Questo elaborato si propone di analizzare le diverse fasi della storia del Manchukuo, dalla sua creazione ad opera del Giappone nella forma di stato “fantoccio” nel 1932, fino alla sua caduta nel 1945, in seguito all’invasione della Manciuria da parte dei sovietici e alla conseguente resa del Giappone. Il Manchukuo negli anni è stato oggetto di numerosi studi, soprattutto a causa della peculiarità delle condizioni che hanno portato alla sua creazione; questo stato infatti, sebbene da più fonti sia stato presentato come indipendente e frutto della volontà popolare di distaccarsi dalla Cina, ha sempre avuto dietro di sé un esperto burattinaio a muovere i suoi fili: il Giappone. La ricchezza delle sue terre e l’idealizzazione dei suoi paesaggi e delle popolazioni che inizialmente abitavano questa regione hanno fatto sì che gli interessi di numerosi stati asiatici si concentrassero sui suoi territori, ponendo la Manciuria, e successivamente il Manchukuo, al centro di un’intensa propaganda volta a screditare o esaltare, a seconda delle necessità, la Cina o il Giappone. Ciò che si intende compiere in questo caso è di cercare di restituire una dignità a quelle popolazioni che originariamente abitavano la Manciuria, le quali sono state sfruttate da un duplice punto di vista: il primo fisico e il secondo culturale. Dal punto di vista fisico, attraverso lo sfruttamento e l’espropriazione delle loro terre, e da quello culturale tramite la strumentalizzazione e la trasformazione delle identità. È questa la modalità con cui un nuovo tipo di imperialismo si manifesta, attraverso un controllo che non è più solo fisico, ma anche, e soprattutto, culturale. Successivamente, tramite l’analisi di articoli di giornale e opere di autori dell’epoca, si è voluta tracciare una panoramica del punto di vista spagnolo sulle vicende che hanno interessato la Manciuria nel periodo preso in esame. Le motivazioni per cui si è scelto di prendere in considerazione il punto di vista spagnolo sono date dalla vicinanza reciproca tra il governo spagnolo e quello giapponese, che all’epoca della nascita e dello sviluppo delle grandi dittature di stampo fascista e nazionalsocialista in Europa, vedeva i governi di Italia, Germania e, in un momento successivo, anche Spagna accomunati dalla medesima ideologia che stava sorgendo anche in Giappone. Mentre le relazioni tra Giappone, Italia e Germania furono note al resto delle nazioni e rese evidenti anche dal patto tripartito sottoscritto dai tre stati nel settembre del 1940, quelle tra Giappone e Spagna, sebbene di importanza storica minore, furono tutt’altro che assenti, e saranno analizzate per spiegare le ragioni di una dapprima intensa e successivamente sempre più limitata propaganda favorevole al Giappone in Spagna. Anche in questo caso il Manchukuo fu semplicemente il pretesto per rafforzare le proprie posizioni, a favore o ostili che fossero, rispetto al Giappone.

Il “puppet state” del Manchukuo e la sua rappresentazione all’interno della stampa spagnola dell’epoca

TARONNA, ALICE
2020/2021

Abstract

Questo elaborato si propone di analizzare le diverse fasi della storia del Manchukuo, dalla sua creazione ad opera del Giappone nella forma di stato “fantoccio” nel 1932, fino alla sua caduta nel 1945, in seguito all’invasione della Manciuria da parte dei sovietici e alla conseguente resa del Giappone. Il Manchukuo negli anni è stato oggetto di numerosi studi, soprattutto a causa della peculiarità delle condizioni che hanno portato alla sua creazione; questo stato infatti, sebbene da più fonti sia stato presentato come indipendente e frutto della volontà popolare di distaccarsi dalla Cina, ha sempre avuto dietro di sé un esperto burattinaio a muovere i suoi fili: il Giappone. La ricchezza delle sue terre e l’idealizzazione dei suoi paesaggi e delle popolazioni che inizialmente abitavano questa regione hanno fatto sì che gli interessi di numerosi stati asiatici si concentrassero sui suoi territori, ponendo la Manciuria, e successivamente il Manchukuo, al centro di un’intensa propaganda volta a screditare o esaltare, a seconda delle necessità, la Cina o il Giappone. Ciò che si intende compiere in questo caso è di cercare di restituire una dignità a quelle popolazioni che originariamente abitavano la Manciuria, le quali sono state sfruttate da un duplice punto di vista: il primo fisico e il secondo culturale. Dal punto di vista fisico, attraverso lo sfruttamento e l’espropriazione delle loro terre, e da quello culturale tramite la strumentalizzazione e la trasformazione delle identità. È questa la modalità con cui un nuovo tipo di imperialismo si manifesta, attraverso un controllo che non è più solo fisico, ma anche, e soprattutto, culturale. Successivamente, tramite l’analisi di articoli di giornale e opere di autori dell’epoca, si è voluta tracciare una panoramica del punto di vista spagnolo sulle vicende che hanno interessato la Manciuria nel periodo preso in esame. Le motivazioni per cui si è scelto di prendere in considerazione il punto di vista spagnolo sono date dalla vicinanza reciproca tra il governo spagnolo e quello giapponese, che all’epoca della nascita e dello sviluppo delle grandi dittature di stampo fascista e nazionalsocialista in Europa, vedeva i governi di Italia, Germania e, in un momento successivo, anche Spagna accomunati dalla medesima ideologia che stava sorgendo anche in Giappone. Mentre le relazioni tra Giappone, Italia e Germania furono note al resto delle nazioni e rese evidenti anche dal patto tripartito sottoscritto dai tre stati nel settembre del 1940, quelle tra Giappone e Spagna, sebbene di importanza storica minore, furono tutt’altro che assenti, e saranno analizzate per spiegare le ragioni di una dapprima intensa e successivamente sempre più limitata propaganda favorevole al Giappone in Spagna. Anche in questo caso il Manchukuo fu semplicemente il pretesto per rafforzare le proprie posizioni, a favore o ostili che fossero, rispetto al Giappone.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/137283