Lo sviluppo delle intelligenze artificiali ha permesso l’idea di poter delegare delle attività umane a delle macchine intelligenti. Ciò ha permesso di sviluppare i comuni dispositivi, di cui oggi siamo proprietari, come telefoni cellulari e computer. In questa dimensione digitale abbiamo sviluppato una vera e propria realtà onlife(Floridi 2017). Una realtà dove diventa sempre più sfumata la distinzione tra fisico e digitale. La libertà di espressione permessa dalla Rete ci ha dato l’opportunità di creare nuove forme di condivisione collettiva. Associare, però, il flusso delle infinite informazioni che vengono condivise sul Web ad una maggiore democraticità è un errore. Le Silicon Valley come Google, Apple, Microsoft, Amazon, Facebook ed Ebay hanno avuto un grande successo nella definizione della vita online. Non solo, esse hanno creato una vera industria dei dati. I dati che condividiamo sono importanti per gli algoritmi che, con procedimenti sistematici di calcoli o schemi, sono in grado di avere una previsione più specifica su aspetti della nostra personalità e interessi. Più i dati che hanno su di noi sono variegati, tanto più la precisione di queste previsioni saranno centrate. Questo sistema ha modificato inevitabilmente gli strumenti di comunicazione politica: ha permesso un rapporto diretto con gli elettori, ha concesso uno strumento di analisi del consenso tramite il possesso di un database con il quale elaborare una strategia efficace, e ha dato la possibilità di utilizzare queste stesse piattaforme come strumento di persuasione politica. La privacy all’interno di una cittadinanza digitale sempre più a rischio di furto di dati, manipolazione di informazioni e cyberattacks è diventata un diritto fondamentale.
COME IL CASI DI CAMBRIDGE ANALYTICA HA TRASFORMATO LA POLITICA
BOUDRAA, AMAL
2021/2022
Abstract
Lo sviluppo delle intelligenze artificiali ha permesso l’idea di poter delegare delle attività umane a delle macchine intelligenti. Ciò ha permesso di sviluppare i comuni dispositivi, di cui oggi siamo proprietari, come telefoni cellulari e computer. In questa dimensione digitale abbiamo sviluppato una vera e propria realtà onlife(Floridi 2017). Una realtà dove diventa sempre più sfumata la distinzione tra fisico e digitale. La libertà di espressione permessa dalla Rete ci ha dato l’opportunità di creare nuove forme di condivisione collettiva. Associare, però, il flusso delle infinite informazioni che vengono condivise sul Web ad una maggiore democraticità è un errore. Le Silicon Valley come Google, Apple, Microsoft, Amazon, Facebook ed Ebay hanno avuto un grande successo nella definizione della vita online. Non solo, esse hanno creato una vera industria dei dati. I dati che condividiamo sono importanti per gli algoritmi che, con procedimenti sistematici di calcoli o schemi, sono in grado di avere una previsione più specifica su aspetti della nostra personalità e interessi. Più i dati che hanno su di noi sono variegati, tanto più la precisione di queste previsioni saranno centrate. Questo sistema ha modificato inevitabilmente gli strumenti di comunicazione politica: ha permesso un rapporto diretto con gli elettori, ha concesso uno strumento di analisi del consenso tramite il possesso di un database con il quale elaborare una strategia efficace, e ha dato la possibilità di utilizzare queste stesse piattaforme come strumento di persuasione politica. La privacy all’interno di una cittadinanza digitale sempre più a rischio di furto di dati, manipolazione di informazioni e cyberattacks è diventata un diritto fondamentale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137352