro è l’aspetto politico, presente in tutte le azioni performative che realizzano, dove politico non significa che condivide gli ideali di un partito, ma che è correlato a ciò che accade nel mondo. La compagnia non sposa i valori su cui si fonda la società in cui viviamo e, sia tramite le loro vite quotidiane che attraverso la il teatro, cercano di dimostrare che un’altra realtà è possibile. Per le Albe un importante punto di riferimento artistico è il teatro greco, che li inspira soprattutto per la sua natura sociale nel senso che è partecipato, coinvolge e riguarda tutti i cittadini, e da cui, infatti, ereditano molti dei testi che inscenano. Altro elemento chiave per la compagnia è l’utilizzo del dialetto e del wolof negli spettacoli. Il secondo capitolo presenta il percorso della non-scuola, cioè i laboratori che svolgono insieme agli adolescenti di tutti il mondo all’interno delle scuole e ai quali i ragazzi accedono volontariamente. Verranno descritti alcuni progetti, che si sono svolti nel corso dei decenni, alcuni dei quali hanno segnato una svolta all’interno di tale esperienze, come Scampia, e successivamente verranno spiegati i principi cardine su cui la non-scuola si basa. Le finalità della non-scuola sono di far sperimentare agli adolescenti la potenzialità del teatro di esprimere se stessi e di creare un senso di comunità con gli altri partecipanti. L’intenzione non è quella di creare una scuola per attori con tutti la stessa tecnica recitativa. Anzi, essa pone l’accento sulle caratteristiche del singolo e sui rapporti umani che si sviluppano nel corso dei mesi e non sulla bravura e sull’abilità dell’individuo inteso come attore. Infine, l’ultimo capitolo si concentra su Eresia della felicità un progetto specifico della non-scuola che, per molti aspetti e per il modo con cui è stato ideato, presenta delle specificità rispetto agli altri. Al momento ha visto quattro versioni, che hanno avuto luogo in differenti città italiane, ognuna con caratteristiche differenti: a Santarcangelo nel 2011, a Venezia nel 2012, a Milano nel 2015 e a Torino nel 2019. Non si tratta di un vero e proprio spettacolo, bensì di un processo creativo, che viene mostrato ad un pubblico, chiamato in questo caso testimone. Per quanto le quattro edizioni abbiano lo stesso titolo, ognuna è diversa dalle altre e varia la durata, la quantità e l’età dei partecipanti, il luogo, in parte i testi, il sottotitolo del progetto. Mentre altri elementi fondamentali rimanevano in continuità: la presenza delle liriche di Majakovskij declamate tramite il coro-corifeo, utilizzato moltissimo nella non-scuola e i costumi. I quattro interventi sono stati guidati interamente da Marco Martinelli, aiutato da altre guide della non-scuola.
Eresia della felicità. Creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij: un atto poetico della non-scuola del Teatro delle Albe
RIZZO, MARGHERITA
2021/2022
Abstract
La tesi intitolata “Eresia della felicità. Creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij: un atto poetico della non-scuola del Teatro delle Albe”, tratta del progetto teatrale Eresia della felicità condotto dal Teatro delle Albe. Essa è strutturata in tre capitoli, preceduti da un’introduzione. Il primo capitolo è dedicato al delineamento del lavoro artistico-teatrale della compagnia, della loro poetica, cosmologia ed estetica. Il Teatro della Albe è stato fondato nel 1983 da Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Marcella Nonni e Luigi Dadina a Ravenna, e si è ampliato nel corso del tempo, includendo al suo interno anche attori stranieri, più precisamente senegalesi. Fondamentale per loro è l’aspetto politico, presente in tutte le azioni performative che realizzano, dove politico non significa che condivide gli ideali di un partito, ma che è correlato a ciò che accade nel mondo. La compagnia non sposa i valori su cui si fonda la società in cui viviamo e, sia tramite le loro vite quotidiane che attraverso la il teatro, cercano di dimostrare che un’altra realtà è possibile. Per le Albe un importante punto di riferimento artistico è il teatro greco, che li inspira soprattutto per la sua natura sociale nel senso che è partecipato, coinvolge e riguarda tutti i cittadini, e da cui, infatti, ereditano molti dei testi che inscenano. Altro elemento chiave per la compagnia è l’utilizzo del dialetto e del wolof negli spettacoli. Il secondo capitolo presenta il percorso della non-scuola, cioè i laboratori che svolgono insieme agli adolescenti di tutti il mondo all’interno delle scuole e ai quali i ragazzi accedono volontariamente. Verranno descritti alcuni progetti, che si sono svolti nel corso dei decenni, alcuni dei quali hanno segnato una svolta all’interno di tale esperienze, come Scampia, e successivamente verranno spiegati i principi cardine su cui la non-scuola si basa. Le finalità della non-scuola sono di far sperimentare agli adolescenti la potenzialità del teatro di esprimere se stessi e di creare un senso di comunità con gli altri partecipanti. L’intenzione non è quella di creare una scuola per attori con tutti la stessa tecnica recitativa. Anzi, essa pone l’accento sulle caratteristiche del singolo e sui rapporti umani che si sviluppano nel corso dei mesi e non sulla bravura e sull’abilità dell’individuo inteso come attore. Infine, l’ultimo capitolo si concentra su Eresia della felicità un progetto specifico della non-scuola che, per molti aspetti e per il modo con cui è stato ideato, presenta delle specificità rispetto agli altri. Al momento ha visto quattro versioni, che hanno avuto luogo in differenti città italiane, ognuna con caratteristiche differenti: a Santarcangelo nel 2011, a Venezia nel 2012, a Milano nel 2015 e a Torino nel 2019. Non si tratta di un vero e proprio spettacolo, bensì di un processo creativo, che viene mostrato ad un pubblico, chiamato in questo caso testimone. Per quanto le quattro edizioni abbiano lo stesso titolo, ognuna è diversa dalle altre e varia la durata, la quantità e l’età dei partecipanti, il luogo, in parte i testi, il sottotitolo del progetto. Mentre altri elementi fondamentali rimanevano in continuità: la presenza delle liriche di Majakovskij declamate tramite il coro-corifeo, utilizzato moltissimo nella non-scuola e i costumi. I quattro interventi sono stati guidati interamente da Marco Martinelli, aiutato da altre guide della non-scuola.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137381