Il leopardo (Panthera pardus) è la specie di grande felino più diffusa al mondo e il continuo espandersi delle attività umane nei suoi habitat sta portando ad un incessante aumento delle situazioni di conflitto tra questi predatori e le popolazioni locali (IUCN, 2008). Per questo motivo sempre più ricerche sull'ecologia del leopardo vengono svolte al di fuori delle aree protette, in proprietà private. Vi è la necessità di incrementare le conoscenze riguardo all'ecoetologia del leopardo al fine di sviluppare efficaci strategie di gestione. L'attività giornaliera e l'uso degli ambienti tipici di un animale dipendono soprattutto dalle caratteristiche dell'ecosistema in cui vive (Leuthold, 1977). In questo studio ho voluto determinare gli schemi di attività, o activity pattern, e i fattori che li influenzano in una popolazione di leopardi del Western Soutpansberg, utilizzando il metodo del fototrappolaggio. Inoltre, ho voluto fornire una prima stima della densità di leopardi nell'area di studio e ho messo a punto un metodo che permette di stimare la taglia dei singoli individui dalle fotografie ottenute. Lo studio in questione è stato condotto al Lajuma Research Centre su un'area di 23,12 km², racchiusa in 11 proprietà terriere. La raccolta dati è stata condotta tra il 22/10/2008 e il 01/07/2009. Le trappole fotografiche (o camera trap) sono un utile strumento per studiare specie criptiche, come il leopardo, in numerose condizioni ambientali (Carbone et al, 2001). Ho stimato la presenza di 1 leopardo ogni 6,77 ± 0,74 km². I periodi di attività risultano principalmente influenzati da due fattori, il disturbo antropico e le fasi di attività delle principali prede. I leopardi nel Western Soutpansberg sono attivi prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne, evitando così l'incontro diretto con l'uomo, ma sfruttando il tramonto e l'alba per la caccia delle prede. Si è osservato che nelle zone frequentate sia dal felino che dagli animali domestici vi è uno sfasamento delle fasi di attività, con il leopardo che risulta principalmente notturno. L'attività dei leopardi varia in base alle fasi lunari ed è significativamente minore nelle giornate di pioggia. La tipologia di vegetazione, il grado di copertura arborea e le attività umane non sembrano influenzare significativamente l'area di attività. Le aree di attività dei leopardi maschi sono esclusive, mentre l'area di un maschio adulto include porzioni di territori di più femmine. Per stimare la taglia dei leopardi sono state selezionate delle immagini provenienti da camera trap e sono stati posizionati dei telai di riferimento nella stessa posizione dei leopardi alla medesima camera-trap. E' stato possibile ottenere la misura della lunghezza del cranio, la lunghezza del corpo e l'altezza al garrese. Le misure sono state messe in relazione con i valori di riferimento ottenuti dalla cattura di uno degli individui. Questo metodo può costituire una tecnica non invasiva per estrapolare dati morfologici dalle fotografie. Inoltre, si è osservato che la lunghezza del cranio è il parametro più utile per discriminare i maschi dalle femmine. Come già affermato da Bailey (1993), il leopardo mostra un'elevata capacità di adattarsi sia ecologicamente sia comportamentalmente a una grande varietà di situazioni. Il mio studio mostra come una destinazione d'uso mista dei terreni possa essere la soluzione migliore per una pacifica convivenza tra uomo e leopardo.

Activity pattern del leopardo (Panthera pardus) nel Soutpansberg, Sudafrica

ARALDI, ALESSANDRO
2008/2009

Abstract

Il leopardo (Panthera pardus) è la specie di grande felino più diffusa al mondo e il continuo espandersi delle attività umane nei suoi habitat sta portando ad un incessante aumento delle situazioni di conflitto tra questi predatori e le popolazioni locali (IUCN, 2008). Per questo motivo sempre più ricerche sull'ecologia del leopardo vengono svolte al di fuori delle aree protette, in proprietà private. Vi è la necessità di incrementare le conoscenze riguardo all'ecoetologia del leopardo al fine di sviluppare efficaci strategie di gestione. L'attività giornaliera e l'uso degli ambienti tipici di un animale dipendono soprattutto dalle caratteristiche dell'ecosistema in cui vive (Leuthold, 1977). In questo studio ho voluto determinare gli schemi di attività, o activity pattern, e i fattori che li influenzano in una popolazione di leopardi del Western Soutpansberg, utilizzando il metodo del fototrappolaggio. Inoltre, ho voluto fornire una prima stima della densità di leopardi nell'area di studio e ho messo a punto un metodo che permette di stimare la taglia dei singoli individui dalle fotografie ottenute. Lo studio in questione è stato condotto al Lajuma Research Centre su un'area di 23,12 km², racchiusa in 11 proprietà terriere. La raccolta dati è stata condotta tra il 22/10/2008 e il 01/07/2009. Le trappole fotografiche (o camera trap) sono un utile strumento per studiare specie criptiche, come il leopardo, in numerose condizioni ambientali (Carbone et al, 2001). Ho stimato la presenza di 1 leopardo ogni 6,77 ± 0,74 km². I periodi di attività risultano principalmente influenzati da due fattori, il disturbo antropico e le fasi di attività delle principali prede. I leopardi nel Western Soutpansberg sono attivi prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne, evitando così l'incontro diretto con l'uomo, ma sfruttando il tramonto e l'alba per la caccia delle prede. Si è osservato che nelle zone frequentate sia dal felino che dagli animali domestici vi è uno sfasamento delle fasi di attività, con il leopardo che risulta principalmente notturno. L'attività dei leopardi varia in base alle fasi lunari ed è significativamente minore nelle giornate di pioggia. La tipologia di vegetazione, il grado di copertura arborea e le attività umane non sembrano influenzare significativamente l'area di attività. Le aree di attività dei leopardi maschi sono esclusive, mentre l'area di un maschio adulto include porzioni di territori di più femmine. Per stimare la taglia dei leopardi sono state selezionate delle immagini provenienti da camera trap e sono stati posizionati dei telai di riferimento nella stessa posizione dei leopardi alla medesima camera-trap. E' stato possibile ottenere la misura della lunghezza del cranio, la lunghezza del corpo e l'altezza al garrese. Le misure sono state messe in relazione con i valori di riferimento ottenuti dalla cattura di uno degli individui. Questo metodo può costituire una tecnica non invasiva per estrapolare dati morfologici dalle fotografie. Inoltre, si è osservato che la lunghezza del cranio è il parametro più utile per discriminare i maschi dalle femmine. Come già affermato da Bailey (1993), il leopardo mostra un'elevata capacità di adattarsi sia ecologicamente sia comportamentalmente a una grande varietà di situazioni. Il mio studio mostra come una destinazione d'uso mista dei terreni possa essere la soluzione migliore per una pacifica convivenza tra uomo e leopardo.
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